Una settimana fa è stata venduta a Parigi, per una cifra di 162.500 euro, la pistola con cui il pittore Vincent van Gogh si sparò il 27 luglio 1890.
Van Gogh compì il tentato suicidio in un campo di grano nelle vicinanze del villaggio di Auverse-sur-Oise dove risiedeva da pochi mesi, ma l’arma non venne più recuperata nonostante le ricerche iniziate subito dopo la morte del pittore olandese, avvenuta due giorni dopo il gesto.
La pistola di van Gogh rimase così nel campo di grano per oltre settant’anni, finché nel 1965 un contadino non la ritrovò: il cimelio finì nelle mani di una donna il cui figlio è l’attuale venditore della pistola.
Il luogo del ritrovamento, il calibro e l’assenza di un proiettile sono alcune delle prove a favore della tesi secondo cui la pistola sarebbe quella usata da van Gogh per uccidersi.
Si tratta di un revolver Lefaucheux, molto diffuso e adottato come arma d’ordinanza in molti eserciti europei della seconda metà dell’Ottocento. La pubblicazione nel 2012 di un libro ad opera di Alain Rohan aveva richiamato l’attenzione sull’oggetto, esposto al pubblico una volta sola nel 2016 in occasione della mostra “On the Verge of Insanity: Van Gogh and His Illness” al Van Gogh Museum, ma una settimana fa la pistola di van Gogh è stata ufficialmente messa all’asta ed infine venduta per 162.500 euro.
“La pistola più famosa della storia dell’arte”
Il banditore della casa d’aste che si è occupata della vendita, Gregoire Veyres, ha affermato:
Si tratta di un pezzo molto emblematico, il fatto che sia una pistola, uno strumento di morte. E se van Gogh è van Gogh, è a causa del suo suicidio e la pistola è parte di questo evento.
Indubbiamente i disturbi mentali che hanno tormentato uno dei pittori più influenti del XX secolo sono stati una parte importante non solo nella sua esperienza umana ma anche artistica e in quest’ottica anche la pistola di van Gogh ricopre un’importanza storica non indifferente; tuttavia si rischia di ridurre il pittore ad una macchietta stereotipata, specialmente ora che è divenuto un artista molto gettonato anche nella cultura popolare fino a diventare un’icona al pari di Frida Kahlo, Artemisia Gentileschi o Caravaggio.
Ridurre van Gogh esclusivamente a quell’aspetto della sua esistenza non rende giustizia alla complessità della persona che è stato oltre e prima di essere artista: non c’è solo la malattia mentale ed il suicidio, ma anche l’amore fraterno per Théo e per la sua arte.
Barbara Milano.