Il dibattito sul Ponte sullo Stretto ha recentemente preso una svolta decisiva con l’ufficiale approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione della società Stretto di Messina del progetto definitivo, insieme alla documentazione progettuale necessaria per il riavvio di questa mastodontica opera infrastrutturale. Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha comunicato con entusiasmo le prospettive future durante il question time a Palazzo Madama, annunciando l’apertura dei cantieri entro il 2024 e l’avvio del traffico stradale e ferroviario sul ponte entro il 2032.
Un progetto che, nel corso dell’ultimo anno, è stato rivisitato dal consorzio Eurolink, vincitore dell’appalto nel 2005, portando con sé un aumento significativo dei costi, stimati ora a 14,5 miliardi di euro. Il progetto, ambizioso nella sua concezione, prevede la realizzazione del ponte sullo stretto a campata unica più lungo al mondo, con specifiche tecniche impressionanti, tra cui una lunghezza complessiva di 3.660 metri e una campata sospesa di 3.300 metri.
Tuttavia, la strada verso la realizzazione di questa infrastruttura è ancora lunga e disseminata di ostacoli burocratici. Prima di gettare la prima pietra, sarà necessario superare diverse tappe, tra cui la conferenza dei servizi, la valutazione di impatto ambientale, e la gestione degli espropri. Quest’ultima questione, in particolare, è al centro delle critiche sollevate dal Movimento No Ponte, una rete di comitati e associazioni che si oppongono fermamente alla costruzione del ponte.
Il via libera e le ambizioni di Salvini sul Ponte di Messina
Il Consiglio di Amministrazione della società Stretto di Messina ha recentemente approvato la relazione di aggiornamento al progetto definitivo del Ponte sullo Stretto, segnando un passo significativo verso la realizzazione di questa mastodontica infrastruttura. A comunicare l’ufficiale via libera al Parlamento e al Paese è stato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, durante il question time a Palazzo Madama. Salvini ha annunciato con fervore l’intenzione di aprire i cantieri entro il 2024, con la visione di aprire al traffico stradale e ferroviario il ponte entro il 2032.
Il riavvio del progetto e l’aumento dei costi
Nell’ultimo anno, il progetto definitivo del 2011, da cui l’esecutivo ha deciso di ripartire, è stato soggetto a un’importante revisione da parte del consorzio Eurolink, vincitore dell’appalto nel 2005. Nel frattempo, il costo complessivo per la realizzazione dell’opera è salito a un imponente totale di 14,5 miliardi di euro.
Il progetto del ponte sullo stretto di Messina propone la costruzione del ponte a campata unica più lungo al mondo, con specifiche tecniche che sorprendono. La lunghezza totale raggiungerà i 3.660 metri, con una campata sospesa di 3.300 metri. Le due torri di sostegno, composte da due piloni collegati da tre travi orizzontali, avranno un’impressionante altezza di 399 metri.
La lunga strada verso i lavori
Nonostante il via libera, la strada per l’inizio dei lavori sul ponte di Messina è ancora lunga. La conferenza dei servizi, la valutazione di impatto ambientale (VIA), le discussioni sugli espropri e l’approvazione del progetto esecutivo sono solo alcune delle tappe da affrontare. Opere propedeutiche come bonifiche, indagini archeologiche, geognostiche e geotecniche saranno necessarie prima di posare la prima pietra.
Aumento esponenziale dei costi e opere accessorie
Rispetto alla prima versione del progetto del ponte sullo stretto di Messina, i costi preventivati hanno subito un notevole incremento. Nel 2011, la Corte dei Conti stimava una spesa di 6,3 miliardi di euro, passata a 8,5 l’anno seguente. Oggi, invece, i costi si sono alzati a 13,5 miliardi di euro, cui va aggiunto un miliardo per le cosiddette opere accessorie. Oltre al ponte sullo stretto di Messina, saranno costruiti 40 chilometri di raccordi stradali e ferroviari. A Messina, è prevista la costruzione di una nuova linea metropolitana con tre fermate sotterranee.
Le contestazioni del Movimento No Ponte
I troppi elevati costi e le problematiche di sicurezza e impatto ambientale del ponte sullo stretto di Messina sono i principali punti all’ordine del giorno che il Movimento No Ponte sta contestando contro il ponte sullo Stretto. Questa è una realtà locale e nazionale unita ad una rete di comitati e associazioni, concentra la sua battaglia sulla questione degli espropri. Il comitato Noponte Capo Peloro ha annunciato una mobilitazione in vista di un’assemblea degli espropriandi il prossimo 16 marzo.
Le contestazioni politiche e il dibattito pubblico
Pd e Alleanza Verdi Sinistra hanno recentemente presentato un esposto in Procura contro il ministro Salvini per l’operazione Ponte sullo Stretto, sollevando dubbi sull’iter che ha portato a rimettere in piedi la società Stretto di Messina e a far ristabilire i contratti della gara del 2008. Mentre Salvini esulta, il Wwf ricorda le risorse bloccate fino al 2032 senza stime credibili sui costi finali dell’opera. La trasparenza del processo è messa in discussione, e le opposizioni denunciano il dirottamento di 1,6 miliardi di euro dai Fondi per lo sviluppo e la coesione di Sicilia e Calabria per finanziare il progetto.
La speranza e i dubbi sul futuro
Con l’inizio dell’iter ministeriale destinato a concludersi con l’approvazione del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile a giugno, i fautori dell’opera sperano che entro la prossima estate comincino alcuni lavori preliminari, seguiti dal ponte vero e proprio l’anno successivo. Il dubbio più grande pende sui costi, che non devono superare il 50% di quelli previsti dalla gara iniziale, con la conseguenza dell’annullamento di tutto l’iter e l’avvio di un altro.
Le critiche sullo stretto del ponte di Messina crescono
Salvini esulta, ma crescono le critiche. Il Wwf denuncia il blocco di ingenti risorse senza stime credibili sui costi finali e sulle ricadute sull’ambiente e il territorio. I partiti del Pd e Alleanza Verdi Sinistra, tre giorni fa, hanno presentato un esposto alla procura sulla poca trasparenza che circonda il Ponte e il suo iter. Il M5S, con la capogruppo in commissione trasporti alla Camera, Gabriella Di Girolamo, fa notare il silenzio tombale di Fratelli d’Italia. La trasparenza, i costi e le prospettive future del Ponte sullo Stretto sono al centro di un dibattito pubblico che promette di diventare sempre più acceso.
Lucrezia Agliani
Voler far passare per mera opposizione politica al progetto una serie di legittime perplessità su un’opera così costosa e sproporzionata rispetto alle infrastrutture ( e al loro stato) presenti nelle due Regioni che dovrebbero trarne il maggior beneficio, non è una posizione seria e lungimirante.
Vero è che le tensioni politiche nel Paese non sono mai state così fortemente quasi esclusivamente propagandistiche, da ambo ke parti.
Seguiremo con interesse l’evoluzione del progetto, non nascondendoci seri dubbi sulla possibilità che il tutto si traduca in una delle tante, troppe occasioni di sperpero di denaro pubblico.
Occasione di sviluppo, anche occupazionale, o di solo affarismo politico e malavitoso ?
Presto per dirlo …. ma il rischio di infiltrazioni mafiosae o della ndrangheta è, purtroppo, molto concreto.
Il frequente ricorso alle urne e la continua ricerca di consensi ad ogni costo, non può farci escludere che questo ambizioso progetto, sulla cui effettiva necessità ci sarebbe tanto da dire, sarà un’altra opera incompiuta, utile solo ad ingrassare “certa” politica.
Ultimo aspetto da non sottovalutare la nota e importante sismicita’ della zona.
Percio’, visti i tempi preventivati per il completamento dell’opera ….. ai posteri l’ardua sentenza.