L’omicidio di George Floyd a Minneapolis ha fatto riemergere l’antico problema della brutalità della polizia nei confronti della comunità afroamericana. In particolare la società statunitense è accusata di razzismo sistemico. Studi a livello nazionale cercano di dimostrare che, nel caso specifico delle forze dell’azione della polizia, non ci sarebbero pregiudizi etnici strutturali.
A settimane dall’inizio delle proteste, gli Stati Uniti si affidano a studi nazionali per analizzare la situazione. Secondo alcuni di questi studi non ci sarebbero pregiudizi strutturali nel sistema giudiziario statunitense, ma solo i risultati di una società ineguale e certe classi sociali fortemente colpite da povertà e criminalità.
Dati alla mano: la polizia e i pregiudizi
Nel 2019 la polizia ha sparato mortalmente a 1.054 persone, la maggior parte delle quali sembrerebbe fossero armate o potenzialmente pericolose. Di questo numero, la percentuale afroamericana è rappresentata da 249 persone, in un trend in leggera diminuzione dal 2015. Il numero di vittime afroamericane per mano della polizia risulta relativamente basso se messo in rapporto con tasso di criminalità che caratterizza questa comunità etnica. Il The Wall Street Journal riporta che nel 2018 i reati commessi dagli afroamericani rappresentavano il 53% degli omicidi e il 60% delle rapine. La comunità afroamericana rappresenta il 13% della popolazione totale statunitense.
Secondo il database del Washington Post, la polizia nel 2019 ha ucciso 9 afroamericani non armati e 19 bianchi non armati. La tabella di mappingpoliceviolence.org riporta numeri maggiori, con 28 afroamericani non armati e 51 bianchi non armati rimasti uccisi in scontri a fuoco con la polizia nello stesso anno. Nel 2018 il numero di afroamericani vittime di omicidi era di 7.407 persone. Presupponendo un simile numero nel 2019, le vittime delle sparatorie della polizia rappresentano un numero molto piccolo rispetto al totale.
Dati alla mano: la polizia e i rischi
Sempre secondo il database del Washington Post, un ufficiale di polizia rischia 18,5 volte in più di essere ucciso da un maschio afroamericano rispetto al contrario. Uno studio del Dipartimento di Polizia di Philadelphia ha riscontrato, infine, che i poliziotti bianchi sono meno propensi a sparare rispetto ai colleghi afroamericani o ispanici.
Researchers at the Univ. of Chicago “found not a single [US] police department was operating under guidelines that are compliant with the minimum standards laid out under international human rights laws.” 👀 https://t.co/B1ytf7O2DE
— David Roberts (@drvox) June 23, 2020
Conclusioni
Secondo gli studi riportati, la causa per cui gli omicidi degli afroamericani sono otto volte superiori rispetto al numero di omicidi di bianchi e ispanici non sarebbe legata alle sparatorie con la polizia. La causa è la violenza criminale.
Razzismo sistemico o meno, rimane indubbio che la polizia statunitense faccia un utilizzo della forza eccessivo. Spesso utilizzando metodi che, quando si trovano a dover fronteggiare persone armate o potenzialmente pericolose, vanno ben oltre le misure precauzionali necessarie. Inoltre, gli omicidi da parte della polizia vengono condannati solamente nell’1% dei casi e quasi sempre solo in presenza di prove video.
I poliziotti arrestati per la morte di George Floyd devono essere puniti per uso eccessivo della forza, indifferenza verso la sofferenza di un essere umano e omicidio. Tuttavia, la paura è che queste proteste possano generare una riduzione delle forze dell’ordine sul territorio nazionale. In alcune zone potrebbe comportare il rischio di un incremento della criminalità e una minor sicurezza.
Noemi Rebecca Capelli