Può sembrare una storia inventata ma a quanto sembra non lo è e per di più, non è la prima volta che si verificano situazione di questo tipo.
Lui e lei si conoscono da tempo, probabilmente saprebbero riconoscere la voce dall’altro o dell’altra tra altre mille; probabilmente entrambi sarebbero capaci di distinguere l’ombra dell’altro/a tra milioni; probabilmente saprebbero riprodurre la traccia dei lineamenti del volto della persona che amano… e probabilmente si amano davvero. Ma senza conoscersi realmente.
Lui non aveva mai visto il volto di lei nella sua versione, come dire, reale, naturale. E quando è accaduto, dopo un bagno nel mare, ha immediatamente chiesto la separazione. Irriconoscibile, a quanto pare, senza il make up perfetto, le ciglia finte e le lenti a contatto colorate: un’altra persona.
Sembra il copione per una di quelle soap esagerate, di quelle in cui “a cosa vanno mai a pensare gli autori e le autrici??”.
E viene da chiedersi: e tutte le volte in cui i vostri sguardi si sono incrociati, chi avete guardato? Tutte le volte in cui il volto dell’altra, addormentandosi per prima, ha cullato la veglia di chi era sveglio, cos’era che rassicurava? Tutte le volte in cui sono avvenuti incontri inaspettati, sorprese o semplicemente, il risveglio, chi si è abbracciato?
È veramente possibile apparire per chi non si è e, dall’altra parte, non conoscere e non voler conoscere la traccia che segna lineamenti ed espressioni del volto amato? È veramente possibile pensare di sapere, di conoscere, di comprendere gran parte della persona che si ama mentre non la si riconosce più dopo un tuffo in mare? È veramente possibile dirsi di amarsi e non sapere chi si sta amando? Ed è veramente possibile nascondere, nascondersi dietro ad un trucco impegnativo rinunciando così all’incontro reale e leale ed autentico con l’altro?
Forse tutto questo ha a che fare con la pressione che le donne così come gli uomini subiscono e soffrono e che le vuole sempre perfette e che li vuole sempre perfetti. Salvo poi, considerare perfezione il proprio volto anche dopo la notte, il proprio sguardo anche con le occhiaie e chi si è, semplicemente, sempre, in ogni momento della giornata e della vita.
Prima di desiderare che altri o altre si innamorino di noi, dovremmo innamorarci di noi stessi e di noi stesse: innamorarci, sì. Emozionandoci per chi e per come siamo, gonfiandoci di orgoglio per quei tratti che ci rendono unici ed uniche e non merce, prodotto della stessa fabbrica. Curando il nostro volto, il nostro corpo, provvedendo al loro benessere e alla loro serenità: ed un volto, un corpo mai liberi da sostanze e ombretti ed accessori vari, chissà se sanno cosa sia la tranquillità e la libertà di essere visti come realmente sono. Perfetti, cioè.
Una storia che ha dell’incredibile e che prima di porre interrogativi sul reale sentimento che univa l’uomo e la donna, li pone sul se e sul come e sul quanto la donna amava se stessa. E pensare che il fascino e l’eleganza hanno a che fare proprio con la consapevolezza che si ha di se stessi e di se stesse e del modo in cui ci si ama, prima di amare altri ed altre e prima di essere amati da altri e da altre.
Deborah Biasco