Cari politici positivi al Covid-19 forse è il caso di ridimensionare la propaganda

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Cari politici fate molta attenzione a quello che dite, perché vi si può ritorcere contro.

In tutto il mondo il Covid-19 spadroneggia. I governi si trovano a dover fare i conti con questo nemico invisibile che non lascia scampo. Non ha colore, non ha cultura, né fazione politica. Non fa distinzione di genere, né di causa. Sono stati contagiati principi, attori, calciatori, personaggi dello spettacolo che nell’immaginario collettivo sono intoccabili, immuni. Invece, questo virus non s’interessa ad alcuna posizione. Lo stanno intuendo con rammarico sopratutto coloro che hanno puntato il dito verso il prossimo e poi sono stati contagiati. In una situazione d’emergenza, sentirsi invincibili non paga. Così è accaduto a molti politici positivi al Covid-19.

In tutto il mondo, i politici positivi al Covid-19 sono tanti. Alcuni di loro si sono esposti per trovare un colpevole tra gli oppositori, oppure,  con scarsa sensibilità, pur di non mostrarsi deboli, hanno consigliato alle persone di abituarsi alla perdita. Questo è assurdo. Anziché impegnarsi per scongiurare un pericolo incombente e incorporeo, si preferisce trovare nemici concreti da tacciare come fautori della pandemia. Certo, qualcosa in carne e ossa è meno terrificante di un microrganismo che viaggia nell’aria, ma le scelte fatte da questi ministri e capi di stato non sono state mosse dalla paura o dalla volontà di trovare una soluzione. E’ semplicemente più conveniente (per loro, non per il paese).




Politici positivi al Covid-19: l’ironia è agghiacciante, ma fa riflettere

In questi tempi neri, sembra quasi che si faccia il possibile per apparire al peggio. Il caso del primo ministro Boris Johnson non è che l’esempio più lampante. La frase “molte famiglie perderanno i propri cari” è ormai diventata virale. E virale è diventato anche il premier  dopo aver contratto il virus. Il black humor inglese sembra aver trovato il suo protagonista!

Ma la “giustizia” divina è arrivata anche in Israele. Nelle ultime ore è giunta la notizia che anche il ministro israeliano della sanità, Yaakov Litzman, e sua moglie Chava sono risultati positivi al Covid-19. Litzman qualche settimana fa ha annunciato che il Covid-19 “è un castigo di Dio per la sodomia omosessuale“.  Evidentemente, nonostante i  presupposti, non parlava per volere divino.

C’è una strana ironia di fondo in tutto questo. Sembra quasi che tra i politici positivi al Covid-19 ci siano proprio coloro che non soltanto hanno sottovalutato l’emergenza, ma pensavano di poterla usare a proprio piacimento. E’ chiaro che l’arroganza non protegge contro il virus, anzi. Johnson s’è infischiato del problema, lasciando tutto invariato, come se la faccenda non lo riguardasse. Litzman, dopo le sue dichiarazioni sessiste e retrograde, ha avuto in sorte il virus. Il sarcasmo è palese, anche se pungente e fa riflettere molto su tutta la faccenda. Che senso ha farsi portavoce del popolo, stare in posizione di privilegio, se poi in caso d’emergenza si tiene in conto solo delle proprie esigenze?!





Non si tratta solo di trovare del sarcasmo in situazione di evidente ironia, ma di riflettere su quanto accade. Si spera vivamente che Johnson e Litzman guariscano al più presto e che ritrovino rinnovato vigore e audacia per farsi davvero rappresentati della gente. Il loro dovrebbe essere un esempio da tenere bene a mente. Nessuno è immune.

Eppure, molti capi di stato e ministri stanno usando il virus come palese scusa per fare ciò che vogliono. Pinera ha rimandato delle elezioni di vitale importanza in Cile, Orban prende poteri illimitati in Ungheria, Trump non si scomoda, ma incolpa la Cina, Putin comanda indisturbato anche peggio di prima. Questo virus poteva essere una buona occasione per mostrare il meglio dell’umanità, anziché il suo marciume. Chi dovrebbe fungere da faro nella tempesta, esempio da seguire, si sta mostrando solo come il Cesare di turno alla ricerca dei pieni poteri.

Politici positivi al Covid-19: in Italia la situazione non è migliore

Questi sono solo i casi più eclatanti. Anche in Italia abbiamo molti politici positivi al Covid-19,  tra tutte le fazioni. Fortunatamente nessuno dei nostri rappresentanti è in pericolo. Nonostante le frasi dette a casaccio per trovare consensi (Salvini e la Meloni stanno diventando gli zimbelli italiani), il problema è il continuo bisogno d’attenzioni e di riflettori. Il governo Conte sta cercando con le unghie e con i denti di mandare avanti la baracca e ci sta riuscendo. Paesi come la Spagna e la Francia stanno prendendo esempio. Eppure, senza minimamente tenere conto della situazione, gli sciacalli continuano a navigare sulla scia degli scontenti per mettersi in vetrina e spostare il problema dal virus alla dirigenza politica. Ma si può essere più meschini!?

Salvini chiede la riapertura delle Chiese per i fedeli, quando anche papa Francesco preferisce pregare per ognuno in solitudine, e la Lega organizza improvvisamente processioni pasquali. Tutto questo fervore religioso dove va a ficcarsi quando si chiudono le associazioni che aiutano donne in difficoltà o si addita il profugo pellegrino come mostro succhia soldi!? La coerenza dovrebbe essere importante nella vita. Ancor più se si guida un paese.

La cosa più grave resta la volontà di creare scompiglio e dissenso quando si dovrebbe salvaguardare l’unità e l’assistenza. Le persone dovrebbero sentirsi protette, come effettivamente il nostro governo sta cercando di fare, anziché essere rimbambite con fake news e slogan di propaganda. Lo scontento non aiuta nessuno.

In molti paesi il governo ha reagito a questo virus con noncuranza e arroganza, cercando di cavalcare l’onda della paura per gestire meglio il potere. In Italia il governo Conte si sta comportando con rispetto verso il cittadino e con maturità. Gli sciacalli dovrebbero ringraziare.

Un po’ di sano black humor potrebbe sicuramente strappare una risata, ma è di vitale importanza riflettere sull’assurdità e sulla difficoltà della situazione. Dunque, sciacalli di tutto il mondo, state allerta. Potreste essere i prossimi.



Antonia Galise

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