Plastic Free: dal 2021 i bar e i locali del capoluogo veneto potranno somministrare solo piatti, bicchieri e posate biodegradabili.
Venezia Plastic Free rientra nel nuovo regolamento di polizia e sicurezza urbana varato dal Comune della città. La messa al bando della plastica riguarderà tutti i locali che si occupano della somministrazione di cibi e bevande, quindi bar, attività commerciali e artigianali.
Per quanto riguarda i locali pubblici che vendono cibo da asporto avranno poi l’obbligo di fornire i clienti di sacchetti biodegradabili nei quali riporre eventuali residui alimentari.
Disposizioni dell’Unione Europea
Venezia è la prima tra le città italiane ad adeguarsi alle nuove disposizioni dell’Unione Europea. In questi giorni infatti il Parlamento UE ha stabilito la messa al bando della plastica monouso a partire dal 2021. La disposizione ha ricevuto 560 voti a favore, 35 contrari e 28 astenuti.
Per quanto riguarda le bottiglie dovranno contenere almeno il 25% di materiali riciclati entro il 2025, percentuale che salirà al 30 % nel 2030. La decisione è avvenuta dopo le stime fornite dalla Commissione Europea. Questa ha reso noto che l’80% dei rifiuti marini sono in plastica. Di questi, gli interessati dal provvedimento dell’UE sono circa il 70%.
Gli antefatti del movimento antiplastica
La plastica è ovunque nella nostra quotidianità: a partire dai vestiti fino ad arrivare agli involucri degli alimenti. La sua presenza è così pressante da essere diventato il materiale simbolo dell’era moderna. Prima del 2015 pochi si curavano della massiccia e preoccupante presenza del materiale non riciclabile nel nostro mondo.
Eppure già negli anni’90 le prime ricerche sull’inquinamento marino avevano fornito dati preoccupanti:il 60/80% dei rifiuti presenti nell’oceano erano di plastica. Venne poi reso noto che nei spazi mare tra le correnti oceaniche si stavano accumulando ingenti quantità di plastica. Queste isole artificiali furono chiamate da Curtis Ebbesmeyer “great garbage patches”. Oggi nel mondo se ne contano otto e il più grande supera di tre volte la superficie della Francia. Si stima che contenga circa 79.000 tonnellate di rifiuti.
Nel 2004 si scoprì poi la microplastica, ovvero minuscoli frammenti di plastica formati dalla rottura di plastiche più grandi. I ricercatori dimostrarono che queste erano in grado di introdursi negli apparati biologici degli animali. Tuttavia soltanto nel 2015 si comincerà a guardare alla plastica come a una vera e propria minaccia.
Emanuela Ceccarelli