PRIMARIE: Inizia la corsa per la Segreteria del Pd
La Scissione disinteressa e confonde gli italiani
Emiliano, Renzi e Orlando. Sono questi i nomini in corsa per la Segreteria del Pd. La data fissata per le Primarie è il 30 Aprile 2017. Segnatela sul vostro smartphone (O sul calendario. O sulla fronte, per ricordarvene il 30 mattina, guardandovi allo specchio), perché sarò un momento chiave per la storia del Pd.
E’ tutta una SCISSIONE: la crisi della Sinistra passa per le Primarie
Le Primarie di Aprile sono la risultante della parola che da mesi è sulla bocca di tutti: SCISSIONE. E non la scissione di un atomo, ma quella del Partito Democratico, ultimo baluardo della Sinistra italiana. Perché i chiromanti e gli iettatori avevano prospettato grandi catastrofi se fosse passato il NO al Referendum Costituzionale, ma l’unica cosa stravolta da quel 4 Dicembre parrebbe proprio il Pd! Un partito che ora si divide e trova sbocco in nuovi bacini politici. Ne è un esempio il nuovissimo Dp, Democratici e Progressisti, con dentro Speranza, Rossi, Bersani e un D’Alema che applaude la svolta innovativa. Per, infatti, “innovarsi” ora basta essere anti-Renzi. E improvvisamente l’Antirenzite sta colpendo tutti. Anche quelli che solo ieri erano alleati all’ex Premier. Come Emiliano e Orlando, che solo pochi mesi fa sostenevano Renzi e il suo governo, mentre oggi tentano di fargli le scarpe alle Primarie.
Amici? Sì, ma non per sempre
Andrea Orlando, Ministro della Giustizia, ha di recente asserito che il Pd “Oggi non offrirebbe neppure a Pio La Torre l’opportunità di condurre battaglie”, ed ha però aggiunto: “Per questo il 30 Aprile vorrei aprire una pagina nuova per il centrosinistra. Perché a quelle battaglie, oggi più che mai non possiamo rinunciare”. Supportato da D’Alema, adesso Orlando sarebbe l’uomo in grado di placare il maremoto che ha sconvolto il Pd. E a coloro che scommetterebbero tutto sul Governatore Pugliese Michele Emiliano, rispondono le firme raccolte tra i deputati. Se ne contano 37mila per Renzi, 18mila per Orlando e solo 6mila per Emiliano. Come mai? Risposta di Francesco Boccia, presidente della commissione del Bilancio della Camera: “Perché abbiamo proposto di cancellare i capilista bloccati”. Una richiesta giusta e sensata per gli elettori e un po’ meno entusiasmante per i politici. Ma del resto a molti di loro non dev’essere piaciuto il boomerang che Emiliano ha tirato a Renzi, quando un attimo prima si lanciava per guidare la rinascita politica dell’ex Premier e l’attimo dopo dichiarava di voler fare le Primarie contro di lui. Se ci fosse una gara a chi è più veloce a scendere dal carro di Renzi (e si sappia che è in corso!), Emiliano arriverebbe ultimo per il tempismo, ma primo per il tuffo a bomba.
Specchio, specchio delle mie brame, chi è il più sincero del reame?
Inoltre Emiliano è attualmente in attesa di essere ascoltato dal magistrato per giustificare i messaggi inerenti al Caso Consip. Tale inchiesta vedrebbe coinvolto, per via indiretta, anche lo stesso Renzi, insieme a suo padre Tiziano e al suo braccio destro Luca Lotti, Ministro dello Sport. Una batosta che intacca pesantemente la credibilità di Renzi Jr. in vista delle Primarie, perché ora sorge il dubbio se fosse a conoscenza o meno delle faccende di Renzi Sr.
Intervistato dalla Gruber l’ex Presidente del Consiglio è stato molto vago sulla questione Consip ed ha fatto alzare il sopracciglio quando ha asserito: “Se mio padre è colpevole, pena doppia per dare l’esempio”.
Occorre comunicare a Matteo Renzi che questa non si chiamerebbe Giustizia, ma Accanimento. E mentre restiamo col fiato sospeso in attesa del Processo, sembrerebbe che il Caso Consip abbia confuso ulteriormente l’opinione pubblica, la quale non sapendo come votare potrebbe decidere di passare il 30 Aprile a casa propria. E dire che sembra passato un secolo dal 2013, quando Renzi era in auge e prometteva un sogno a cui ora si affanna a dare ossigeno. Chiede scusa per gli errori commessi e si rivolge soprattutto ai giovani, a quei ventenni/trentenni ancora disoccupati, rimasti fortemente delusi dal suo governo.
Intanto nessuno dei tre candidati risparmia i duelli verbali. Orlando: “Se vinco, mi dimetto da ministro”. E da Vespa, Renzi avvisa Emiliano sul fronte vaccini: “Non giochiamo sulla pelle della gente.”
L’impressione generale è quella di una politica che ha mollato i contatti radio con gli italiani. Lotte intestine e scissioni sono i temi caldi. E ad andarci di mezzo, sono i cittadini, stanchi di un paese che si perde a cincischiare invece di risolvere i problemi. Si allarga, dunque, sempre di più il divario tra elettori ed eletti. E finora è rimasta senza risposta la domanda fondamentale da porsi per andare a votare alle Primarie del 30 Aprile.
Di chi possiamo fidarci?
Chiara Fina