È al presidente Juan Manuel Santos che va riconosciuto il premio Nobel per la pace. Al presidente della riconciliazione che, nonostante l’esito negativo del plebiscito, non rimarrà semplicemente un’utopia. È lo stesso Santos ad averlo ammesso: “La pace è possibile nonostante la vittoria del “no” al referendum.”
È chiaro che il risultato ottenuto non sia stato quello desiderato o aspettato né dal presidente, né dai quei cittadini che, mettendo una croce sul “sì”, cominciavano a guardare con speranza al cambiamento. La domanda che ora viene posta è: quale sarà il destino di una Colombia che non crede nella riconciliazione o non la desidera?
Il Nobel per la pace alla Colombia dimostra, in realtà, che un piccolo passo verso il cambiamento sia stato percorso. Perché sottolinea quanto valga l’aver voluto stringere la mano ad un partito che da decenni detiene il narcotraffico mondiale causando sanguinose guerriglie. Significa che è stata l’esigenza di pace ad aver dato corpo a questo accordo impensabile quanto coraggioso. Coraggioso quanto necessario.
Le Farc (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia), infatti, nasconde dietro l’ideologia filomarxista di una rivoluzione sociale quello che è il suo vero scopo: allargare il già proficuo mercato della droga gestendo una sorta di stato autonomo -ergo, clandestino– in grado di farlo.
Forse per il timore che Le Farc potesse contaminare la politica nazionale il popolo ha espresso un giudizio negativo al plebiscito che avrebbe legittimato l’accordo. Ma il dialogo e il tentativo di riconciliazione, quelli ci sono stati. E sta qui la ragione dell’assegnazione del Nobel per la pace a Santos che ha compreso ben due aspetti.
Il primo è che la Colombia ha sete di pace e di legalità. Se le merita dopo che ha sofferto anni in balia del caos che ha infettato una nazione intera. Il secondo è che per ottenere pace e legalità l’unico mezzo necessario è una riconciliazione diplomatica.
Santos avrà fallito vedendo vincere il “no” rispetto al risultato per il quale sperava. Ma ha vinto se consideriamo la vittoria come l’esempio che il presidente ha fornito alla sua nazione. L’esempio di un uomo che non ignora la più influente organizzazione criminale e belligerante del suo paese, ma che offre una soluzione per arginarne il potere. Il Nobel conferitogli gli ricorda che il tentativo di riconciliazione non è stato vano.
Santos non ha fallito.