Passeggiava per Jerome street Prentis Robinson, con il suo immancabile stick per selfie alla mano. Era appena uscito dalla stazione di Polizia di Wingate in North Carolina per denunciare il furto del suo cellulare quando è stato brutalmente assassinato.
Raccontava del suo compleanno appena trascorso e del progetto di spostarsi ad Atlanta. Quando viene fermato da un qualcuno che, dopo aver scambiato qualche parola con lui, gli spara quattro fatali colpi di pistola. L’uomo cade a terra inerte, e sprofonda nel più gelido dei silenzi, tutto in diretta Live su Facebook.
Prentis Robinson era un musicista cinquantacinquenne, noto per aver collaborato spesso con la giustizia nella segnalazione di attività sospette inerenti lo spaccio di droga. Non si sa ancora se la sua morte sia riconducibile o meno a questo ma dal commissariato di Wingate è già partita la caccia all’uomo.
I fatti
Sono circa le 10:15 di lunedì mattina, Prentis Robinson si reca al commissariato per denunciare il furto del suo telefono cellulare.
Una volta uscito inizia, come suo solito una lunga camminata per le vie del quartiere in diretta streaming su Facebook, quando viene fermato da un uomo che gli spara a morte e lo lascia a terra per poi darsi alla fuga.
Immediato l’intervento della Polizia di Wingate ma per Robinson, morto sul colpo, non c’è già più niente da fare. Il primo ad essere interrogato è Douglas Cleveland Colson, sentito lo stesso lunedì mattina dagli agenti come persona informata sui fatti, senza alcuna accusa a carico.
Solo successivamente, Colson viene sospettato omicidio. Abbastanza tempo dopo da consentirgli di far perdere le sue tracce. Sconosciute le possibili connessioni tra i due, ancora al vaglio degli investigatori, FBI compresa.Nel frattempo in tutti i telegiornali americani è stata emanata l’allerta per il sessantacinquenne che ancora armato potrebbe aggirarsi nei pressi della cittadina.
Un dramma consumato sotto gli occhi di tutti
Poco dopo, il video dell’omicidio, trasmesso in diretta su Facebook, viene eliminato dall’archivio social, proprio per la crudeltà delle immagini trasmesse. A vederlo, oltre al nutrito gruppo di followers sarebbe stata anche la famiglia di Robinson, che in pochi secondi si è trasformata nell’inconsapevole spettatrice di un atroce dramma.
L’uomo, abituato a filmare puntualmente le sue giornate, era appassionato di social media e amava raccontarsi condividendo la sua vita con amici e seguaci, filmando passo passo tutto ciò che gli succedeva.
“Camminava e parlava. Camminava e parlava soltanto” dice la madre ai microfoni di Fox46
Fino alla fine. L’assassino in questione si vede poco nel video, immortalato come una grossa macchia nera e sgranata, Robinson gira la telecamera gridandogli “Sei on line, sei on line” seguono quattro colpi di arma da fuoco e l’inquadratura si sposa sul cielo.
Niente è riuscito a placare la sua apparentemente immotivata, furia omicida. Ora Colson, visto l’ultima volta con indosso una giacca blu e delle scarpe Timberland è ufficialmente un ricercato della Polizia di Wingate.
Amici e parenti, sconvolti dall’accaduto, parlano del musicista come di una brava persona gentile con tutti, e non si spiegano come gli sia potuta accadere una cosa del genere.
Il terrore che immobilizza ancora le scuole
Ma mentre la vita di Prentis Robinson si consumava dietro una telecamera, il terrore tornava a farla da padrone anche nelle scuole vicine. Dopo quanto successo in Florida, la preoccupazione per una nuova incursione armata ha infatti causato la chiusura delle attigue Wingate University e Wingate Elementary school paralizzate in via precauzionale dagli organi di sorveglianza.
Gli spari, percepiti come molto vicini all’edifico scolastico hanno infatti inizialmente fatto pensare ad un nuovo caso di violenza da parte di qualche studente, ma una volta scongiurato il pericolo, le scuole sono tornate tutte in piena attività.
“Chiediamo di restare al sicuro fino a nuove comunicazioni si legge”
E ancora una volta la paura si ripresenta negli occhi degli studenti americani, per fortuna questa volta senza alcuna ripercussione.
“Questo non è un test, L’Università è stata bloccata. Restate calmi e chiudete porte e finestre e spegnete le luci. Silenziate i telefoni e aspettate notizie dal personale di emergenza. Ripetiamo, questo non è un test.”
Questo il messaggio ricevuto da tutti gli alunni dopo gli spari. Per comprendere cosa realmente ci sia dietro la morte del cinquantenne Prentis Robinson bisognerà ancora attendere che le indagini facciano il loro corso. Intanto, il ricordo della sua morte segnerà per sempre chiunque abbia avuto modo, direttamente o no, di farne parte.
Monica Bertoldo