Possiamo abbassare la guardia e goderci l’atmosfera di ritorno alla vita normale?

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Non mi piacciono le cassandre, quelli che godono a predire sventure, i guastafeste. Quando parlo o scrivo di cose grame cerco di stimolare energia sotto forma di indignazione e se possibile rabbia, mai tristezza e avvilimento. Purtroppo il ragionamento di oggi sfugge a questa regola e non so proprio cosa farci.
Si chiamano “pandemie” perché coinvolgono tutto il pianeta.
Ciò che accade a Kuala Lumpur, a Liverpool o a Cusano Milanino differisce nei particolari ma è riferibile alla stessa matrice, in questo caso il Covid 19.
Nella civiltà globale che sposta ogni giorno e in poche ore molti milioni di persone per migliaia di chilometri tutto si diffonde rapidamente, anche le cose deleterie come MacDonald, Starbucks, le fiction, Amazon e le malattie contagiose.
L’unico virus che non è riuscito a diffondersi è il terribile Ebola, talmente fulminante da impedire a chi ne è colpito (salvo rarissimi casi) di raggiungere non dico un altro continente ma neppure il villaggio più vicino. Così non è per il Covid, la stragrande maggioranza degli infettati quasi non si accorge del virus a cui per nostra fortuna le campagne vaccinali tolgono ulteriore letalità e possibilità di diffondersi.

Possiamo rallegrarcene, abbassare la guardia e goderci questa atmosfera di ritorno alla vita normale?

Sì, ma soltanto se non ci rendiamo conto che molte più persone si spostano da Delhi a Roma impiegando molto meno tempo e fatica di quelle che lo fanno da Savona a Catanzaro.
No, se il buonsenso ci suggerisce che ciò che sta costringendo le supervaccinate Inghilterra e Israele e tanti altri paesi a tornare sui propri passi non ha nulla a che vedere con i confini di stato che il Covid disgraziatamente non conosce.
Per questo l’espressione “Tutta Italia in zona bianca” è ridicola, per questo contare contagi e decessi nel nostro minuscolo paesello è illusorio, per questo riaprire tutto così frettolosamente è un azzardo magari indispensabile per l’economia ma che certo ha poco a che fare con la tutela della nostra salute.

Mario Piazza

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