DALL’ AGORA’ ATENIESE AGLI STUDI DI SKY, STASERA CONFRONTO TRA I CANDIDATI ALLA SEGRETERIA DEL PARTITO DEMOCRATICO: L’IMPORTANZA DELL’ASCOLTO DELLA POLITICA
Il dibattito politico non è un’invenzione moderna.
La politica, in ogni sua epoca, è stata scandita dal momento del dibattito tra versanti opposti. Ai tempi degli antichi Greci, il luogo principe a ciò deputato si chiamava “agorà”: la piazza. Un luogo pubblico, dove la gente si riuniva e discuteva liberamente, e la politica risultava un’arte finemente connessa al congetturalismo della filosofia. E’ lì che è nata la democrazia per eccellenza (Atene ne portava alto il vessillo).
Il momento del dibattito era essenziale, in quanto mirava a spiegare sul piano verbale le diverse ideologie dei contendenti, traducendole in riforme e soluzioni utili ai fini dell’amministrazione della comunità. E chiunque sentisse quei discorsi, aveva modo di apprendere e maturare una propria coscienza civile e sociale.
Per gli antenati dei nostri parlamentari, dunque, la politica e l’ascolto della politica erano fondamentali. E l’agorà era la fucina da cui diramare le proprie dottrine, per diffonderle all’uditorio.
Ebbene, col volgere delle civiltà e dei passaggi di potere, la piazza ateniese non ha smarrito se stessa, né tanto meno la propria funzione di volano ideologico. E’ resistita come retaggio del passato e ha trovato nuovi spazi in cui trasmigrare il proprio obbiettivo sociale.
STASERA, ALLE ORE 21:15, DIRETTA TV DEL CONFRONTO TRA RENZI, EMILIANO E ORLANDO. 26 APRILE SU SKY, IN ONDA SU TV8 E SUI CANALI 100 E 500 DI SKY, E IN CHIARO SU SKYTG24 (CANALE 50 DEL DTT)
Oggi, mercoledì 26 aprile 2017, la nostra piazza, edificata sulla libertà di parola, si chiama Sky. Qui, in diretta, il popolo italiano assisterà al primo e ultimo dibattito tra i candidati alla Segreteria del Partito Democratico.
CONDUCE FABIO VITALE
A condurre Fabio Vitale. Un giornalista di Sky, 30 anni, che portando in prima serata con l’argomento caldo (ma poi non così tanto) delle Primarie del Pd, fa il suo debutto.
Sarà lui l’arbitro del confronto tra Matteo Renzi, Andrea Orlando e Michele Emiliano.
A chiunque provasse a vederci un altro Semprini (validissimo giornalista di SkyTg24 che diresse il fallimentare programma su Rai Tre “Politcs”) risponde: “Gianluca lo stimo, ma io avrò uno stile mio”.
FORNIRE UN IDENTIKIT IDEOLOGICO DEI TRE CANDIDATI DANDO SPAZIO ALLE MOZIONI
Per stasera, Vitale ha grandi aspettative. L’intento è quello di dare finalmente rilievo alle mozioni dei tre candidati, in quanto, nei due mesi precedenti, al riguardo è stato detto ben poco, glissando vergognosamente sui programmi. Gli occhi erano tutti puntati su elementi pur importanti, ma che fanno da contorno alle Primarie, e che hanno distratto dal vero contenzioso: la prospettiva del come back di Matteo Renzi, il peso della scissione nel suo partito, il tendine d’Achille di Emiliano, il Caso Consip. E, sempre su questo crinale, Orlando che, in veste di ministro della giustizia, avrebbe pressato per un’ispezione sui pm di Napoli. (Lui smentisce tutto e aggiunge che se i renziani “pensavano che utilizzassi i poteri ispettivi come una clava contro l’autonomia della magistratura hanno sbagliato persona”).
Seguendo argomenti collaterali, si è forse perso di vista il senso all’origine di queste Primarie Pd.
LO SCOPO DELLE PRIMARIE PD
Il senso resta quello di eleggere il prossimo Segretario del Partito Democratico e di promuoverne gli interventi programmatici.
Che si sia giunti alle Primarie, non è un fatto casuale. Esse sono figlie di un travagliato processo di lacerazioni e polemiche intestine che hanno attraversato il Pd, negli ultimi mesi.
Ad oggi, il Partito Democratico necessita di un radicale riordino dei suoi equilibri interni.
In gara, ci sono i tre candidati che ben sappiamo. I loro nomi, già da molti mesi sono pronunciati in contrapposizione fra loro. E il 30 aprile sapremo se il Pd tornerà ad un ripristino del vecchio sistema, con Renzi nuovamente insediato nel ruolo di Segretario, o se il partito andrà incontro ad un new order.
Al conduttore Vitale spetta l’arduo compito di fare chiarezza all’interno della cornice, alquanto sfocata, in cui i tre uomini dem s’inseriscono. Confidando nel fatto che la messa in onda di stasera possa illuminare i telespettatori Sky ancora indecisi sul voto, oggi ci si augura di mettere al bando i personalismi e di arrivare al cuore delle mozioni. Perché si vuole credere che le differenze tra tre politici della stessa fazione esistano e che siano anche sostanziali. Le somiglianze, d’altra parte, ci sono e ci saranno sempre. Orlando ed Emiliano, fino a pochi mesi fa, stavano dalla stessa parte di Renzi. Al fianco dell’ex Premier, Orlando ha sostenuto quello stesso Jobs Act, di cui, nella sua mozione, denuncia le inefficienze. Vitali dovrà, dunque, gestire la diretta di stasera fornendo l’identikit ideologico preciso e puntuale di ogni candidato, in modo da fugare le ultime indecisioni sul voto. Perchè il rischio, quando arriva il momento del dibattito, è che la persona emerga molto più del bagaglio di idee di cui si fa portavoce. Il catalogo dei dibattiti in tv è pieno defiances e di esagerazioni poco professionali. Ricordiamo tutti il confronto del 2006 tra Prodi e Berlusconi, quando a un certo punto Berlusconi guardò dritto in camera, con fare rassicurante, e disse che avrebbe abolito l’ICI. Ovviamente, non si può pretendere che il soggetto politico, demandato dal popolo, scompaia dietro il messaggio che propone (purtroppo non si può dissociare la faccia di qualcuno dalla sua mozione), ma è auspicabile che egli possa aggiungere a quel pensiero il carisma necessario a svincolarlo dalla propria voce, impartendogli una sana autonomia, senza alterarlo o strumentalizzarlo a proprio piacimento; cosicché quell’idea possa giungere all’elettore nella sua forza e purezza.
RENZI PREOCCUPATO PER LA SCELTA DI SKY
Si è molto discusso sul canale televisivo adatto ad ospitare il confronto tra le personalità che, stasera, saranno protagoniste.
Alla fine l’ha spuntata Renzi, è stato lui a suggerire Sky col benestare di Emiliano e Orlando, dimostratisi accomodanti sulla proposta. O almeno, il fatto che non si sia palesato un serio tentativo di cambiare la sede dell’incontro, oltre a spendere qualche lamentala inutile sulla scelta, lascia intendere che, in conclusione, non ci sia stato dietro un grande sforzo per trovare alternative valide a Sky.
Eppure, proprio Matteo Renzi ora denuncia una certa preoccupazione in merito al conclamato “pacchetto primarie”. Ma stiamo scherzando?
Essendo Sky una rete che non tutti possiedono, la visione dell’evento sarà limitata ai soli abbonati. Una proposta, quella di Renzi, che sembrerebbe mirare a boicottare la visione del confronto. Il campanello d’allarme che preannuncia una scarsa affluenza alle urne può, dunque, suonare quanto gli pare, perché finora nessuno vi ha posto rimedio, né pare realmente interessato a farlo. Da qui il discorso sull’importanza, per l’elettore, di ascoltare i propri politici. La domenica del 30 aprile, che casca a precipizio fra i due ponti del 25 aprile e del 1° maggio, potrebbe non lasciare traccia del suo passaggio. Concausa di ciò, il disinteresse degli italiani chiamati al voto che trovano queste Primarie anonime e confuse. E poiché l’ospitata di stasera sarà l’ultima in programma, indicare Sky come tribuna politica idonea alle Primarie Pd, non sembra proprio essere stata una grande trovata. Oltre alla location sbagliata, dunque, anche la beffa sull’errore della scelta della data. Il timore è che l’appello al voto del 30 aprile passi senza lasciare segno, come pioggia sul vetro, non solo nella storia dei dibattiti in tv, ma persino nella storia di quella singola giornata, in quanto gli elettori potrebbero dimenticarsi o ignorare del tutto (assai più probabile) l’incombenza del voto e preferirgli i momenti di relax e gli ozi programmati a gogò per quella domenica. Tra i picnic sui prati, le Comunioni, e le piccole gite fuori porta, adesso si pretende che gli italiani trovino lo spazio per andare a votare. Il rischio che queste Primarie si rivelino un flop, non è solo uno spauracchio, ma una realtà.
RENZI VORREBBE AMMALIARE GLI SPETTATORI SKY
Tuttavia, aldilà del giorno stabilito per le Primarie (e su questo punto l’unica voce seria fuori dal coro è stata quella di Emiliano, che dopo l’incidente subito al tendine chiese che fossero posticipate) certamente Renzi doveva avere in mente un disegno ben preciso suggerendo l’azienda Sky. Alla carta, Sky la possiedono soprattutto le famiglie, i ragazzi, e quella fascia che va dai 20-ai 40. Da un’analisi dell’età media del pubblico, saremmo portati a pensare che il progetto della diretta sul canale collimasse con il tentativo, da parte di Renzi, di aprire uno spiraglio comunicativo con un proprio elettorato ideale. Un ultimo sforzo per convertire i delusi, i suoi coetanei, e i nuovissimi giunti alla fonte battesimale del voto (dal momento che potranno votare anche i sedicenni). E accalappiare chi è ancora in dubbio.
Ma soprattutto la scelta di Sky la dice lunga sulla necessità di tenere queste Primarie fuori dal grande occhio critico di chi potrebbe votare non tanto Emiliano, che non ha chances, ma Orlando.
Andrea Orlando rappresenta la chiave di svolta per tutti coloro che non fossero intenzionati a farsi ammaliare dal renzismo. Giocandosela bene, e rispondendo a tono a propri avversari, il guardasigilli potrebbe dare del filo da torcere a Matteo Renzi.
Stasera è, inoltre, prevista anche una modalità di voting da parte del pubblico, che potrà esprimersi su chi tra i tre abbia preferito. Chiaro che, quand’anche ci fossero delle rimonte improvvise da parte di Orlando ed Emiliano, la scelta sapiente del canale Sky limiterebbe di molto il potere incisivo di un risultato a pro dei due. Su Rai, o su La7, un simile evento avrebbe avuto molta più risonanza. E ne avrebbe beneficiato anche la stessa campagna politica.
I tempi sono decisamente mutati da quando ci si ritrovava in una piazza e si iniziava a discutere di politica, liberamente. La politica di oggi cade vittima dei sondaggi, dei lucidi calcoli percentualistici, e difetta invece sul versante della trasparenza e della condivisione totale e democratica del sapere. Gli elettori debbono poter conoscere i propri candidati, in ogni spazio a loro dedicato, su schermo, carta stampata o internet. Se c’è un solo dibattito televisivo, sarebbe stato giusto scegliere una rete che rendesse più agevole la visione della diretta.
Se così facendo s’intendeva esortare gli elettori al voto, non è questo il modo, riducendosi alle soglie del 30, prima di assistere a un dibattito tra i candidati.
Interventi poco nitidi come questo finiscono per corroborare, e rendere ancora più netta, la scarsa fiducia di molti italiani verso la politica e per i nomi che la rappresentano.
Per citare il compianto Giovanni Sartori: “Sarà questa, maggiore democrazia. Ma per esserlo davvero ad ogni incremento di demo-popolare dovrebbe corrispondere un incremento di demo-sapere.”
Il sapere non è alienabile, né circoscrivibile.
Un grande in bocca al lupo al giornalista Fabio Vitale, per stasera.
Buona visione.
Chiara Fina