Poesia ed educazione sentimentale: un’alleanza da valorizzare

Come la poesia può aiutarci a capire meglio noi stessi e l'amore

Poesia ed educazione sentimentale

"La passeggiata", Marc Chagall, 1918, olio su tela.

Tra poesia ed educazione sentimentale esiste una continuità naturale ineludibile. Questa, oggi che le nostre relazioni sembrano sempre più complicate e violente, rappresenta una risorsa preziosa cui dovremmo davvero fare appello.

Poesia ed educazione sentimentale, secondo me, procedono appaiate per natura. Come lo so? Vi propongo un piccolo esperimento: provate a leggere una poesia d’amore ad alta voce. Va bene Prévert, I ragazzi che si amano; va bene Amore a prima vista di Szymborska. O una qualsiasi altre tra le più famose o le vostre preferite. Vi sembra di leggerla nel modo “giusto”?




Se sì, probabilmente vi trovate in un certo stato d’animo. Certo, un training specifico (lettura a voce alta, recitazione) può essere d’aiuto. Ma un fatto e solo uno, a mio parere, riuscirà a farvi dare l’intensità che ci vuole alla lettura. Il fatto che quelle parole lì significhino qualcosa per voi. La musica di quel testo vi evoca un passato o un futuro possibile. La vostra vita, cioè, sta passando attraverso quella lirica e ne esce, in qualche modo, arricchita.

Con la poesia, in fondo, funziona sempre un po’ così. Dice quel che ci occorre capire senza la pretesa d’insegnarcelo. Ecco perché poesia ed educazione sentimentale potrebbero essere validissime alleate. E dato che la parola dell’anno è stata femminicidio secondo la Treccani, di questa alleanza sembra che oggi più che mai abbiamo un bisogno disperato.

Qui di seguito, tre esempi per illustrare il nesso tra poesia ed educazione sentimentale. Sono i miei, ma ne esistono a milioni. E forse, in questo tempo oscuro, dovremmo auspicare la creazione di un database che invogli a leggere questo tipo di testi. A condividerli, come strumento di alfabetizzazione emotiva contro l’inammissibile.

Poesia ed educazione sentimentale: Franco Arminio e l’amore da ripensare

Questo articolo, in effetti, nasce da un disastro amoroso e da una poesia che l’ha salvato. A dimostrarmi efficacemente il nesso tra poesia ed educazione sentimentale è stata anzitutto una lirica, secondo me bellissima, racchiusa in L’infinito senza farci caso:

Forse le confezioni in cui mettiamo l’amore,
a cominciare dal matrimonio,
devono essere riviste.
Una bottiglia è un posto adatto per un liquido,
ma non per una nuvola.
Tutti noi abbiamo fatto e abbiamo avuto
dichiarazioni amorose improvvisamente smentite.
Non è che siamo disonesti,
è che dovremmo prendere atto
che noi non siamo la cosa che diciamo,
noi vorremmo essere la cosa che diciamo,
almeno in quel momento,
poi l’umore si aggroviglia,
guardiamo l’altro da un altro punto del corpo.
La cosa importante è tenere larga la vita
e tenere largo l’amore.
Incontrarsi per non restare
nel punto in cui siamo, ma per muoverci,
per guardare il fondo
e per guardare in alto.

Che dice l’autore, il poeta Franco Arminio, in questo testo? Che, in fin dei conti, il passo dell’amore è lo stesso della vita. E che qualche volta occorre superare quelle etichette che c’impediscono di essere liberi, facendo violenza a noi e a chi ci sta accanto.

Pablo Neruda: l’amore imperfetto e libero dall’orgoglio

Tra i Cento Sonetti d’Amore di Pablo Neruda, parecchi si presterebbero a ragionare sul rapporto tra poesia ed educazione sentimentale. Il mio preferito tra tutti è forse questo:

Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t’amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l’ombra e l’anima.

T’amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.

T’amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t’amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti

che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.

Il verso anzitutto cruciale mi sembra “t’amo direttamente senza problemi né orgoglio“. Quante volte le nostre relazioni si consumano intorno a un’inezia, a belligeranze interminabili fatte di niente? A volte basterebbe mettere da parte l’orgoglio, chiedere scusa, provare ad ascoltarsi. Con la consapevolezza che no, forse non sarà mai perfetto. Non come una pietra preziosa o un’altra creazione della natura, quantomeno. Potrebbe esserlo, come afferma il poeta, “tra l’ombra e l’anima“. E cioè accettando quella porzione di buio, d’incertezza, d’imperfezione che ciascuno di noi si porta dentro.

Merini/D’Aniello: poesia ed educazione sentimentale come itinerario di gioia

Permettetemi di concludere questa piccola panoramica su poesia ed educazione sentimentale con una lirica veramente arcinota. Con, peraltro, al cuore un piccolo mistero: non si sa, infatti, se l’autrice sia Alda Merini o Azzurra D’Aniello, essendo stata attribuita a entrambe.

E poi fate l’amore.
Niente sesso, solo amore.
E con questo intendo
i baci lenti sulla bocca,
sul collo,
sulla pancia,
sulla schiena,
i morsi sulle labbra,
le mani intrecciate,
e occhi dentro occhi.
Intendo abbracci talmente stretti
da diventare una cosa sola,
corpi incastrati e anime in collisione,
carezze sui graffi,
vestiti tolti insieme alle paure,
baci sulle debolezze,
sui segni di una vita
che fino a quel momento
era stata un po’ sbiadita.
Intendo dita sui corpi,
creare costellazioni,
inalare profumi,
cuori che battono insieme,
respiri che viaggiano
allo stesso ritmo.
E poi sorrisi,
sinceri dopo un po’
che non lo erano più.
Ecco,
fate l’amore e non vergognatevi,
perché l’amore è arte,
e voi i capolavori.

Quale che sia l’autrice, il messaggio di questa lirica mi sembra meraviglioso. Essa, infatti, invita a un amore sensuale appassionato e al tempo stesso pieno di delicatezza. Ricorda l’importanza della fisicità, dell’eros e della tenerezza nell’approccio all’altro, ma anche il fatto che l’amore non è un godimento frettoloso, da consumare. Quando si fa l’amore, ricorda la poesia, si esprime e coltiva la propria autenticità e si valorizza quella dell’altra persona. Un connubio migliore tra poesia ed educazione sentimentale, in fede, proprio non lo saprei immaginare.

Valeria Meazza

Exit mobile version