Premiata macelleria Salvini
C’è un comun denominatore nella genesi dei fascismi, i loro promotori compiono sempre due azioni preliminari prima di scatenare repressione e violenza. Innanzitutto si dichiarano sempre vittime di un’ingiustizia perpetrata da qualcuno o qualcosa: di un’egemonia straniera, di una parte della società (quasi sempre una minoranza), di un complotto, di una setta segreta, di una lobby, “dell’anonima suocere assassine”, “della Loggia dei massoni dell’ultimo giorno, basta che non sia un venerdì perché ho il golf”, e … dopo aver gonfiato la minaccia esterna sino a farla entrare in ogni piega del vissuto sociale, in ogni suo anfratto come un martellante e mefitico mantra che dai coglioni ti si infila nel cervello, le stesse “vittime di prima” ti convincono che si è reso necessario adottare delle misure straordinarie per risolvere il “loro” problema … che nel frattempo è diventato anche il tuo.
Da che mondo è mondo questi sono sempre i prodromi, sempre. Dalla guerra di Troia al “Carthago delenda est” di Catone, dalle crociate al Lebensraum e alla questione ebraica nazista, dalle guerre umanitarie all’Isis, il male peggiore si è sempre presentato al mondo come violenta cura di un altro male! Vero o presunto che sia.
Dunque, quando vogliamo capire in che direzione soffia il vento ci basta sentire da dove viene il tanfo del fiato marcio delle urla di presunte vittime pronte a tramutarsi in carnefici. Non si scappa!
E’ un po’ come chi ci fa sentire perennemente in colpa in una relazione. La presunta vittima non solo è la parte che regge in modo in passivo i fili – lamentando di continuo di non essere adeguatamente amata fino a farcelo credere – ma sarà anche la parte, che una volta raggiunto un soddisfacente grado di sicurezza, continuerà a reggere il gioco mostrando la stessa determinazione sotto forma, però, di violenza. Casomai verbale e non fisica, ma si può star certi che la tirerà fuori. Non è necessaria la sfera di cristallo per arrivarci. Uno spirito violento e rancoroso deve esternare sempre e comunque la sua indole. Quindi l’aggressività, quando non sarà più utile nella sua forma passiva, si paleserà come attiva, per poi – casomai – tornare ad uno stadio d’apparente latenza quando si renderà di nuovo utile dell’insano vittimismo per fabbricare rinnovati sensi colpa. Alla fine – “stringi, stringi” – il procedimento è sempre banale e ripetitivo; in quanto le menti limitate non possono fare a meno di riproporre schemi altrettanto banali e ripetitivi. Poi se una cosa funziona perché cambiare?
Ecco – a proposito di menti limitate -, con lo sdoganamento istituzionale di Salvini, assistiamo proprio a qualcosa del genere.
Il neo ministro degli interni da ciarliera vittima che ha raccolto negli anni facili consensi sbraitando in modo sgrammaticato contro gli stranieri che degradano la società civile, che rubano fantomatico lavoro e che seminano violenza e disagio nelle periferie delle città, ora si fa feroce promotore di un’aggressiva politica di non accoglienza; dove la non accoglienza significa perlopiù morte in mare. C’è da dire che la bestia è anche fortunata! Chi andrà mai a contare tutti i cadaveri là in fondo? Per carità! Troppo umido e profondo. L’abisso è la pacchia!
Qualcuno potrebbe dire che è passato dalle parole ai fatti. Certo, ma contro chi? Salvini, da buon fascista, trova fruttuosamente più vile aggredire il ventre molle, mostra i muscoli verso ciò che è già debole. Mica si coordina in modo istituzionale contro i criminali che fanno i loro porci comodi nel canale del Mediterraneo? Mica applica politiche di controllo nei confronti di coloro che fanno letteralmente “macelleria umana” e che guadagnano miliardi approfittando delle tragedie di persone che scappano da guerre e persecuzioni? No, troppo complicato e poco conveniente a livello di immagine! E’ preferibile una sommaria quanto apparente soluzione, un tragico specchietto per le allodole: tanto propagandistico e inutile, quanto feroce, immorale e indiscriminato. Molto meglio partecipare orgogliosamente alla mattanza.
Aveva trovato da tempo la debole e indesiderata vittima su cui accanirsi, e adesso possiede tutti gli strumenti per costruirci sopra la patetica immagine di figura forte e risoluta. L’Europa ci lascia soli con gli sbarchi? Allora lasceremo in mare migliaia di persone. In fondo la storia ci insegna che più il numero dei morti aumenta tanto più si assottiglia l’umanità che li definisce: ammazzarne uno è un crimine, ammazzarne migliaia è solo statistica. E il mare presto verrà in soccorso delle nostre coscienze cancellando tutto. Così presto non solo dimenticheremo ma appariremo addirittura forti, forti sulla pelle di emeriti sconosciuti senza nome. Italiani brava gente.
fonte immagine: Il fatto quotidiano