Alle ore 15 di oggi, lunedì 24 giugno, si sono chiuse le urne nei 105 comuni italiani chiamati di nuovo al voto per i ballottaggi delle elezioni Amministrative. Lo spoglio è andato avanti a rilento per l’intero pomeriggio, ma soprattutto nelle città più grandi i risultati sono sembrati fin da subito molto chiari e tre importanti città, di cui due capoluoghi di regione, hanno eletto la loro prima donna sindaco.
A Firenze Sara Funaro, ex assessore Pd nella giunta di Dario Nardella, ha superato nel ballottaggio l’avversario di centro destra, ex direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, a Perugia è stata eletta, sempre per il centrosinistra, Vittoria Ferdinandi, Cavaliere al merito dal 2021 e senza tessere di partito, mentre a Rovigo ha trionfato nella sfida elettorale Valeria Cittadin, candidata di centro destra (lista Fratelli d’Italia) e anche lei prima sindaca donna della città.
Nel capoluogo toscano si conferma così il governo di centrosinistra, mentre a Perugia e a Rovigo questa tornata elettorale ha sancito anche un cambio di colore con il centrosinistra che perde Rovigo e conquista il capoluogo umbro. Prima donna sindaco anche ad Avellino dove il ballottaggio è stato vinto dalla candidata indipendente Laura Nargi, già vicesindaca nella scorsa giunta guidata da Antonio Gengaro.
In Italia l’elezione di una prima donna sindaco è una notizia di una certa rilevanza poiché nel 2023 le donne sindaco di capoluoghi di provincia erano solo 9 e ancora oggi solo il 35% circa dei Comuni ha avuto nella sua storia almeno una sindaca donna. Per quanto riguarda i capoluoghi di regione, prima di Firenze e Perugia, solo Campobasso era governata da una donna, status confermatosi anche in questa tornata elettorale in cui nella citta molisana è stata eletta la candidata progressista Maria Luisa Forte.
A livello regionale l’Emilia Romagna ha il primato di sindaci donna, il 48,04% dei comuni della regione ha avuto almeno una donna sindaco ed è inoltre un comune emiliano, Coriano, a detenere il record di legislature femminili, 7 volte negli ultimi 30 anni. Seguono nella classifica la Sardegna ( 42,18%) e la Lombardia (41,89%). Dati più scoraggianti arrivano dalla Campania, dove attualmente sono solo 28 i sindaci donna in carica (5,3% dei comuni), dalla Puglia (9,6%) e dalla Calabria (8,7%).
Parità di genere nella politica: la legge e i dati a riguardo
Il tema della parità di genere nella politica è stata trattato negli scorsi anni anche a livello legislativo e in conformità con l’art 51 della Costituzione dove si legge:
«la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini»
Tra le leggi intervenute in materia la più importante riguarda il Testo unico sugli enti locali dove si stabilisce che in ciascuna lista elettorale nessun genere può essere rappresentato per oltre i due terzi e per far ciò è permessa la doppia preferenza solo se i due candidati differiscono nel genere. Chiaramente tale disciplina non può valere per l’elezione di una carica monocratica come il sindaco, ma agisce invece sull’elezione del Consiglio comunale e si occupa anche della Giunta stabilendo che nessun genere possa essere rappresentato in misura inferiore al 40% almeno per quanto riguarda le regioni a Statuto Ordinario.
A dimostrazione di un parziale successo di tali norme (Legge Delrio del 2014) ci sono i dati che raccontano di un miglioramento proprio negli incarichi su cui interviene la legge come la Giunta comunale, dove la quota femminile si attesta intorno al 40%, il ruolo di assessore, in cui la quota varia attorno al 44%, e di vicesindaco dove siamo al 34%. Nei ruoli dove invece non è possibile legiferare i dati sono nettamente peggiori, il presidente del consiglio comunale è al femminile solo nel 14% dei casi e i sindaci sono donne solo nel 8% dei casi.
In generale i dati della rappresentanza politica femminile sono in costante crescita e ciò si è confermato anche in questa tornata elettorale. Basti pensare che nel 1986 i comuni amministrati da donne erano solo 145 e nel 2016 poco più di 1000. Parliamo tuttavia di numeri ancora troppo bassi anche rispetto ai dati europei dove sindaci donne sono alla guida di molte capitali come Parigi, Amsterdam, Stoccolma, Oslo e Copenaghen o di grandi città come Barcellona. Sono invece ancora troppi i comuni italiani dove non c’è ancora stata una prima donna sindaco.