Accordo M5S – Lega: la riforma sulla prescrizione entrerà in vigore solo dal 2020. Grandi proteste dall’opposizione, che dichiara nullo il voto. I penalisti hanno annunciato sciopero.
Le Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera hanno approvato l’emendamento sulla prescrizione del ddl anticorruzione voluto dal ministro Bonafede. M5S e Lega hanno votato a favore, mentre gli altri gruppi si sono rifiutati di votare per protesta.
L’accordo
I pentastellati ottengono che la prescrizione si fermi dopo il primo grado. La vittoria però è dimezzata dai successi di Salvini e Lega, che hanno accettato solo a condizione di modifiche del testo. La modifica più importante voluta dal ministro degli Interni è che l’emendamento entri in vigore solo da gennaio 2020, quando sarà approvata la riforma del processo penale. Inoltre, secondo il partito verde, il provvedimento rimane subordinato all’approvazione della riforma Bonafede sul processo penale. La leghista Giulia Bongiorno ha dichiarato che il congelamento della prescrizione avrà una attuazione sicura “solo se sarà controbilanciata dalla riforma chiesta dalla Lega per assicurare tempi certi ai processi”. L’interpretazione dell’accordo da parte del M5S è diversa. Per i grillini infatti l’emendamento scatterebbe automaticamente tra un anno. Bonafede stesso ha replicato alla collega Bongiorno che “non c’è collegamento con altre leggi”.
La prossima settimana il Senato esaminerà la legge delega, che scadrà nel dicembre 2019.
Nonostante l’allungamento dei tempi, il vice premier Di Maio ha esultato su Facebook: “#BastaImpuniti! Processi brevi e con tempi certi, finalmente le cose cambiano davvero“.
Le proteste nella seduta delle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera
Mentre il dibattito era in corso il ministro Bonafede era già in diretta su Facebook (qui il video ) ad annunciare i termini dell’accordo M5S – Lega sulla prescrizione. Un esponente dell’opposizione ha deciso dunque di inserire nel circuito audio dell’aula proprio la diretta Facebook. L’iniziativa ha portato confusione e le opposizioni, supportate anche da Catello Vitiello del Maie, hanno richiesto una sospensione dei lavori e la chiamata di Bonafede in Commissione. Secondo Laura Ravetto di Forza Italia l’atteggiamento del ministro grillino “sfregia il Parlamento” ed è un insulto alle istituzioni.
Modalità di votazione ambigue
L’ampliamento è stato messo in votazione dalla presidente Sarti nonostante la confusione. La presidente ha poi annunciato l’approvazione dell’emendamento sulla base del voto positivo di M5S e Lega. Qui iniziano le proteste più accese. Il Regolamento prevede che il voto avvenga per alzata di mano e conteggio delle mani. Secondo l’opposizione il conteggio non sarebbe avvenuto.
Nei momenti concitati successivi alla seduta, la segretaria della Commissione Giustizia, Giusi Bartolozzi, ha dichiarato che tutti erano in piedi. Per Sarti dunque sarebbe stato impossibile contare tutte le mani a favore e quelle contrarie, soprattutto in così poco tempo. Altri membri di Forza Italia, PD e FDI hanno specificato che la votazione non era stata indetta in modo ufficiale e non era stato nemmeno “chiarito l’oggetto della deliberazione”.
In aggiunta la presidente Sarti ha richiesto il voto nel momento in cui stavano iniziando i lavori dell’Aula della Camera. Di norma invece avrebbe dovuto concludere la seduta. Molti membri delle Commissioni sono intervenuti per chiedere che il regolamento fosse rispettato e la seduta sospesa, ma senza alcun risultato.
Le proteste attorno alle ambigue modalità di voto sono state così accese che dopo la votazione si è sfiorata la rissa tra gli esponenti d’opposizione e quelli di maggioranza. Per evitare il peggio è dovuto intervenire un cospicuo numero di commessi.
Le dure parole dei penalisti
L’Unione delle Camere penali ha indetto uno sciopero di quattro giorni, da martedì 20 a venerdì 23 novembre. Secondo la nota emanata dall’Unione l’obiettivo della protesta è denunciare “la svolta illiberale che si intende imprimere al processo penale”. Il testo prosegue accusando le forze di Governo di “voler pervicacemente perseguire […] l’obiettivo della abrogazione della prescrizione, addirittura iscrivendola in una minacciosa prospettiva di generale riforma del processo, le cui premesse sloganistiche sono già sufficienti a dare il segno di una dissennata deriva giustizialista e populista“. Secondo l’Unione ancora più grave è stata la decisione di M5S e Lega di non cercare alcun confronto con la comunità dei giuristi, che aveva già espresso contrarietà verso l’emendamento.
Scetticismo per i magistrati
Il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Francesco Minisci, ha mantenuto invece un atteggiamento più aperto, ritenendo che il governo stia seguendo una modifica della prescrizione necessaria. L’emendamento però deve essere accompagnato da una riforma complessiva del processo penale.
L’ex magistrato Caselli, in un’intervista all’Huffington Post, ha ribadito di volere una riforma della prescrizione e del processo penale come il presidente Minisci. A differenza di quest’ultimo però, Caselli non crede che sarà il governo gialloverde a portarla avanti. Non capisce come M5S e Lega abbiano ritrovato la serenità in così poco tempo e trova le dichiarazioni di Bonafede troppo confuse.
Giulia Dardano