Pompei un modello per l’Europa. Dal cedimento della Schola Armaturarum alle esaltazioni dell’Unesco è stato ultimato un percorso virtuoso che ha posto Pompei in vetta ai siti archeologici di tutto il mondo. Oltre al numero delle visite il sito archeologico è risultato tra i migliori mantenuti e valorizzati. Pieno merito alla direzione del parco archeologico e del pool di esperti del Grande Progetto Pompei. Un team che ha pianificato le azioni di recupero con un’aperta visione urbanistica.
La somma complessiva stanziata, attraverso l’intervento di tutela dell’area, era di 105 milioni di euro. Cofinanziamento Ue: 75%, quota nazionale: 25%. Fondi gestiti con trasparenza e uno straordinario controllo da parte di una struttura costituita appositamente per la parte degli appalti. Entro la fine del 2018, ad esclusione di ulteriori intoppi, è prevista la chiusura dei cantieri e la riconsegna del sito archeologico di Pompei alla sua gestione ordinaria.
Pompei modello in Europa
Quello di Pompei raffigura un percorso che in due anni ha permesso di restituire al pubblico 37 domus. Restaurate e riaperte al pubblico. Altrettanto per interi quartieri e reti viarie messe in sicurezza. L’attività di monitoraggio costante del sito, mostre allestite, per la prima volta, all’interno dell’area archeologica.
Il risultato conseguito è, soprattutto, il risultato di un perfetto lavoro di squadra interdisciplinare. Non solo, anche l’espressione del buon funzionamento di un’adeguata macchina amministrativa, che ha visto a più livelli l’unione delle istituzioni, inclusa l’Ue. Verso un obiettivo comune.
La rinascita del sito archeologico di Pompei rappresenta un passo fondamentale per l’immagine internazionale del Paese oltre che un punto di riferimento per lo sviluppo di tutto il territorio. Ciò è stato reso possibile mediante l’elaborazione di un programma straordinario ed urgente. Un lungo percorso, avviato con la programmazione europea 2007-2013 poi trasportato sulla nuova programmazione europea 2014-2020.
Un programma diviso trai interventi conservativi, prevenzione, manutenzione e restauro, ben gestito per la rinascita di Pompei. La stessa Commissione Europea lo considera modello di intervento in Europa nei beni culturali.
Il Grande Progetto Pompei
In seguito al crollo Schola, avvenuto sette anni fa, il Parco archeologico di Pompei ricevette un’attenzione mediatica negativa. In quell’occasione l’Europa stanziò dei fondi per conservare il fascino di una città la cui vita fu interrotta tragicamente quasi 2000 anni fa, con l’eruzione del Vesuvio. Nacque così il Grande Progetto Pompei.
Azione del governo italiano inteso a rafforzare l’efficacia delle azioni e degli interventi di tutela nell’area archeologica di Pompei. Finanziato dalla Commissione Europea con Fondi Comunitari quale Grande Progetto Comunitario. Con Decisione comunitaria n. C (2012) 2154 del 29 marzo 2012 a valere su risorse del Programma Operativo Interregionale “Attrattori culturali, naturali e turismo” FESR2007-20013 (POIn).
Il settore turismo, nel 2017 ha confermato la considerevole attenzione da parte di cittadini e turisti per il Parco archeologico di Pompei. La costante crescita dei visitatori, con un tasso dell’8% in più, ha permesso di superare il record del 2016. Nel 2013 gli accessi agli scavi di Pompei erano stati 2.472.098. Il 2016 ne ha registrati 3.377.433. Ciò è dovuto soprattutto agli interventi realizzati da tale progetto.
Il Grande Progetto Pompei sì è rivelato un importantissimo investimento edificato su un approccio straordinario. Incentrato alla conservazione del sito archeologico quale non si era mai avuto. La Pompei sepolta, negli ultimi 5 anni, ha ritrovato la sua giusta dimensione nel panorama internazionale, con un boom di visitatori da tutto il mondo che ha eletto Pompei modello in Europa.
Felicia Bruscino