Non è certo una inaspettata novità lo studio del rapporto tra pigrizia mentale e infiammazione, oso dire che l’abbiamo sperimentata tutti, quella sensazione di indolenza e di “nebbia mentale” che si accompagna alla malattia.
Quello che non è facile è provare il rapporto di causa ed effetto, gli scienziati da tempo sospettavano che ci fosse un legame tra infiammazione (la risposta del corpo alla malattia) e quella “nebbia mentale” lamentata da pazienti affetti da condizioni patologiche croniche o molto in sovrappeso, ma non potevano dire con assoluta certezza se le cause di questa pigrizia del cervello potessero essere altre.
Ora però dall’Università di Birmingham arriva notizia di uno studio firmato dalla dottoressa Leonie Balter come prima autrice e dal dottor Ali Mazaheri e dalla professoressa Jane Raymond come autori anziani, che prova il legame tra pigrizia mentale e infiammazione.
Lo studio è stato pubblicato su NeuroImage.
Come è stato effettuato lo studio? A dei volontari (20 giovani maschi) è stato iniettato un vaccino contro la salmonella che causa il tifo, questo vaccino provoca una momentanea infiammazione ma nessun altro effetto collaterale rilevante. In alcuni casi è stato iniettato il vaccino in altri, agli stessi soggetti, è stato iniettato un placebo, ovviamente loro non erano a conoscenza di cosa era stato iniettato loro, poi venivano sottoposti a una serie di test per valutare: la capacità del cervello di stare in allerta; la capacità di orientamento cioè di selezionare e priorizzare le informazioni derivate dai sensi; il controllo esecutivo, cioè la capacità in presenza di informazioni conflittuali di decidere a quali prestare attenzione.
Quello che i ricercatori hanno riscontrato è che la prima capacità è risultata chiaramente influenzata dallo stato di infiammazione, mentre le altre due no. Questo tradotto in altri termini vuol dire che c’è una specifica area del cervello, quella che presiede alla capacità di stare in allerta che è affetta dalla presenza di uno stato infiammatorio nel corpo.
Questa ricerca dimostra il legame tra salute fisica, mentale e cognitiva e che anche una modesta infiammazione può provocare “nebbia nel cervello”, in prospettiva approfondire questi meccanismi potrebbe per esempio suggerire che i pazienti che soffrono di condizioni croniche accompagnate da stato di infiammazione potrebbero giovarsi dell’assunzione di antiinfiammatori per migliorare la propria reattività mentale.
Roberto Todini