Più plastica che pesci. E’ il triste scenario a cui l’inciviltà e l’ignoranza umana potrebbe destinare i nostri mari nei prossimi decenni. Un danno inestimabile sotto molteplici aspetti. La “plastisfera” e i suoi rischi sono stati i protagonisti di uno studio scientifico sul quotidiano Les Echos, un’ennesima wake-up call: il cambio di rotta sull’ambiente non può più aspettare.
Un disastro annunciato….
Da anni ormai gli esperti hanno messo in guardia: la quantità di plastica dei mari si sta rapidamente avvicinando a raggiungere la massa complessiva dei pesci presenti nelle nostre acque, e senza una presa di posizione, sensibilizzazione e una seria lotta al problema è destinata a sorpassarla. Ecosistema danneggiato, meno esseri viventi, mari malati, plastica anche nei nostri piatti….avete capito l’antifona, no? Eppure, se già tutto questo non fosse abbastanza, un altro fenomeno è da tempo guardato e monitorato con preoccupazione.
La plastisfera
I rifiuti di plastica che invadono i nostri mari vengono infatti colonizzati da piccoli organismi – tra cui, insieme a alghe e crostacei, sono presenti anche batteri e virus- che vanno a creare un vero e proprio ecosistema, la “plastisfera”. In questo pericoloso mix possono nascondersi e proliferare agenti patogeni resistenti e pericolosi.
Il pericolo epidemia
Una consapevolezza nata nel 2016, quando sulla “plastisfera” furono rinvenuti batteri della famiglia dei vibrioni, responsabili del colera. Non solo, altri studi hanno rilevato batteri resistenti agli antibiotici. La plastica, circolando a lungo e compiendo lunghe distanze, è ideale per la proliferazione e colonizzazione di questi organismi. Tre dati che messi insieme devono immediatamente fare suonare il campanello d’allarme: il rischio di una nuova pandemia, in queste condizioni, non è poi così remoto.
A noi la scelta…
Continuare ad ignorare il problema, distruggere e colonizzare, per poi venire distrutti in ritorno, o capire dagli errori e dimostrare di essere migliori, gridare alle “Cassandre”, o correggere il tiro e provare passo passo a correggere il tiro di abitudini tossiche. L’umanità ha l’ennesima possibilità. Sarà in grado di coglierla? Il tempo delle ammende, intanto, scorre rapidamente e sta per scadere.
Beatrice Canzedda