PONTIDA: i parcheggi rosa che discriminano le donne
Anche a Pontida, comune Bergamasco, arrivano i parcheggi rosa per le donne. La città roccaforte della Lega Nord, approva il decreto, con otto voti favorevoli e due contrari. Si tratta nello specifico dell’articolo 4 del nuovo regolamento del Comune per la gestione dei parcheggi. L’assessore al territorio Emil Mazzoleni redige questa nuova direttiva, ma alla base c’è una grande limitazione: i parcheggi non sono per tutte le donne.
Non possono infatti usufruire dei parcheggi rosa le donne che non sono etero e che non hanno la cittadinanza italiana. In poche parole, se sei lesbica o extracomunitaria devi cercare posto per l’auto altrove.
Una legge che va a favore solamente per chi è all’interno di un nucleo famigliare naturale e addirittura ci saranno deroghe per tutelare le ragazze madri e quelle non residenti nel comune di Pontida. A patto che rientrino nei criteri. I parcheggi che avrebbero dovuto essere un’agevolazione per le donne in gravidanza, diventano motivo di discriminazione.
Ci sono state però voci fuori coro che hanno espresso il loro dissenso. Come Gionata Ghilardi, capogruppo di Viviamo Pontida. L’uomo afferma che “È una scelta inconcepibile e inaccettabile” e che durante il consiglio comunale si è rivolto anche alle due donne presenti “ho chiesto come hanno potuto votare a favore di un provvedimento tanto discriminante per altre donne”.
“In pratica con questa decisione qualcuno sostiene che a Pontida esistono delle donne di serie A e di serie B. Si può essere più cattivi?”
Mentre Marilena Grassadonia, presidente di Famiglie Arcobaleno dichiara:
“Fa veramente sorridere che un’amministrazione comunale sia così lontana dalla realtà… le donne hanno la possibilità di mettere al mondo dei figli, se vogliono, in quanto donne, non solo se fanno parte di una categoria specifica”.
Ancora una volta il razzismo dilaga in Italia e non si ferma neanche davanti alle future mamme. Non si comprende che non ci sono differenze.
“Ci sono donne lesbiche, donne eterosessuali, donne bisessuali che desiderano diventare madri. Sono tutte donne e vanno tutelate in ogni caso. E poi come fa il comune di Pontida a capire se una gestante è eterosessuale o lesbica? Gli fa compilare un modulo? Siamo alla follia”
Silvia Rosiello