Povertà minorile, l’Italia al 34° posto tra i Paesi ricchi

L'UNICEF lancia un segnale di allarme attraverso la sua ultima "Report Card" sull'incidenza della povertà minorile nei 39 Paesi più ricchi del mondo. I dati rivelano una situazione critica, con più di un bambino su cinque che vive in condizioni precarie.

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Povertà minorile, l'Italia al 34° posto tra i Paesi ricchi

Povertà minorile. L’UNICEF lancia un segnale di allarme attraverso la sua ultima “Report Card” sull’incidenza della povertà minorile nei 39 Paesi più ricchi del mondo. I dati rivelano una situazione critica, con più di un bambino su cinque che vive in condizioni precarie. L’Italia, in particolare, emerge con dati preoccupanti, sottolineando la persistenza di gravi difficoltà per i più piccoli.

I dati pubblicati dall’UNICEF Innocenti – Global Office of Research and Foresight hanno rivelato che la povertà minorile continua a rappresentare una sfida significativa nei Paesi più ricchi del mondo. Il recente rapporto, intitolato “Report Card 18: Bambini poveri che vivono nei paesi ricchi“, offre una panoramica dettagliata e confrontabile sulla povertà minorile nei Paesi dell’OCSE e dell’UE. Nonostante una diminuzione generale della povertà del 8% tra il 2014 e il 2021 in 40 Paesi, oltre 69 milioni di bambini vivono ancora in famiglie che guadagnano meno del 60% del reddito medio nazionale.




Il rapporto evidenzia una disparità sorprendente tra i Paesi con livelli simili di reddito nazionale. Paesi come la Polonia, la Slovenia, la Lettonia e la Lituania, pur non facendo parte dei più ricchi dell’OCSE e dell’UE, hanno raggiunto notevoli riduzioni della povertà minorile. Al contrario, alcuni Paesi ad alto reddito come il Regno Unito (+20%) e Francia, Islanda, Norvegia e Svizzera (tutti intorno al +10%) hanno visto aumentare il numero di bambini in difficoltà economiche dal 2014.

L’Italia si posiziona al 34° posto su 39 Paesi nella classifica della povertà monetaria minorile nei Paesi ricchi.  Più di un quarto dei bambini italiani (25,5%) vive in condizioni di povertà relativa legata al reddito, secondo la media tra il 2019 e il 2021. Sebbene ci sia stata una riduzione significativa dalla percentuale del 2015, passando dal 15,8% al 7,1%, il problema delle cattive condizioni abitative coinvolge ancora il 18,1% dei bambini.

Nel 2021, senza i trasferimenti monetari, la povertà minorile italiana avrebbe raggiunto il 35,9%, ma i sussidi finanziari hanno alzato al di sopra della soglia di povertà quasi il 30% dei bambini che altrimenti vi sarebbero stati inclusi. L’Italia ha ridotto la percentuale di bambini che vivono in condizioni di grave privazione materiale, ma la posizione nel ranking evidenzia che il cammino per sconfiggere la povertà minorile è ancora lungo.

Il direttore dell’UNICEF Innocenti – Global Office of Research and Foresight, Bo Viktor Nylund, sottolinea che l’impatto della povertà sui bambini è persistente e dannoso. Vivere in condizioni di povertà riduce le possibilità di successo educativo e lavorativo, con effetti sulla salute fisica e mentale che possono durare per tutta la vita.

Le disuguaglianze si manifestano in modo evidente, con bambini provenienti da famiglie monoparentali, con disabilità o da minoranze etniche/razziali a rischio significativamente più alto. Bo Viktor Nylund, sottolinea inoltre che senza gli interventi specifici della politica, nel 2021 la povertà minorile avrebbe toccato il 35,9%.

Le disuguaglianze tra i Paesi ricchi

Il rapporto evidenzia disuguaglianze significative nel rischio di povertà, con bambini provenienti da famiglie monoparentali, con disabilità o da minoranze a maggior rischio. Di fronte a questa crisi, l’UNICEF formula raccomandazioni chiare per contrastare la povertà minorile.

Le soluzioni proposte includono l’espansione della protezione sociale attraverso assegni familiari e sussidi per i figli a carico, garantendo l’accesso a servizi di base di qualità come assistenza all’infanzia e istruzione gratuita. Inoltre, si sottolinea la necessità di creare opportunità di lavoro con retribuzioni adeguate, implementare politiche favorevoli alla famiglia e garantire misure adatte alle esigenze specifiche dei gruppi minoritari.

Raccomandazioni dell’UNICEF

Per affrontare la povertà minorile, la Report Card invita i governi a:

  1. Espandere la protezione sociale per i bambini con assegni familiari e per i figli a carico.
  2. Garantire l’accesso universale a servizi di base di qualità, come assistenza all’infanzia e istruzione gratuita.
  3. Creare opportunità di lavoro con retribuzioni adeguate e politiche favorevoli alla famiglia, come il congedo parentale retribuito.
  4. Implementare misure specifiche per gruppi minoritari e famiglie monoparentali per ridurre le disuguaglianze.

L’UNICEF ribadisce l’urgenza di affrontare la povertà minorile nei Paesi ricchi, evidenziando la necessità di politiche mirate e di interventi specifici per i bambini in situazioni vulnerabili. L’Italia, pur mostrando alcuni miglioramenti, deve ancora affrontare in maniera incisiva le sfide che continuano a minare il benessere dei suoi bambini.

In conclusione, “Report Card 18” sollecita un impegno globale per eliminare la povertà minorile, apprendendo dagli esempi di successo e attuando misure concrete per garantire il benessere dei bambini oggi e in futuro. Serve da richiamo a un’immediata e attenta azione per garantire un futuro migliore per i più giovani nelle società più ricche del mondo.

 

Felicia Bruscino

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