In occasione dell’undicesimo summit della CPLP (la Comunità dei Paesi di lingua portoghese) svoltosi di recente a Brasilia, il premier portoghese António Costa ha annunciato che la proposta di inoltrare la richiesta per far sì che il portoghese venga incluso tra le lingue ufficiali dell’ONU è stata approvata.
Attualmente, le lingue ufficiali dell’ONU sono l’inglese, il francese, lo spagnolo, il russo, il cinese e l’arabo. L’inclusione del portoghese contribuirebbe a portare ancora di più l’attenzione mondiale su un Paese, come il Brasile, che insieme alla Russia e alla Cina vanta una forte e ancora attuale crescita del prodotto interno lordo e della quota nel commercio universale.
La proposta nasce dalla volontà del Presidente brasiliano Michel Temer di facilitare e consolidare le relazioni tra CPLP e Nazioni Unite. La Comunità venne formata nel 1996 a Lisbona con l’obiettivo di rappresentare la mutua amicizia fra le nazioni lusofone del mondo; ad oggi include Angola, Brasile, Capo Verde, Guinea Bissau, Guinea Equatoriale, Mozambico, Portogallo, São Tomé e Príncipe e Timor Est. L’inclusione (non ancora avvenuta) di Macao e Goa, anch’essi lusofoni, dipende rispettivamente dall’approvazione del governo cinese e di quello indiano. Le nazioni che fanno parte della CPLP contano più di 200 milioni di abitanti e occupano un territorio di circa 10.742.000 km² (superiore maggiore a quella del Canada). Tra le iniziative più importanti figurano senza dubbio il programma HIV-AIDS a sostegno dei cinque stati membri africani, il progetto di emergenza per la ricostruzione delle istituzioni in Guinea Bissau e la ricostruzione della giustizia e dell’amministrazione pubblica di Timor Est.
La CPLP sta sviluppando inoltre un progetto per favorire la mobilità delle persone nei Paesi di lingua portoghese, che potrebbe diventare effettivo già a partire dal 2019. Fra le facilitazioni previste spiccano visti di entrata multipla per uomini d’affari e altre figure che viaggiano spesso per lavoro, la riduzione delle tasse dovute per periodi di visita brevi e il diritto alla terapia medica e al permesso di residenza per tutti i cittadini della CPLP in ognuno degli stati membri. La proposta per l’adozione di una cittadinanza comune (già in atto tra Brasile e Portogallo) non è stata accolta a causa dell’opposizione dell’Angola e del Mozambico.
Francesca Fiacco