VERSO LE PRIMARIE DEL PD: SOLO RENZI E ORLANDO. EMILIANO? NON PERVENUTO
Il 20 marzo hanno avuto inizio le votazioni nei vari circoli del Pd per eleggere il nuovo Segretario del Partito Democratico. I primi riscontri parlano chiaro: a competere sono in tre (Renzi, Orlando ed Emiliano), ma quelli che possono realmente aspirare alla carica di Segretario del partito sono soltanto i primi due, Matteo Renzi e Andrea Orlando.
Molto buono il riscontro avuto da Renzi in Emilia, dove riceve il 55 % dei consensi, mentre Orlando gli sta addosso col 42, 6 %. I dati sono parziali ovviamente, ma se “chi ben comincia è a metà dell’opera”, per l’ex-Premier e il Guardasigilli, i sondaggi promettono una gara all’ultimo voto, mentre taglierebbero già fuori Michele Emiliano. Il governatore pugliese, infatti, con un misero 2,4 % dimostra di non convincere l’elettorato. A suo favore, parla il deputato del Pd Gero Grassi: “La corsa alla segreteria è appena iniziata e già c’è chi annuncia la vittoria di Renzi. Vale la pena ricordare che i dati diffusi in queste ore riguardano solo l’Emilia Romagna”. In effetti il Congresso del Pd è appena agli esordi su 6 mila circoli in tutto. La prima regione posta al vaglio è stata proprio L’Emilia Romagna. Ora è il turno della Toscana, dove il marchio Renzi è più radicato. L’ex-Segretario del Pd raccoglie dalla sua Alma Mater il 73,7 %, Orlando il 24,4% ed Emilano solo l’1,8%.
La gara vede, dunque, in pista solo due contendenti, perché anche se a ben guardare la manna più forte per Emiliano dovrebbe giungere dal suo Sud, è altrettanto logico che ciascun candidato riceva un feedback maggiore dalla propria terra natia. Il vero problema è il resto d’Italia.
IL BUGIARDINO DELLE PRIMARIE DEL PD: LE TAPPE PER L’ELEZIONE DEL NUOVO SEGRETARIO
Il 20 marzo hanno avuto inizio le votazioni nei vari circoli del Pd e si protrarranno fino al 2 aprile, insieme alle mozioni presentate da ciascuno dei tre contendenti.
Il 5 aprile avranno luogo le convenzioni provinciali, mentre il 9 aprile quelle nazionali.
Il tutto si chiuderà il 30 aprile, quando saranno chiamati al voto gli elettori del Pd. E a Primarie concluse, il segretario sarà eletto in data 7 maggio, dall’assemblea nazionale del PD.
La soluzione Congresso+Primarie è una prassi che dovrebbe verificarsi allo scadere dei quattro anni previsti dallo Statuto del partito, ma ci sono casi eccezionali in cui i tempi si accorciano: quando Renzi si dimise da Segretario del Pd, non fece altro che accelerare il Congresso e le Primarie per la elezione del nuovo Segretario.
Ad oggi, nonostante lo smacco a Pisa, dove Orlando è riuscito a far perdere al Segretario uscente il 30%, Renzi non sembra neppure aver fatto in tempo a lasciare la poltrona, che debba già farvi ritorno. La sua potrebbe essere una tranquilla passeggiata per la Segreteria del Pd, se Orlando non rimontasse nelle altre regioni. Per vincere, ricordiamolo, basta non stare sotto il 50% dei consensi, ma -lo sappiamo bene- di questi tempi i sondaggi fanno più acqua di uno scolapasta. Staremo a vedere.
Chiara Fina