L’operazione “Prima Parthica” rappresenta un’importante iniziativa nell’ambito della lotta internazionale contro il terrorismo, con un focus specifico sull’addestramento dell’esercito peshmerga nel Kurdistan iracheno. Da dieci anni, la base militare italiana situata a Camp Singara funge da centro operativo per questa missione, che ha visto l’addestramento di circa 48.000 militari affiliati al Ministry of Peshmerga Affairs (MoPA) e al Ministero dell’Interno curdo.
Dieci anni dopo la proclamazione del Califfato a Mosul, il Kurdistan iracheno si trova ad affrontare nuove sfide. L’Isis, seppur sconfitto militarmente, continua a rappresentare una minaccia latente, mentre la regione è teatro di crescenti tensioni tra Iran e Israele. In questo contesto complesso, l’Italia, con l’”Operazione Prima Parthica”, svolge un ruolo fondamentale nel sostenere la stabilità e lo sviluppo del Kurdistan.
L’Operazione Prima Parthica in Iraq, iniziata in risposta all’avanzata dell’Isis nel 2014, rappresenta il contributo italiano alla Coalizione Internazionale Inherent Resolve, nato per contrastare l’espansione del Daesh in Iraq e Siria. Un impegno decennale che ha visto il dispiegamento di migliaia di militari italiani in un teatro operativo complesso e sfidante, con l’obiettivo di sostenere le forze di sicurezza irachene e curde nella lotta contro il terrorismo e contribuire alla stabilizzazione e alla ricostruzione del Paese.
Nel corso del decennio di attività, l’operazione ha ottenuto notevoli successi; le forze irachene e curde, addestrate, hanno svolto un ruolo fondamentale nella sconfitta del Daesh. Il Paese ha avviato un percorso di stabilizzazione e ricostruzione, seppur ancora fragile. Tuttavia, persistono sfide considerevoli, tra cui la minaccia residua del terrorismo, la fragilità delle istituzioni irachene e le tensioni etniche e settarie.
I militari italiani hanno lavorato fianco a fianco delle forze di sicurezza curde per contrastare l’avanzata jihadista e liberare vaste aree del Paese. contribuendo in modo significativo alla sconfitta del Califfato e consentendo ai Peshmerga di trasformarsi in un esercito moderno ed efficiente. Solo nel 2023, quasi duemila Peshmerga hanno ricevuto la formazione necessaria per contrastare le residue sacche di resistenza dell’Isis e garantire la sicurezza del territorio iracheno.
Inoltre, l’impegno italiano in Iraq è stato ampiamente riconosciuto dalla comunità internazionale. Il contingente ha ricevuto elogi per la sua professionalità, il suo impegno e la sua dedizione alla causa della pace e della sicurezza in Iraq. La missione ha in aggiunta contribuito a rafforzare i legami tra l’Italia e i Paesi della regione, promuovendo la cooperazione e il dialogo interculturale.
La denominazione della missione deriva dalla legione romana creata nel 197 d.C. dall’Imperatore Settimio Severo per la campagna contro l’Impero dei Parti. Dopo il successo della campagna, la Legio I Parthica rimase nella regione del Medio Oriente, nel campo di Singara (odierno Iraq), per prevenire ribellioni ed attacchi nemici. Sotto il regno di Filippo l’Arabo, la legione ottenne il titolo onorifico di Philippiana e fu impiegata in varie province come Licia, Cilicia e Cirenaica.
Nonostante una sconfitta contro i Sasanidi nel 360 d.C., la legione mantenne un ruolo significativo fino al V secolo, venendo stanziata a Constantina (nell’attuale Turchia). Questa denominazione evoca la continuità dell’impegno italiano nella regione, simboleggiando la storia e la persistenza delle relazioni tra Italia e Medio Oriente.
Obiettivi e attività della missione: un impegno multiforme
Il colonnello Francesco Serafini, comandante dell’operazione, sottolinea l’importanza dell’attività addestrativa nel consolidare le capacità dei militari curdi per prevenire un possibile ritorno dell’Isis. Parallelamente, l’operazione prevede anche l’addestramento da parte dei carabinieri della Federal Police irachena a Baghdad.
L’Operazione Prima Parthica si articola in molteplici attività:
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Addestramento: Il personale italiano svolge corsi di formazione per le forze irachene e curde su diverse tematiche, tra cui il combattimento, il primo soccorso, la bonifica degli ordigni esplosivi e la tutela dei diritti umani. Un’attività fondamentale per potenziare le capacità operative e professionali delle forze locali.
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Supporto alle operazioni militari: I militari italiani partecipano a operazioni congiunte con le forze irachene e della Coalizione, fornendo supporto logistico, di ricognizione e di fuoco. Un contributo concreto alla lotta contro il terrorismo e alla tutela della sicurezza del Paese.
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Sviluppo delle capacità irachene: L’Italia contribuisce al rafforzamento delle istituzioni irachene fornendo assistenza nel settore della sicurezza, della giustizia e della pubblica amministrazione. Un impegno a lungo termine per la costruzione di un Iraq stabile e democratico.
La collaborazione internazionale per contrastare l’Isis ha portato all’addestramento intensivo di migliaia di soldati curdi, con quasi duemila addestrati solo nell’ultimo anno. La base, situata nell’aeroporto di Erbil, è stata il fulcro di questa iniziativa, con circa 300 militari italiani dedicati esclusivamente all’addestramento dei peshmerga su richiesta del Governo del Kurdistan.
L’addestramento copre una vasta gamma di competenze, dalle tecniche per i tiratori scelti alla gestione delle sommosse, dal combattimento urbano a quello in montagna. Due campi di addestramento, Benaslawa e Atrush, nel nord della regione autonoma, sono stati fondamentali per questo processo formativo, mentre è prevista l’apertura di una nuova area addestrativa a Sulaymaniyya, nell’area più meridionale.
Fino ad oggi, il personale italiano ha addestrato circa 48.000 militari appartenenti al Ministry of Peshmerga Affairs (MoPA) e al the Minister of Interior of the Kurdistan. Oltre 5.000 unità sono state formate tra queste, 1.970 peshmerga e 3.018 agenti di polizia iracheni a Baghdad. Solo nel 2023, 424 operatori peshmerga e 989 agenti iracheni hanno ricevuto la necessaria preparazione. Questi numeri sottolineano l’importanza e l’efficacia dell’addestramento italiano, che non solo migliora le capacità militari dei soldati curdi, ma contribuisce anche alla stabilità regionale.
La regione del Kurdistan si trova al centro di un contesto geopolitico complesso e in continua evoluzione. Le tensioni tra Iran e Israele, in particolare dopo l’inizio del conflitto nella Striscia di Gaza, hanno avuto ripercussioni anche in Iraq. Il Kurdistan, pur mantenendo una posizione neutrale, si trova a dover gestire le pressioni di entrambe le potenze.
In questo scenario, il futuro del Kurdistan appare incerto. La regione aspira all’indipendenza, ma si trova ad affrontare ostacoli politici ed economici. Il Governo curdo, guidato da Nechirvan Barzani, si impegna per lo sviluppo economico e sociale della regione, ma deve anche affrontare le sfide legate alla sicurezza e alle tensioni geopolitiche.
Camp Singara: il cuore della missione
Il fulcro dell’operazione è Camp Singara, situato nel Kurdistan iracheno. Qui, i militari italiani addestrano i Peshmerga, i combattenti curdi che hanno svolto un ruolo cruciale nella lotta contro il Daesh. Presso il campo, si alternano cicli di addestramento teorici e pratici, che includono simulazioni di combattimento, lezioni sul primo soccorso e sulla bonifica degli ordigni esplosivi. L’obiettivo è quello di dotare i curdi delle competenze necessarie per affrontare le sfide poste dal terrorismo e contribuire alla sicurezza del Paese.
L’Airmobile Task Group “Griffon”, composto da 60 militari e alcuni elicotteri, rappresenta un’ulteriore componente fondamentale del contingente italiano. Dislocato a Camp Paterna, il Task Group fornisce supporto logistico alla coalizione internazionale, garantendo il trasporto di personale e materiali nelle diverse basi presenti nell’area settentrionale dell’Iraq.
L’Italia: un partner affidabile per la sicurezza e lo sviluppo del Kurdistan
L’Italia, con la sua presenza militare e il suo impegno nella cooperazione civile e militare, rappresenta un partner affidabile per il Kurdistan iracheno. La missione contribuisce a rafforzare le capacità di sicurezza della regione e a promuovere la stabilità e lo sviluppo del Kurdistan. Oltre all’impegno militare, l’Italia promuove la diplomazia culturale in Kurdistan.
Il Console a Erbil, Michele Camerota, ha recentemente presentato gli 11 progetti delle università italiane coinvolte negli scavi archeologici dell’antica Mesopotamia. Questi progetti non solo contribuiscono alla conoscenza della storia e della cultura del Kurdistan, ma rafforzano anche i rapporti tra Italia e Iraq. L’impegno italiano in Kurdistan si inserisce nel quadro della più ampia strategia italiana per la sicurezza e la stabilità del Mediterraneo allargato.
L’esperienza di Prima Parthica rappresenta un modello di cooperazione internazionale efficace, basato sulla collaborazione tra Italia e Kurdistan iracheno per un obiettivo comune: la lotta al terrorismo e la costruzione di un futuro di pace e prosperità. L’impegno italiano in Iraq continuerà ad essere un punto di riferimento importante nella regione, a testimonianza della volontà del nostro Paese di contribuire attivamente alla stabilità e alla sicurezza internazionale.
Note – Per una disamina più approfondita dell’operazione, si rimanda ai siti web del Ministero della Difesa e dell’Esercito Italiano.