L’umanità si appresta a compiere un ulteriore passo avanti nella scoperta di mondi oltre il nostro sistema solare. Alla fine del 2026, l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) lancerà il telescopio spaziale PLATO (PLAnetary Transits and Oscillations of stars) a bordo di un razzo Ariane 6 dal Centro Spaziale della Guyana Francese. Questo ambizioso progetto mira a individuare pianeti rocciosi simili alla Terra attorno a stelle simili al Sole, ampliando la nostra comprensione dell’universo e delle potenziali forme di vita extraterrestri.
L’annuncio dell’accordo tra ESA e Arianespace
L’annuncio ufficiale dell’accordo tra l’ESA e Arianespace è stato dato durante la diciassettesima Conferenza Spaziale Europea a Bruxelles. Carole Mundell, Direttrice del Dipartimento di Scienze dell’ESA, Toni Tolker-Nielsen, Direttore dei Trasporti Spaziali dell’ESA, e Steven Rutgers, Direttore Commerciale di Arianespace, hanno formalizzato l’intesa, ricordando l’importanza di questa missione per la comunità scientifica europea e mondiale.
Gli obiettivi scientifici della missione
PLATO rappresenta la terza missione di classe media del programma Cosmic Vision 2015-2025 dell’ESA. Il suo obiettivo principale è la scoperta e la caratterizzazione di esopianeti, con un focus particolare su quelli di tipo terrestre situati nella zona abitabile delle loro stelle, ovvero la regione in cui le condizioni potrebbero permettere la presenza di acqua liquida sulla superficie planetaria.
Tecnologia e strumentazione di PLATO
Per raggiungere questi obiettivi, PLATO sarà dotato di una strumentazione all’avanguardia. Il payload del telescopio si basa su un approccio multi-telescopio, comprendente un totale di 26 camere: 24 “normali” e 2 “veloci”. Le 24 camere normali opereranno con una cadenza di lettura di 25 secondi e monitoreranno stelle con magnitudine apparente superiore a 8, mentre le 2 camere veloci osserveranno stelle con magnitudine tra 4 e 8 con una cadenza di 2,5 secondi. Ogni camera è un telescopio rifrattore dotato di sei lenti, con un diametro di 120 mm e un campo visivo di 1.100 gradi quadrati.
Questa configurazione innovativa permetterà a PLATO di osservare oltre 200.000 stelle, cercando variazioni periodiche nella loro luminosità causate dal transito di pianeti davanti al disco stellare. Analizzando questi transiti, gli scienziati potranno determinare le dimensioni, la massa e la densità degli esopianeti scoperti.
Il ruolo dell’astrosismologia
Un aspetto distintivo di PLATO è la sua capacità di studiare le oscillazioni stellari, note come astrosismologia. Questa disciplina permette di ottenere informazioni dettagliate sulla struttura interna delle stelle, inclusi massa ed età, dati fondamentali per comprendere meglio i sistemi planetari che le circondano. Combinando l’astrosismologia con l’osservazione dei transiti, PLATO offrirà una caratterizzazione completa sia delle stelle ospiti che dei loro pianeti, contribuendo in modo significativo alla nostra comprensione della formazione e dell’evoluzione dei sistemi planetari.
Il lancio con Ariane 6: una nuova era per l’Europa spaziale
Il lancio di PLATO segnerà anche una pietra miliare per il razzo Ariane 6, che effettuerà la sua prima missione scientifica. Toni Tolker-Nielsen ha dichiarato: “Questa è la prima missione scientifica che il nostro nuovo razzo Ariane 6 lancerà, e la prima missione che il versatile lanciatore invierà al punto Lagrangiano 2, a 1,5 milioni di km dalla piattaforma di lancio, una nuova destinazione per il nostro razzo pesante per dimostrare le sue capacità”.
Ariane 6 è il nuovo razzo pesante europeo, progettato per offrire maggiore potenza e flessibilità a un costo inferiore rispetto ai suoi predecessori. La sua configurazione, con uno stadio principale aggiornato, la possibilità di utilizzare due o quattro potenti booster e un nuovo stadio superiore riavviabile, fornirà all’Europa maggiore efficienza e possibilità per il lancio di una varietà di missioni.
Una missione di collaborazione internazionale
La missione PLATO non è solo un’impresa tecnologica, ma anche un esempio di collaborazione internazionale. La strumentazione scientifica, composta dalle camere e dalle unità elettroniche, è fornita attraverso una collaborazione tra l’ESA e il Consorzio della Missione PLATO, che include vari centri di ricerca, istituti e industrie europee.
Il satellite è costruito e assemblato dal team industriale guidato da OHB, insieme a Thales Alenia Space e Beyond Gravity. Inoltre, l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) italiano ha svolto un ruolo cruciale nello sviluppo delle telecamere di PLATO, con contributi significativi da parte degli osservatori di Torino, Catania, Padova, Brera, Bologna e IAPS Roma. La collaborazione con aziende italiane come Leonardo, Thales Alenia Space e diverse piccole e medie imprese ha ulteriormente rafforzato il contributo italiano alla missione.
Il posizionamento strategico nel punto Lagrangiano L2
Una volta in orbita, PLATO sarà posizionato nel punto Lagrangiano L2, una posizione nello spazio dove le forze gravitazionali della Terra e del Sole si bilanciano, permettendo al telescopio di mantenere una posizione stabile rispetto alla Terra. Da questa posizione privilegiata, PLATO avrà una visione ininterrotta del cielo, essenziale per le sue osservazioni a lungo termine.
Il futuro della ricerca di esopianeti
La missione PLATO rappresenta un passo significativo nella ricerca di esopianeti e nella comprensione della nostra posizione nell’universo. Con la sua capacità di scoprire e caratterizzare pianeti simili alla Terra attorno a stelle simili al Sole, PLATO potrebbe avvicinarci alla risposta a una delle domande più profonde dell’umanità: siamo soli nell’universo? Le scoperte di PLATO avranno implicazioni profonde per l’astrobiologia, la fisica delle stelle e la comprensione dell’abitabilità planetaria. Grazie alla sinergia tra innovazione tecnologica, collaborazione internazionale e il supporto dell’ESA, il telescopio PLATO si prepara a svelare nuovi segreti dell’universo.