Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, è a tutti gli effetti un personaggio noto per le sue comparsate in televisione e per le sue interviste. Se si pensa al terremoto che ha colpito il suo comune e tanti altri del Centro Italia il 24 agosto del 2016, il suo è uno dei visi che ci è rimasti più impressi. Di recente, Pirozzi è tornato alla ribalta, ma non per vicende legate alla ricostruzione post-sismica. Il motivo è molto diverso: ha presentato la sua candidatura per la regione Lazio. E, dal momento che siamo a meno di 2 mesi dal voto del 4 marzo, la campagna elettorale è nel pieno del fervore. E di certo lui non se ne sta con le mani in mano.
La fatidica intervista
Poche ore fa, sul canale YouTube di Klauscondicio (che raccoglie le interviste di Klaus Davi) è stato pubblicato un video in cui Pirozzi parla della sua candidatura e della situazione politica itailiana attuale e passata. Nel corso di tale intervista, conferma di voler correre alle elezioni per la regione Lazio, senza alcuna intenzione di ritirarsi o di farsi da parte. Nel centrodestra, c’è chi è contrario alla sua candidatura, ma Pirozzi controbatte dicendo che nessuna legge impedisce ai cittadini di candidarsi. Ci tiene a precisare che lui alterna la campagna elettorale ai suoi impegni di primo cittadino. Quando Klaus Davi gli chiede cos’abbia lui più di Gasparri: “lei è più bello, è più sexy?” Il sindaco dice che ha 22 anni di carriera politica ed amministrativa alle spalle. Carierra che lui ha svolto con amore e passione, rinunciando al lavoro di allenatore professionista pur di fare il sindaco di Amatrice. Il giornalista ironizza dicendo: “Magari la chiamano in nazionale, sindaco? Scherzi a parte, se la chiamano che fa? La sua vita ora è solo dedicata alla politica?” Al che Pirozzi risponde: “La mia vita è quel rettangolo da 110×70 [mt]”.
Il rapporto con la destra
E, dopo una parentesi calcistica, Klaus Davi gli domanda come mai non stia simpatico a Berlusconi “forse perché è molto popolare?” Difatti, il Cavaliere ha espresso delle riserve in merito alla candidatura di Pirozzi e Gasparri si è candidatato dopo di lui. Il sindaco non sa cosa ribattere a questo riguardo, ma ci tiene a sottolineare che lui ha “sempre parlato con tutti”. Il sindaco è considerato un uomo di destra che però riesce a raccogliere consensi anche a sinistra.
Le sue idee sul fascismo
Lui si è sempre dichiarato di destra e, a questo punto, arrivano le fatidiche domande sul Fascismo. La prima è: “Sei mai stato a Predappio in pellegrinaggio?” No, non c’è mai andato. (Perché giustamente ci mancava solo che un candidato alla regione fosse dedito al culto di un dittatore). Ma andrebbe dal Papa o a Lourdes (dove dice di essere stato), perché, secondo lui, si va in pellegrinaggio solo nei luoghi in cui ci sono dei santi. E poi si passa alla domanda clou: “Salva alcune cose del Duce, come le infrastrutture? O condanna tutto?” Pirozzi risponde citando un servizio andato in onda su Rai 3 in cui si raccontava delle opere pubbliche realizzate da Mussolini. Per il sindaco: “ebbe una visione dell’Italia e ha fatto grandi cose anche nel sociale”. Invece le brutte cose sono stale le “sventurate leggi razziali che hanno dato il seguito ha quello che fece Hitler” e l’aver portato l’Italia dentro la Seconda Guerra mondiale, che ha provocato morti, distruzione e una guerra civile. Pirozzi ci tiene a sottolineare che si tende a criminalizzare chiunque faccia politica, ma ci si dimentica che ognuno fa sia cose belle che cose brutte.
Cos’è stato davvero Mussolini
Forse, si è dimenticato che l’alleanza con il Führer e l’approvazione delle leggi razziali non furono le uniche due cose negative compiute dal Duce. Difatti, non ha menzionato: la marcia su Roma, l’istituzione di gruppi di squadristi che andavano in giro armati di manganello, la promulgazione delle leggi “Fascistissime”, le purghe a base di olio di ricino, l’omicidio di Matteotti e l’esilio di Gramsci e tanti altri intellettuali e politici. Ma sì, in fondo Mussolini ha sistemato le strade, ha bonificato le zone paludose del Centro Italia, ha creato l’Istituto per la Previdenza sociale; però ha anche invaso Paesi stranieri sterminandone le popolazioni, senza alcuna pietà. Perché si tende a dimenticare queste orrende azioni che sono a tutti gli effetti dei crimini? A cosa è dovuto questo ‘revival culturale’ nei confronti del Duce? Davvero, dopo quasi cento anni da quel fatidico 28 ottobre 1922, c’è chi ancora idealizza Benito Mussolini ed il suo operato? Si può realmente sperare nell”avvento’ di un altro dittatore, per far sì che le cose cambino in Italia? Com’è possibile che sia questa la nostra ultima speranza?
Carmen Morello