Pioggia e santi italiani: scienza e miracoli del clima premedievale

Lo studio su pioggia e santi italiani é stato pubblicato su Climatic Change.

Di acqua e di santi

Pioggia e santi italiani del Medioevo, ovviamente, non hanno nessun legame. Ma per gli italici popoli del tempo questo nesso era praticamente una certezza. Fino ad ora, gli storici hanno trattato con sospetto i resoconti di eventi meteorologici estremi. Troppi fattori puramente culturali potrebbero aver influenzato un autore o un altro a scrivere di piogge, siccità o inondazioni. Un nuovo studio interdisciplinare condotto da ricercatori dell’Università di Pisa e dell’Università di Varsavia collega i dati per noi. Così, un aumento delle precipitazioni nell’Italia settentrionale e centrale durante il VI secolo d.C. si lega ai resoconti storici contenuti in testi contemporanei sulle vite e miracoli di santi. Il documento integra con successo indagini paleoclimatiche con documenti storici. Inoltre dimostra come gli studi interdisciplinari possano fornire una migliore comprensione degli impatti climatici sulle società del passato.




L’acqua dalla roccia

Per ottenere dati sui climi passati, i ricercatori hanno esaminato una stalagmite dalla grotta Renella, nel nord della Toscana. Chiaramente non intendevano imitare Mosè nel deserto. Infatti, gli strati di minerali depositati nel corso dei secoli forniscono una registrazione delle condizioni ambientali che gli scienziati possono analizzare. Misurare il rapporto degli isotopi di ossigeno negli strati della stalagmite ha permesso al team di distinguere tra periodi più umidi e periodi più secchi. In questo modo hanno potuto applicare la datazione a uranio-torio (un metodo simile al più noto metodo del radiocarbonio). Su questa base, i ricercatori hanno indicato che il VI secolo d.C. nell’Italia settentrionale e centrale si distingueva dagli altri per un eccezionale livello di umidità.

Autopsia di una stalagmite

Pioggia e santi: I resoconti del VI secolo della penisola appenninica contengono molte descrizioni dei cosiddetti miracoli dell’acqua, in cui i santi scatenano o fermano piogge violente, tempeste e alluvioni. Gli studiosi interpretano l’improvvisa comparsa di tali resoconti come la prova di un interesse eccezionale per gli eventi idroclimatici – che deve aver avuto una ragione. Questo motivo, secondo gli autori, è stato il cambiamento climatico che si è verificato in quel momento e si è manifestato in un aumento delle precipitazioni e delle inondazioni. (credits: Filippo Lippi, Public domain, via Wikimedia Commons)

La fonte dell’umidità peculiare verrebbe dall’Oscillazione del Nord Atlantico, un periodo di pressione atmosferica ridotta.  Inondò l’Italia settentrionale e centrale con aria umida proveniente dal Nord Atlantico. Infatti l’acqua dell’Atlantico ha una concentrazione più alta di isotopi di ossigeno, più leggeri rispetto alla precipitazione media nel nord Italia. Questa configurazione fa si che le oscillazioni negative  le precipitazioni associate lascino una “traccia” isotopica rivelatrice negli strati di stalagmiti della Grotta Renella.

Scienza e miracoli

Con i dati in mano, gli autori si sono rivolti alle fonti storiche. Utilizzando il Database del Culto dei Santi nell’Antichità, i ricercatori hanno avuto accesso a un numero enorme di testi antichi e medievali. Questo permette di confrontare gli scritti italiani del VI secolo con la totalità dei testi agiografici della tarda antichità e del primo medioevo. I racconti del VI secolo dalla penisola appenninica contengono molte descrizioni dei cosiddetti miracoli dell’acqua. Qui i santi scatenano o fermano piogge violente, tempeste e alluvioni. Un esempio perfetto sono i “Dialoghi sui miracoli dei Padri italiani” attribuiti a papa Gregorio Magno. Nella letteratura agiografica prima e dopo questo periodo, così come negli scritti dell’attuale Francia, le storie di miracoli d’acqua sono quasi assenti. Nei dialoghi rappresentano quasi il 20% di tutti i riferimenti ai miracoli, il che costituisce una caratteristica unica.



Spiegare l’acqua con il Cielo

Gli studiosi interpretano l’improvvisa comparsa di tali resoconti come la prova di un interesse eccezionale per gli eventi idroclimatici. Questo motivo, secondo gli autori, è stato il cambiamento climatico che si è verificato in quel momento e si è manifestato in un aumento delle precipitazioni e delle inondazioni. “Le fonti letterarie, in particolare le storie sui santi, non dovrebbero essere prese come una registrazione diretta di eventi passati”, afferma Robert Winiewski, coautore. “Tuttavia, riflettono la visione del mondo degli scrittori della chiesa e la base per la loro interpretazione di straordinari fenomeni meteorologici”. Giovanni Zanchetta, primo autore, afferma che “Nel VI secolo, almeno una parte dell’Italia è diventata davvero una terra di piogge torrenziali e inondazioni”.

Cambiamento Climatico e Culturale

La presenza di eventi idrologici e climatici insoliti negli scritti dell’Italia del VI secolo indica il ruolo di questi eventi nel cambiamento socio-culturale. Tali cambiamenti includono l’assunzione della leadership locale da parte dei vescovi alla fine del VI secolo e lo sviluppo del culto dei santi. Completa il quadro l’aggiunta della fede nel loro potere sulle malattie, sulle persone e sulla natura in generale. “Oltre al cambiamento climatico, l’Italia tardo romana ha anche vissuto numerose invasioni ‘barbariche’. Però queste difficili esperienze non hanno portato la società del tempo al collasso. Al contrario, sembra che il cambiamento climatico abbia effettivamente contribuito a rafforzare la coesione interna durante un momento storico drammatico “, afferma Kevin Bloomfield, coautore.

Interdisciplinarità per tutti

La ricerca riconosce crescentemente che i fenomeni climatici sono importanti motori  del cambiamento sociale e culturale. Un approccio “ibrido” allo studio degli impatti climatici sulle società passate, basato su dati sia naturali che storici, consente di evitare interpretazioni semplicistiche e spesso catastrofiche di questi impatti. Aiuta a comprendere meglio le reali esperienze delle società dell’epoca. “Il nostro approccio”, sottolinea Adam Izdebski, l’autore corrispondente presso il Max Planck Institute , “mostra quanto siano varie e imprevedibili le risposte della società moderna all’attuale cambiamento climatico e altri disastri naturali “.



Daniele Tolu

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