Pil italiano crolla ai livelli del 1995: -12,4 per cento nel secondo trimestre

Pil italiano ai livelli 1995

L’Istat attesta un calo senza precedenti per la nostra economia. Persi oltre 50 miliardi rispetto ai primi tre mesi dell’anno. In rapporto al 2019 la perdita è del 17,3 per cento.

Il Pil italiano è tornato ai livelli del 1995. Sono a dir poco drammatici gli ultimi dati, diffusi dall’Istat, e relativi al prodotto interno lordo del nostro paese nel secondo trimestre del 2020, ovvero tra aprile e giugno. Rispetto ai primi tre mesi dell’anno si registra una riduzione del 12,4 per cento. Un dato che sale al 17,3 per cento se rapportato allo stesso periodo del 2019. 




EFFETTI DELLA PANDEMIA

Pur trattandosi al momento di dati ancora preliminaricorretti per gli effetti del calendario e destagionalizzati, e che dovranno essere confermati nelle prossime settimane, si tratta comunque del valore più basso da venticinque anni a questa parte, da quando cioè hanno avuto inizio le rilevazioni. Per dirla in numeri, tra aprile e giugno si sono persi oltre 50 miliardi di euro rispetto a gennaio-marzo.

Un crollo vero e proprio, determinato dalla pandemia di Coronavirus, che ha bloccato per tre mesi gran parte delle attività produttive, e che probabilmente continuerà a far sentire i propri effetti ancora a lungo, sebbene ormai il lockdown sia terminato.

CALO GENERALE

L‘istituto di statistica spiega che tutti i settori hanno fatto registrare una diminuzione del valore aggiunto, dall’agricoltura all’industria, dai servizi a silvicoltura e pesca.  Dal lato della domanda, vi è invece un contributo negativo sia della componente nazionale che di quella estera. Si spera ora in un recupero nella seconda parte del 2020, per tentare di limitare i danni. Se non dovessero esserci variazioni nei prossimi due trimestri, la riduzione del Pil rispetto al 2019 si attesterebbe al 14,3 per cento. 

RIMBALZO COMPLICATO

Per quanto possa sembrare assurdo, le previsioni della vigilia erano persino peggiori. Adesso però bisogna cercare di invertire la rotta. La speranza è quella di un rimbalzo forte, per recuperare almeno una parte di quanto perduto. Ma non sarà facile, anche perché il crollo è generalizzato a livello internazionale, come dimostrano i dati di Germania e Stati Uniti, che hanno a loro volta segnato cali record, rispettivamente del 10,1 e del 9,5 per cento, senza contare quelli ben più pesanti, tra gli altri, di Francia  e Spagna

DINO CARDARELLI

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