#PokemonInSiria: un grido d’aiuto

#PokemonInSiria: mentre il resto del mondo si diverte in una caccia all’inutilità, in Siria infiniti bambini muoiono per mano di una mano malata di un essere umano crudele

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Mentre l’occidente si diverte a catturare i Pokemon, ci sono loro, i bambini, che lontano “dalle nostre terre”, soffrono per la loro vita distrutta.
Niente Pokemon da catturare, nemmeno sorrisi da mostrare, per quei bambini che non conoscono un posto sicuro in cui crescere.

#PokemonInSiria: è l’hastag che ha lanciato l’organo di informazione delle forze rivoluzionarie siriane, The Revolutionary Forces of Syria Media Office. Un appello all’animo dell’uomo, per sensibilizzarlo a quanto succede in Siria, per quanto succede a quei poveri bambini, che l’unica colpa che hanno – che poi di colpa di certo non si tratta – è essere nati nel lato di mondo sbagliato.

Venite a salvare noi, siamo in Siria” è uno dei tanti messaggi che si leggono scritti in arabo su dei fogli tra le mani di questi poveri bambini con delle immagini che ritraggono i Pokemon.
Invece dei Pokemon, trovateci e venite a salvarci” – messaggi provocatori che associano l’ultima moda del momento, al dramma che quotidianamente questi bambini si trovano a vivere.

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470mila morti in questi ultimi cinque, questi ultimi cinque anni che vede la Siria lacerata da una guerra tra l’esercito governativo di Bashar Al Assad e i ribelli.
L’ignoranza ci spingerebbe a dire che a noi non interessa, che non siamo noi a dirgli di combattere, che “se ne occupassero gli altri, io ho i miei problemi”, l’ignoranza ci spingerebbe a chiudere gli occhi di fronte quanto succede.
Uno dei nostri compiti è quello di informarci, perché uno dei motivi per cui l’uomo è quello che è, è proprio a causa di un’ottusa ignoranza ed egoismo.

Il primo passo per sconfiggere il male dal mondo è renderci consapevoli di quanto facciamo sfoggio del nostro poco sapere ergendolo a giudizio sterile che non fa altro che ingigantire questa ignoranza.
Sicuramente di tratta di un’iniziativa provocatoria, ma ci rendiamo conto della penosa e terribile situazione in cui si trovano tutte queste persone?
La nostra unica preoccupazione ora sembra essere l’avere più Pokemon possibili, lì, in Siria, è vivere un giorno di più scappando la morte.

La speranza è che questa iniziativa arrivi ai cuori di chi, avendo la possibilità di potere tra le mani, faccia qualcosa per risollevare le sorti di questa popolazione lacerata dall’odio.

Vanessa Romani 

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