Pink Floyd: a chi è dedicata Shine on you Crazy Diamond?

Nonostante l’oscurantismo musicale degli ultimi dieci anni, vi sono ancora canzoni in grado di dare emozioni fortissime, a distanza di decenni.

Shine On You Crazy Diamond è sicuramente una di queste. Il celebre capolavoro dei Pink Floyd, tratta dall’album Wish you were here si pone come uno dei maggiori successi della band inglese.

Una suite sinfonica in due parti, lunga quasi venti minuti, articolata in un tema ripetuto alla fine e una serie di fughe, durante la quale il tessuto connettivo dei Pink Floyd si snoda, tra struttura e improvvisazione, in tutto il suo fascino estetico e surrealista, diventando una sorta di manifesto della scena progressive degli anni ’70.

Sebbene l’album uscì nel 1975, alcuni dei brani furono presentati dai Pink Floyd a partire dal tour mondiale del 1974. In mezzo ad altre importantissime suite, quali Atom Heart Mother ed Echoes, ecco sorgere dal lato oscuro della luna, Shine On You Crazy Diamond: una sofisticata celebrazione della profondità umana; quella capace di spingersi oltre le frontiere della percezione sensoriale, dove l’introspezione diventa genio e anche follia; in pratica un “diamante pazzo”.

Pink Floyd picture




La luce di Syd Barrett sull’origine dell’opera

Chi c’è dietro la nascita di Shine on You Crazy Diamond?

Le ipotesi più accreditate circa la natura della canzone asseriscono che essa sia una dedica dei Pink Floyd a Syd Barrett.

Genio e sregolatezza per antonomasia, la mente lunare di Syd Barrett non fu solo l’artefice di quella straordinaria avventura musicale chiamata Pink Floyd; egli suo malgrado divenne il guru di una rivoluzione musicale tesa a sviluppare nuovi linguaggi nella forma canzone e nei suoni, mescolando il blues con la sperimentazione sonora avvenuta negli anni d’oro dell’avanguardia seriale.

Una sensibilità fuori dal comune, pari solo a un’imprevedibile fantasia creativa con la quale Barrett realizzò i primi due album dei Pink Floyd, ma della quale rimase inevitabilmente vittima, con complicità di una vita di eccessi.

Tutti gli album successivi all’uscita di Barrett risentono molto della sua influenza e anche della sua presenza, compreso il leggendario concept album The Wall.

Shine on You crazy Diamond però mostra una serie di retroscena che spiegano il lirismo poetico delle parole e la particolare intensità delle evocazioni armoniche, dove le parti dividono il corpo della suite in una serie di suggestioni armoniche e melodiche, nelle quali si avverte una presenza guida, spirituale e al tempo stesso mitologica.

La leggenda che vuole che i Pink Floyd abbiano voluto rendere omaggio all’amico musicista è inoltre supportata da un celebre aneddoto circa una fugace e inaspettata visita di Syd presso gli Abbey Road Studios, dove i quattro stavano registrando il nuovo album.




La storica smentita di Roger Waters

Per decenni quindi la tesi più romantica sarebbe stata quella di un omaggio a colui che ha dato vita ai Pink Floyd. Ma c’è qualcuno che, ultimamente ha smentito questa voce, e non è certo uno qualunque!

Si tratta di Roger Waters, altro deus ex machina dei Pink Floyd, con Barrett fin dalle origini della band.

Il musicista ha dichiarato che il brano non rappresenta un omaggio a Syd Barrett: una leggenda metropolitana inventata dai fan; bella, poetica ma non attendibile.

“Shine On You Crazy Diamond non è un pezzo su Syd, afferma Waters, lui è solo un simbolo di tutti quegli estremi ai quali la gente è portata ad abbandonarsi, perché questo è l’unico modo che ha per far fronte a questa maledetta tristezza della vita moderna: ritirarsi completamente”.

Si potrebbe dire che sia la fine di un mito, ma non è così dal momento in cui uno dei riff più belli della storia intona un capolavoro che oggi ha una storia e milioni di ammiratori, perché è stata realizzata quando ancora la musica si poteva ideare, pensare e scrivere in totale libertà creativa. Un destino che non appartiene alla musica di oggi, la cui sopravvivenza non viene spessa determinata dalla logica dei consumi, ma dalle pure e sterili tendenze.

Fausto Bisantis

 

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