La polpa di caffè: più che semplice scarto
La polpa di caffè viene comunemente trattata come prodotto di scarto e corrisponde circa al 50% del peso complessivo di un raccolto di caffè. Uno studio iniziato nel 2018 dall’ETH di Zurigo e l’Università delle Hawaii e pubblicato sulla rivista Ecological Solutions and Evidence della British Ecological Society dimostra come la polpa di caffè abbia un impatto incredibilmente positivo su alcune zone tropicali che hanno subito deforestazione. Lo studio si è svolto nel sud del Costa Rica in un’ex fattoria di caffè, a Coto Brus. L’appezzamento di terreno su cui i ricercatori hanno sperimentato è un vecchio terreno agricolo ormai inutilizzabile di 35 x 40 m.
L’inizio dello studio
A febbraio 2018 mezzo metro di polpa di caffè è stato distribuito su questo terreno, lasciando un equivalente porzione di terreno adiacente libero da materiale organico. Il terreno è stato poi suddiviso in quattro aree di controllo per essere studiato una volta al mese per i primi sei mesi e successivamente ogni sei mesi.
I primi risultati
Dopo due anni la composizione del suolo dove era stata deposta la polpa di caffè era significativamente cambiata: la percentuale di carbonio , azoto, fosforo, ferro, zolfo e magnesio era decisamente maggiore che nella zona di controllo priva di materiale organico. In particolare la presenza di fosforo è degna di nota poiché proprio questo minerale contribuisce alla crescita di piante indigene del Costa Rica.
La situazione attuale
Dopo quattro anni lo strato organico è stato completamente assorbito dal suolo e oggi in quel campo sta ricrescendo una giovane foresta di alberi e piante autoctone alta quattro metri. In questo momento ancora non si è certi di quanti nutrienti rimarranno negli anni ma è probabile che il terreno ne beneficerà a lungo. Secondo lo studio la polpa di caffè ha soffocato le erbe da pascolo che crescevano in quell’area alimentando lo stabilimento di piante arboree. Questo fattore è molto importante perché l’erba da pascolo fa concorrenza alla crescita di alberi e piante tropicali e riduce la probabilità di crescita di queste piante in stabilimenti abbandonati. Per questo aspetto la polpa di caffè potrebbe essere una buona alternativa ai comuni erbicidi che risultano dannosi e inquinanti per il suolo nei lunghi periodi. I suoli dei vecchi pascoli sono spesso poveri di nutrienti perché prima di essere abbandonati vengono sfruttati al massimo.
Non è il primo esperimento
Le scoperte di questo studio potrebbero avere un impatto davvero positivo sulle coltivazioni e sulla rivitalizzazione di terreni praticamente aridi dove le piante tropicali non riescono ad attecchire. Già nel 2001 era stato svolto un simile esperimento nella stessa zona, in cui al posto degli scarti del caffè furono utilizzati gli scarti della produzione di arance. L’esperimento fu concluso nel 2005 e oggi, a sedici anni di distanza, i nutrienti del compost depositato sul terreno all’epoca sono ancora presenti e vitali per la vegetazione del luogo.
La polpa di caffè non è ancora la risposta definitiva
Tuttavia i ricercatori hanno spiegato anche che, per essere certi dei benefici della polpa di caffè sui terreni abbandonati, saranno necessari nuovi esperimenti tenendo conto anche del luogo e della composizione del suolo che si sta studiando. Infatti, ricerche preliminari in diversi siti di pascolo a Veracruz (Messico) hanno mostrato un tasso di recupero molto più basso. Il recupero dipende anche da fattori locali e paesaggistici che in questo studio non sono stati considerati, serviranno nuovi e altri esperimenti per accertare la validità dell’utilizzo della polpa di caffè per recuperare terreni.
Il nostro bisogno di cambiamento
Tuttavia questa scoperta potrebbe diventare il nuovo orizzonte dell’ecosostenibilità. Usare materiale organico di scarto per soffocare le erbe da pascolo e nutrire terreni poveri di nutrienti potrebbe essere un’interessante soluzione al problema della deforestazione andando incontro agli Accordi di Parigi. L’Accordo di Parigi è il primo accordo globale giuridicamente vincolante entrato in vigore nel 2020 il cui scopo è di ridurre notevolmente le emissioni per contenere il riscaldamento globale.
La polpa di caffè, forse un nuovo orizzonte
Il recupero dei terreni utilizzando la polpa del frutto di caffè è potenzialmente una salvezza che permetterebbe di diminuire drasticamente l’uso di erbicidi e riesce a restituire al suolo tutti quei nutrienti che servono per ricostruire, un pezzo alla volta, molte aree deforestate ed esauste del pianeta. Serviranno ancora molti studi ed esperimenti prima di poter dire con certezza che la polpa di caffè è davvero una mano santa per i terreni abbandonati del pianeta, ma questo studio è sicuramente un piccolo passo per un futuro migliore e più sostenibile.