“Potere massonico” è l’ultimo saggio di Ferruccio Pinotti, edito da Chiarelettere. Nella sua opera uscita il 3 giugno il giornalista ci parla di uno degli argomenti più controversi della storia italiana e mondiale.
Stabiliamo un punto di partenza, per limitare già la maggioranza degli scetticismi: la Massoneria esiste. La presenza di logge massoniche in Italia e nel mondo è appurata e riconosciuta, anche se spesso non è chiara la finalità e l’entità di tali logge. Il libro di Pinotti cerca di fare il punto su questo fenomeno nel nostro Paese, percorrendo la storia della libera muratoria, e indagandone i legami con lo Stato.
Attraverso un attento lavoro di studio e analisi il giornalista padovano ricostruisce i legami tra Massoneria e Stato, nonché quelli con Magistratura, servizi segreti, ‘ndrangheta e mafie in generale. Si parte dall’unità d’Italia, analizzando la spinta massonica che ha portato a tale fenomeno, fino ad arrivare alla politica attuale.
Luci e ombre di un lavoro colossale
L’influenza massonica, secondo lo studioso, è presente in qualsiasi avvenimento storico in Italia. Dal regime fascista all’omicidio di Aldo Moro, passando per la presidenza di Napolitano, Berlusconi, la P2 e Matteo Renzi. Nessun personaggio illustre della politica italiana, passata o presente, è stato assolto dai sospetti di massoneria.
Questo maniacale lavoro di ricerca, per quanto interessante e lodevole, è forse anche il punto più debole dell’intera opera. Pur premettendo che molti dei fatti riportati siano ancora in corso di accertamento e che diverse delle teorie presentate non possano essere del tutto confermate il saggio risulta fin troppo forzato in alcune affermazioni. L’influenza massonica, in alcuni passaggi, non sembra scovata quanto imposta a priori.
Anche nell’intervista ad Agostino Cordova, procuratore che indagò i rapporti tra mafia e Massoneria, si riscontra tale tratto. Le conclusioni tratte dalle parole di Cordova (riportate integralmente) sembrano forzate, o comunque spesso non risultano troppo chiare. Va comunque evidenziato l’incredibile lavoro di ricerca fatto, che si erge monumentale in un’opera vastissima.
La scrittura, considerando la mole e la natura dell’opera, è comunque gradevole. Il saggio non si perde in facili virtuosismi che avrebbero soltanto complicato la comprensione di un argomento tanto vasto e intricato. La dialettica semplice, anche se estremamente professionale e precisa, permette di comprendere legami anche molto contorti, e non richiede particolari conoscenze pregresse.
Marzioni Thomas
molto interessante!