Possa il mio sangue servire: Storie della Resistenza in Italia

La Resistenza

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Aldo Cazzullo ha scritto un libro intitolato: ” Possa il mio sangue servire“. Una storia di resistenza fatta dalla gente. Per molto tempo, la Resistenza è stata considerata esclusivamente come una “cosa di sinistra”, con il fazzoletto rosso in mano e il cantare a squarciagola: “Bella ciao”. Negli ultimi anni, i partigiani sono stati considerati come carnefici, i quali si accanirono contro vittime innocenti, i “ragazzi di Salò”.

In realtà, le due versioni sono parziali e false. La Resistenza non è il patrimonio di un’ideologia soltanto, ma il patrimonio di una nazione.

La Resistenza è stata anche la storia di case che si aprirono di notte, di feriti curati nei pagliai, di ricercati nascosti in cantina. Di madri che fecero da scudo ai propri figli e di don Ferrante Bagiardi, il quale scelse di andare di fronte al plotone di esecuzione con la pace nel cuore.

Si dimentica spesso di citare i fucilati a Cefalonia, i quali decisero di morire, piuttosto che combattere a fianco dei tedeschi. Furono 600.000, gli internati nei campi in Germania, che come Giovanni Guareschi, restarono a patire gli orrori, piuttosto che andare a combattere altri italiani. La Resistenza fu fatta da partigiani comunisti, come Cino Moscatelli, ma anche da cattolici come Paola del Din, o monarchici come Edgardo Sogno. Esistettero anche i leggendari Bersaglieri, che morirono combattendo a fianco degli Alleati.




L’Italia, con i suoi condannati per corruzione, la sua partitocrazia e la sua casta politica, ha visto morire in passato uomini e uomini per un ideale, che oggi tendiamo a dimenticare.

Possa il mio sangue servire per ricostruire l’unità italiana e per riportare la nostra terra a essere onorata e stimata nel mondo intero.

Capitano Franco Balbis decorato a El Alamein e fucilato dai fascisti il 5 aprile 1944.

 

 

La Resistenza: storie di coraggio

La Resistenza di questo libro è il racconto di una comunità intera. Un sentimento comune che attraversò tutti fu l’appartenenza nazionale, dopo la caduta di un regime che aveva macchiato il nome e la reputazione dell’Italia.

Numerose furono le persecuzioni e le tragedie perpetuate dai nazifascisti. La Resistenza appartenne a uomini e donne comuni, che hanno lottato per creare un mondo migliore.

Per molto tempo gli storici si sono chiesti come mai le memorie degli italiani siano così divise e conflittuali. La verità è che troviamo difficoltà a uscire dallo schema rigido della Resistenza di parte. Ci sono state molte persone che pur non essendo andate a combattere nelle montagne e non aver affrontato con le armi i nazisti, hanno contribuito in maniera decisiva alla Resistenza.

Il libro si compone di un insieme di voci e storie. La voce dei condannati a morte, i quali scrissero lettere commosse ai propri cari prima di venire fucilati. La voce dei soldati di Cefalonia, che per tanto tempo è stata oscurata dalle celebrazioni ufficiali della Resistenza. Le voci delle suore di Firenze, le quali hanno dato rifugio agli ebrei braccati dai nazisti e aiutato i torturati.

La storia del rabbino Pacifici, rifugiato nell’istituto Santa Marta di Settignano, e lo sterminio della sua famiglia ad Auschwuitz. Le storie degli internati nei campi, che non si piegarono alle atrocità naziste, come Beniamino Andreatta, padre di Nino. I sacerdoti morti davanti al plotone di esecuzione, perché accusati di aiutare la Resistenza. I contadini che nascondevano i perseguitati dai nazifascisti.

La Resistenza è stata una guerra civile dove italiani hanno combattuto contro altri italiani. Molti furono coloro che morirono, invece, per un ideale ormai sconfitto. Giovani che seguirono Mussolini fino alla morte.

La Resistenza: Gli studenti di Montesacro

Molte sono le storie di Resistenza e morte. I primi a Cefalonia; le donne come Cleonice Tomassetti e la rivolta a Napoli. Tutto ciò per lavare l’onta e riscattare l’orgoglio italiano.

Una targa consumata dalle intemperie fa sì che non si dimentichi una delle pagine più dolorose del nostro passato. Tredici nomi di eroi uccisi dai tedeschi e dalle milizie fasciste.

L’8 settembre, l’Italia venne occupata dai tedeschi. Un giovane di origini catanesi creò “l‘Associazione Rivoluzionaria Studentesca Italiana”, una rete di cooperazione di studenti del Liceo Orazio Quinto Flacco, ma anche di universitari. Commettevano azioni di sabotaggio e di reperimento armi contro le armate nazifasciste. Ferdinando Agnini e Nicola Rainelli furono i protagonisti di questa rete di Resistenza. Essi operavano anche con forme di propaganda intorno a un giornale: “La Nostra Lotta”.

Attentati, sabotaggi e uccisioni di capi militari fascisti generarono delle rappresaglie violente. Tra il 1943 e il 1944, le SS riuscirono a scoprire i nomi di questa rete. Molti furono arrestati e mandati ai campi di lavoro. Orlando Orlandi Posti, un giovane facente parte dell’Associazione, fu fucilato alle Fosse Ardeatine. Nicola Rainelli si salvò, combattendo fino alla Liberazione. Ferdinando Agnini fu arrestato e trucidato.

La memoria della Resistenza purtroppo sta svanendo, perché i partigiani stanno morendo e quindi tocca a noi tramandare ai nostri figli le loro storie. Ogni generazione ha le sue guerre da combattere, i nostri nonni riuscirono a uscire dalle macerie della II Guerra Mondiale, ora sta a noi vincere la guerra contro la crisi e il degrado morale del nostro Paese.

 

 

 

Tamara Ciocchetti

 

Per informarsi: https://www.ibs.it/possa-mio-sangue-servire-uomini-libro-aldo-cazzullo/e/9788817082327

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