Sulla prestigiosa rivista medica The lancet è appena stato pubblicato uno studio sugli sviluppi previsti della popolazione mondiale da qui al 2100 e i risultati sono completamente differenti dalle stime precedenti, superato il picco nella seconda metà del secolo ci ritroveremo con popolazione mondiale in declino, con stime per il 2100 ben due miliardi inferiori a quelle precedenti.
Le previsioni della United Nations Population Division parlavano di crescita continua per il futuro prevedibile, a fronte di alcuni paesi come l’Italia che sono a crescita negativa da tempo la crescita della popolazione globale non accennava a diminuire.
Ma la nuova ricerca, guidata dal dottor Christopher Murray, della Health Metrics and Evaluation (IHME) dell’Università di Washington, condotta con nuovi metodi per la previsione di mortalità, fertilità e migrazioni prevede che si toccherà un picco di 9,7 miliardi attorno al 2067 ma che per il 2100 ci ritroveremo con popolazione mondiale in declino a 8,8 miliardi.
I motivi del declino previsto della popolazione verso la fine del secolo:
L’educazione sessuale delle ragazze e l’accesso a metodi di contraccezione stanno aumentando in tutto il mondo e questo abbasserà il Tasso di fecondità totale (Total fertility rate abbreviato in TFR) anche in paesi meno sviluppati, in alcuni paesi occidentali il tasso poi precipiterà a livello bassissimo rispetto al tasso di sostituzione di 2,1.
Credo sia abbastanza intuitivo cosa vuol dire tasso di sostituzione, con una natalità media di 2,1 figli per donna la popolazione è stabile, al disopra aumenta, al disotto si va in diminuzione.
Alcune proiezioni sulla popolazione mondiale al 2100
Per la fine del secolo 183 paesi sui 195 presi in considerazione avranno un TFR sotto il tasso di sostituzione.
A fronte di 2,37 miliardi di ultra sessantacinquenni avremo solo 1,7 miliardi sotto i 20 anni, il che renderà inevitabilmente necessarie politiche più liberali in materia di immigrazione.
Parlando di singoli paesi indovinate chi avrà il primato della denatalità? Non noi ma siamo lassù sul podio. Italia e Spagna precipiteranno a 1,2, la Polonia addirittura a 1,17.
Considerate che quando si sta sotto il fatidico 2,2 uno 0,1 di differenza si traduce con mezzo miliardo in più o meno a livello globale, attualmente il TFR mondiale è 2,37 per il 2100 secondo lo studio sarà a 1,66.
A parte l’Italia e alcuni paesi del centro Europa saranno i paesi asiatici i protagonisti della decrescita, la popolazione del 2100 sarà dimezzata rispetto a quella del 2017 per: Italia, Spagna, Portogallo, Giappone, Corea del Sud e Thailandia. Ma anche per il gigante cinese il calo potrebbe andare da un 25% fino al 50%.
Conseguenze del declino della popolazione
In Italia le conosciamo bene già ora, se la sovrappopolazione a livello mondiale è un serio problema le conseguenze di un inversione di rotta producono effetti con cui si dovranno fare i conti: una contrazione della forza lavoro globale, invecchiamento della popolazione con relativo peso da sopportare per sistema sanitario e del welfare. Inoltre spostamenti della distribuzione della popolazione dovuti a migrazioni e a cambi di natalità si rifletteranno sugli equilibri del potere mondiale.
Le previsioni economiche dicono che nel 2035 il PiL cinese supererà quello statunitense, ma questo calo della natalità porterà gli USA a riprendersi la prima posizione nel 2098 se sostenuta da flussi migratori pari a quelli attuali.
Roberto Todini