Ieri, 21 novembre 2018, a Milano si sono tenuti gli United States of Podcast. Una sala gremita di giornalisti, autori e menti brillanti, tutti volti a spiegare, comprendere e analizzare il nuovo fenomeno che ha già conquistato gli States e si sta facendo sempre più strada anche in Italia: i podcast.
A spiegarci questa modalità di comunicazione che mescola in sé varie forme narrative c’era anche Pablo Trincia, giornalista d’inchiesta nonché ‘Iena’, che con il suo primo lavoro da podcaster, Veleno, ha ottenuto uno strepitoso successo.
Lo sbarco dei podcast in Italia
Un’esigenza, quella di tornare all’audio, che potrebbe anche aiutarci a combattere la ‘dipendenza’ da smartphone e farci distogliere gli occhi sempre più stanchi dallo schermo. In America, dicevamo, i podcast sono una realtà piuttosto affermata. In Italia se fino a qualche anno fa i fruitori di questo prodotto erano una ‘nicchia’ molto ristretta ora, spiega Marco Azzani, country manager per l’Italia di Audible.com, possiamo già parlare di early adopters ovvero ‘utenti precoci’. Sono circa 3 milioni gli italiani che ascoltano regolarmente podcast su piattaforme diverse. Al momento si tratta per lo più di una fascia d’età che si aggira dai 25 ai 40 anni per gli uomini, e dai 18 a 35 anni per le donne che, comunque nel Belpaese restano le maggiori fruitrici dei podcast.
Ma cosa sono, in parole povere, questi podcast?
Lo spiega in maniera semplice Azzani che definisce i podcast come dei contenuti audio ‘parlati’ da una o più persone e che sono serializzati, ovvero divisi in episodi, di lunghezza diversa.
Gli argomenti dei podcast sono molto vari: ci sono certamente quelli funzionali (corsi di lingua o per imparare a parlare in pubblico) ma molto più di frequente sono storie. Le storie sono raccontate sempre in modo avvincente, con un linguaggio e una scrittura tipica. Possono essere Fiction, quindi vicende inventate, o storie reali, come fatti di cronaca, narrazioni quotidiane o inchieste.
Il podacst per definizione è sempre onDemand e non va confuso con i contenuti delle trasmissioni Radio che magari non siamo riusciti ad ascoltare in diretta.
Anche i grossi giornali e le Radio come Repubblica, La Stampa e Radio 24 stanno cominciando ad investire in questa forma di comunicazione. Un modo per ricominciare a creare immagini nella nostra testa, semplicemente ascoltando storie: in macchina, mentre facciamo le faccende domestiche oppure mentre ci alleniamo in palestra. I podcast sono molto fruibili e ci riportano a quella che è stata la prima grande forma di comunicazione e trasmissione delle informazione: il racconto orale. Negli ultimi tre anni in Italia gli utenti sono più che triplicati. Nonostante ancora il 50% degli italiani lamenti una scarsa conoscenza del settore, i dati sono molto incoraggianti e positivi: da 815.000 utenti nel 2014 a più di 2.700.000 nel 2018 (secondo la la ricerca Nielsen). La voce dei podcast sembra proprio non volersi fermare.
Marta Migliardi