Politica Usa nel caos

Politica Usa nel caos

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Michele Marsonet Prorettore alle Relazioni Internazionali dell’Università di Genova, docente di Filosofia della scienza e Metodologia delle scienze umane Ultima Voce

Michele Marsonet

Prorettore alle Relazioni Internazionali dell’Università di Genova, docente di Filosofia della scienza e Metodologia delle scienze umane


La politica Usa nel caos, con lo speaker della Camera dei rappresentanti, Kevin McCarthy, destituito a seguito di una procedura di impeachment. Ciò ha scatenato una crisi profonda, minacciando la paralisi dell’intero Congresso. La mossa è stata orchestrata dai seguaci più fedeli dell’ex presidente Donald Trump, che accusano McCarthy di essere troppo moderato e di aver sostenuto il presidente democratico Joe Biden in alcune questioni.

Aumenta lo stato di caos in cui versa attualmente la politica Usa. Si procede a colpi di impeachment e, a poco più di un anno dalle elezioni presidenziali che si terranno nel 2024, i due grandi partiti tradizionali sono attraversati da fibrillazioni che paiono difficilmente controllabili.

Per la prima volta nella storia americana lo speaker della Camera dei rappresentanti ha subito la procedura di impeachment ed è stato destituito. Si tratta del 58enne californiano Kevin McCarthy, eletto con grande fatica nel gennaio scorso.

La sua destituzione apre una crisi molto grave, poiché si rischia in questo modo la paralisi dell’intero Congresso. A decretarne la caduta sono stati i seguaci più fedeli dell’ex presidente Donald Trump, che lo accusano di essere troppo moderato e di avere in più occasioni approvato proposte del presidente democratico Joe Biden.

Mette conto notare che lo stesso Trump, almeno ufficialmente, ha preso le distanze dall’operazione, sostenendo che i repubblicani, invece di combattersi tra loro, dovrebbero condurre un’opposizione dura contro l’amministrazione democratica.

Numerosi osservatori, tuttavia, sostengono che il vero ispiratore della caduta di McCarthy è proprio il tycoon newyorkese, il quale, com’è noto, si è candidato per la presidenza nel 2024.

Da notare, inoltre, che l’attuale confusione coincide con il grave problema di autorizzare l’aumento del deficit federale entro il mese di novembre. Se questo non avvenisse, si rischia il “shutdown” delle attività governative e l’impossibilità di pagare gli stipendi ai dipendenti pubblici.

McCarthy aveva raggiunto un compromesso con i democratici, suscitando l’ira dell’ala repubblicana più estremista. Nel frattempo è stato proposto anche l’impeachment di Joe Biden per presunti affari illeciti con la Cina e per le attività del figlio Hunter.

Sullo sfondo troviamo una crescente opposizione bipartisan da parte del Congresso ai massicci finanziamenti concessi all’Ucraina per combattere i russi. Molti deputati e senatori, tanto repubblicani quanto democratici, giudicano eccessivi tali finanziamenti e invitano Biden a privilegiare gli affari interni.

La situazione in vista delle prossime elezioni è, insomma, molto complicata. L’80enne Biden, che ha riproposto la sua candidatura per un secondo mandato, viene giudicato troppo anziano. Il 77enne Trump, oltre a essere pure lui anziano, è sottoposto a innumerevoli indagini giudiziarie. Il problema, comunque, è che finora non sono comparse altre figure prestigiose in grado di contendere la presidenza a Biden e a Trump.

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