Assegnato il Premio Nobel per l’economia a Claudia Goldin, professoressa dell’università di Harvard, per la scoperta di fattori chiave nello studio delle differenze di genere all’interno del mercato del lavoro. Goldin ha stilato un ampio studio che analizza la condizione occupazionale della donna negli ultimi secoli, con un’attenzione particolare al mercato del lavoro statunitense.
Lunedì 9 settembre è stata annunciata l’assegnazione del Premio Nobel per l’economia a Claudia Goldin, Henry Lee professor presso la facoltà di economia dell’università di Harvard, già direttrice del programma di sviluppo dell’economia americana presso il NBER (National Bureau of Economic Research) dal 1989 al 2017. Presso lo stesso centro di ricerca, attualmente si occupa di questioni di genere.
La Goldin si è occupata di numerosi temi economici durante la propria carriera accademica, analizzandoli sotto prospettive storiche, demografiche e sociologiche. È stata premiata dall’Accademia Reale svedese per le scienze proprio per aver redatto un ampio studio di carattere storico sulla condizione della donna nel mercato del lavoro statunitense, discutendo in prospettiva comparata di tematiche quali la carriera e la famiglia, l’impatto della pillola anticoncezionale sulle scelte riproduttive femminili, il ciclo di occupazione delle donne negli ultimi due secoli. Tra le sue pubblicazioni più importanti, troviamo Capire il divario di genere: una storia economica delle donne americane (Oxford University Pressi, 1990), Fattori strategici nella storia economica americana del diciannovesimo secolo (University of Chicago Press, 1992), Carriera e famiglia: il viaggio secolare delle donne verso l’uguaglianza (Princeton University Press, 2021).
Il percorso accademico di Claudia Goldin
Alle prime luci di lunedì mattina Claudia Goldin è stata svegliata da una telefonata proveniente dalla Svezia che le ha annunciato la vittoria, come spesso capita alle persone che ricevono il Premio Nobel (non vengono mai rese disponibili informazioni prima del tempo). La professoressa di Harvard è la terza donna nella storia ad essere stata premiata con il Nobel per le scienze economiche, la prima donna inoltre a non condividere questo merito con altre personalità accademiche maschili, seconda laureata individuale quest’anno dopo Narges Mohammadi, Nobel per la pace.
La Goldin ha ottenuto il proprio bachelor (laurea triennale, secondo il percorso educativo italiano) alla Cornell University di Ithaca (NY), una delle università più prestigiose degli Stati Uniti (la Cornell fa parte, insieme ad Harvard, del circuito Ivy League delle università più antiche, prestigiose e selettive del paese). Ha poi perfezionato i propri studi (prima con un master – una laurea magistrale, poi con un PhD – dottorato di ricerca) all’università di Chicago, casa di molti illustri studiosi di economia statunitensi.
Come i vincitori prima di lei, Claudia Goldin ha goduto della guida accademica di importanti economisti del Novecento come Robert “Bob” Fogel, laureato con il prestigioso Nobel nel 1993 (insieme a Douglass C. North) per aver innovato l’analisi storica introducendovi tecniche quantitative tipiche della microeconomia (la microeconomia si occupa di studiare le relazioni tra i consumatori, le imprese e il mercato), e Gary Becker, uno dei più importanti economisti dell’ambiente di Chicago, il quale applicò la teoria economica allo studio delle scienze sociali. La Goldin si è infatti definita, in un’intervista rilasciata al comitato organizzativo del Nobel, una premiata di “terza generazione”.
Biologa, economista, detective
Come ha raccontato nelle prime pagine del suo scritto The economist as a detective, Claudia Goldin si è avvicinata all’economia grazie alle lezioni di Alfred Edward Kahn, illustre economista e professore (poi emerito) di economia politica all’università Cornell. La capacità di Kahn di analizzare minuziosamente il tessuto della realtà utilizzando una prospettiva di lettura economica aveva affascinato la giovane Goldin, al tempo iscritta alla facoltà di biologia. Fu l’inizio del suo percorso nel mondo delle scienze sociali.
Proprio come il detective che avrebbe sempre voluto diventare, Claudia Goldin ha imparato a sua volta a studiare la realtà, a comprenderne i sottosistemi, a trovare i fattori che determinano questo o quel fenomeno e le correlazioni tra di essi.
Il grande aumento di lavoratrici nel secolo scorso ha rappresentato uno dei macrocambiamenti più significativi all’interno dei sistemi economici dei paesi ad alto reddito: tuttavia, la persistenza di sacche di popolazione femminile non occupate (per ragioni culturali, sociali, economiche) e le differenze di reddito e di considerazione di cui fanno esperienza le donne rispetto ai propri colleghi uomini lasciano aperti molti interrogativi di natura socioeconomica riguardo il divario di genere.
La ricerca decennale della Goldin ha provato a fornire alcune chiavi interpretative per rispondere a questi interrogativi, ponendo sempre al centro del suo lavoro epistemologico fattori culturali e sociali come la famiglia, il matrimonio, il controllo delle gravidanze, l’educazione.
Il Premio Nobel significa tanto perché è assegnato a grandi idee, che generano cambiamenti di lungo periodo.