Primiana Leonardini Pieri è ideatrice e creatrice dell’azienda Agricola Le Macchie. Proprio nel cuore della Macchia Toscana sorge un centro multifunzionale, policulturale, autosufficiente e sostenibile per il pianeta. Sarà proprio Primiana a svelare l’ABC della sostenibilità attraverso un approccio creativo e integrato per coltivare se stessi e il pianeta.
Come descriverebbe Agricola Le Macchie?
Agricola Le Macchie è la Natura che mi parla. E’ il luogo dove vivo e lavoro. E’ uno spicchio di mondo in cui posso fare esperienza della Natura, degli Esseri Umani e delle tante relazioni tra loro. Fisicamente è un enorme e cangiante bosco che accoglie una serie di agrobiosistemi integrati, a bassa manutenzione, bassi input e bassissima esternalità. Le risorse energetiche rinnovabili oltrepassano il 90% dei consumi complessivi, di vita e di lavoro. Le forze selvatiche e quelle domestiche non sono in conflitto, ma in attenta reciprocità.
La permacultura è un approccio di cui pochi sono al corrente. Potrebbe spiegare i suoi principi etici?
Definirei la Permacultura come un sistema integrato e multidisciplinare di progettazione ecologica, eticamente fondato. I Principi Etici su cui si fonda sono tre. Il Primo è la “Cura della Terra”, con tutte le sue creature. La Terra è il primo committente di un permacultore. Conoscerla, sostenerla e affiancarla senza lederne fertilità e biodiversità è l’obiettivo fondamentale di un permacultore. Il Secondo è la “Cura delle Persone”. Creare relazioni significa sviluppare una progettazione che tenga conto del benessere umano e della salute. Il Terzo principio etico è la “Cura dell’Equità e della Ridistribuzione”: uno dei più gravi problemi della vivibilità umana sul pianeta è l’atteggiamento predatorio con cui gestiamo le risorse.
Crede che questi principi possano essere integrati nello stile di vita di ciascun individuo?
Tutti e tre questi Principi Etici, possono essere integrati nella vita quotidiana di chiunque. Se ci vestiamo di abiti cuciti da bambini gravemente maltrattati, o ci nutriamo di cibi che derivano dalla grande agricoltura industriale, o riempiamo la casa di spazzatura che conferiamo alle discariche, non stiamo seguendo i Principi della Permacultura.
Ha esercitato come psicoterapeuta per poi dedicarsi alla permacultura. Può affermare che esiste un nesso profondo tra cura della mente e cura dell’ambiente?
In verità non ho mai abbandonato la psicologia e la psicoterapia, le ho solo fatte fluire in un altro contesto. Esiste un nesso profondissimo tra il nostro benessere e il benessere della Natura. Un nesso organico, per cui stare a piedi scalzi sulla terra nuda o immersi in silenzio in un bosco produce variazioni organiche positive misurabili. Quello che facciamo alla Natura lo facciamo a noi stessi, e viceversa.
Non ce ne rendiamo conto perché non viviamo più vicino a Lei.
Siamo stati completamente assorbiti dalla coscienza consumista e industriale, e abbiamo perso ogni traccia di un’autentica coscienza naturale. Il “disturbo da deficit di natura” è oggi all’attenzione anche dell’Istituto Superiore di Sanità.
È stato scientificamente dimostrato che nella vita dei bambini l’assenza di panorami naturali e di semplici attività rurali può favorire condizioni di difficoltà di attenzione e socializzazione, come l’ADHA, oppure facilitare la comparsa di asma, infezioni respiratorie e disordini metabolici come l’obesità. Ma non solo: la relazione con la Natura ci restituisce l’Anima. Anche per questo esercito come Forest Therapist e Nature Therapist, con percorsi individuali e di gruppo. Attraverso il progetto multidisciplinare Boscomedicina, insegno alle persone ad accorgersi della Natura, a dialogare con lei.
Ci sono degli effetti del malessere ambientale direttamente collegabili alle malattie della modernità?
Un ambiente sofferente, caotico, inquinato, grigio e sterile non è un luogo salubre. Tutte le malattie stress-correlate sono legate all’eccesso di stimoli estranei, e alla difficoltà di integrare tali stimoli nella quotidiana funzionalità dell’essere umano. L’unico luogo che offre stimoli riequilibranti è la Natura. Dalla savana al mare alle foreste, al gatto da accarezzare, ai gerani sul balcone. È scientificamente dimostrato che un’esposizione consapevole a tali contesti può regolare la pressione arteriosa, ridurre stress, aggressività e disturbi d’ansia. Può ridurre il cortisolo e raddoppiare le cellule NK del nostro sistema immunitario, aumentare la capacità respiratoria e l’ossigenazione. Le attività nella natura per cui “non abbiamo mai tempo” a causa del rombare cronico di pensieri accelerati e ansiogeni, sono quelle che ci possono salvare da uno stato di coscienza alterato, fatto di paure, competizione, consumo compulsivo, falsi bisogni.
I ritmi della vita quotidiana spesso ci costringono a fare delle rinunce. Con Agricola Le Macchie ha integrato lavoro, passioni e vita privata. Qual’è stato l’aspetto più difficile da superare nel creare ed integrare questo percorso?
Anche integrare lavoro, vita privata e passioni implica delle scelte, e a seconda di come le guardiamo, delle rinunce. Per me gli aspetti più difficili sono stati quelli tecnico normativi e burocratici. Lo sono ancora. Ogni anno le normative si complessificano e per me è una vera fatica starci dietro.
Da quando vive immersa nella macchia toscana ha notato un cambiamento nel valore attribuito al tempo? Tempo?
Quale Tempo? Quello degli orologi, quello delle stagioni, quello del silenzio? Diciamo che la mia percezione del tempo si è estremamente ampliata. Il valore del tempo non è dato da come viene scandito, ma da cosa ci facciamo dentro, e perché. I Navajo insegnano ai loro bambini che ogni mattina il sole che sorge è un sole nuovo. Nasce ogni giorno, vive solo quel giorno, muore alla sera e non ritornerà più. Vivi bene la tua vita in modo che il sole non abbia sprecato il suo tempo prezioso.
Parliamo di sostenibilità. La natura e gli ecosistemi soffrono di una crisi profonda causata dall’uomo. Pensa che sia possibile guarire il pianeta?
Penso che il Pianeta guarirà da solo. Siamo noi che potremmo non adattarci alle trasformazioni che sembra in procinto di presentarci. Non sono troppo ottimista: la nostra generazione potrebbe assistere a sconvolgimenti mai visti, e alla morte di milioni di persone. Anche per questo è urgente creare relazioni solide di prossimità, e rapporti diretti tra aree urbane, periurbane e rurali. L’isolamento ci rende meno consapevoli e più fragili.
Quale consiglio darebbe a chi vuole intraprendere uno stile di vita sostenibile?
Certamente fare un corso di Permacultura e fare Immersioni Forestali. L’Accademia Italiana di Permacultura e l’Associazione Italiana di Medicina Forestale possono essere punti di riferimento importanti. Ma anche semplicemente chiedersi “cosa posso fare di buono per la Terra oggi? E per le persone? E per l’equità e la ridistribuzione?” Ogni risposta sarà un buon inizio.
Elena Marullo