Il Portone del Diavolo, un angolo insolito e misterioso a Torino

Prima di inziare a parlare del Portone del Diavolo è necessario aprire una piccola parentesi su una delle città più affascinanti e misteriose d’Italia. Come pochi sanno Torino fa parte di due triangoli detti della magia bianca e della magia nera.

Insieme a Praga e a Lione è parte del triangolo della magia bianca, invece insieme a Londra e San Francisco appartiene a quello che viene definito triangolo della magia nera. È curioso sapere che sia l’unica città italiana a far parte di ben due contesti mondiali e singolari.

Portone del Diavolo

Il luogo di cui stiamo parlando è il misterioso palazzo Trucchi di Levaldigi che dai torinesi viene comunemente chiamato il Portone del Diavolo, andiamo a scoprire perchè. Questo palazzo, che oggi ospita la sede dela Banca Nazionale del Lavoro di Torino, è stato eretto da Amedeo di Castellamonte nel 1673 e si trova nelle prossime vicinanze di piazza San Carlo.



L’elemento più misterioso ed inquietante di tutti è però il suo portone che ancora oggi presenta le decorazioni di un tempo. Innanzi tutto, la leggenda narra che gli abitanti di Torino dichiararono l’arrivo del portone dal giorno alla notte. Questo fatto misterioso fece subito pensare che dietro alla sua realizzazione si nascondesse qualcosa di sinistro.

Le figure sul portone

La situazione peggiora quando si iniziano a guardare i dettagli del portone. Il battente è raffiugurato con Satana che possiede corna e bocca spalancata dalla quale escono due serpenti che si mordono reciprocamente. Ma non è finita, appena sopra satana, all’angolo destro è presente una figura molto inquietante che sembra raffigurare un piccolo demonio. Sullo stesso piano, ma sul lato sinistro, vi è un topo che rappresenta l’essere immondo per eccellenza.

Oltre alle figure piuttosto spaventose il Portone del Diavolo racconta anche una storia molto interessante, quella della vita. Sul lato sinistro sono presenti alcuni fiori rigogliosi ed un ragazzo giovane che sta a simboleggiare la giovinezza. Mentre sul lato destro ci sono fiori appassiti e una figura anziana che sta a simboleggiare la vecchiaia e la fine prossima della vita.



portone del diavolo
Il battente che raffigura Satana



Eventi spaventosi

Oltre alle figure pragmatiche che decorano lo strano portone è necessario sottolineare un altro dei motivi per il quale questo palazzo gode di una sinistra fama. È il 1790 e in questo palazzo vi abita Marianna Carolina di Savoia la quale decide di organizzare una meravigliosa festa di carnevale che durerà per tre giorni e tre notti. Durante il balletto eseguito dalle danzatrici, una di queste, Emma Cochet, cade a terra ferita mortalmente da una pugnalata. Di questo delitto non si scoprì mai nè l’arma del delitto nè il colpevole. Ma non è finita, un altro delitto bagna di sangue le stanze di questo palazzo.

Questa volta è il 1817 e proprio durante l’occupazione francese il maggiore Melchiorre Du Perril, che possedeva documenti segreti, sparisce misteriosamente dopo essere entrato nel palazzo. Il maggiore non venne mai più ritrovato finchè ben vent’anni dopo, grazie ad alcuni lavori di ristrutturazione, venne scoperto il suo scheletro tra due muri laterali. Fu possibile identificare i resti grazie alla presenza di alcuni pezzi dell’uniforme.

Questo è solo uno dei tantissimi misteri che avvolgono la magica e stupenda Torino.

Rebecca Romano

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