Piero Angela: ricordo e progettualità

Piero Angela

Piero Angela non ha certo bisogno di una scheda di presentazione. O, perlomeno, non è quello che si intende fare in questa sede. D’altronde, a volerne approfondire biografia e operato, non mancano di certo valide fonti, opere e un tanto prezioso quanto smisurato materiale d’archivio. Insomma, ciò che qui si propone, non è un’operazione sinottica. Sarebbe alquanto arduo, oltre che probabilmente vano, tentarla. Accostarsi al cuore pulsante dell’opera di chi – con garbo e intelligenza, suggestione e metodo – ha straordinariamente segnato la scena culturale e scientifica italiana degli ultimi settanta anni, si configura, invece, come un’occasione. Una possibilità di arricchimento che, ancora una volta, Piero Angela ci ha regalato in un commiato di pienezza.

Siamo nel 2005. Seconda serata di Rai Uno. Meno siamo meglio stiamo, programma di Renzo Arbore. It had To Be You – standard jazz – inonda le case di chi, in quel momento, è sintonizzato sul canale. Ad accompagnare il musicista e conduttore foggiano, una straordinaria band, Lucio Dalla al clarinetto e Piero Angela al pianoforte. Ed è subito tripudio musicale. Renzo Arbore canta tra le pennellate di Lucio e il tocco delle dita di acciaio in guanti di velluto di Piero.

Renzo, Lucio, Piero. Li si chiama per nome, ce lo perdoneranno. È il modo più immediato e naturale di riferirsi a chi, nel corso della nostra vita, ha lasciato e continua a lasciare una particolare impronta. A chi con noi, in qualche modo, ha comunicato.  Chi ci sembra di conoscere da una vita. A chi, quando ci lascia, porta con sé spaesamento, commozione ed un incolmabile senso di vuoto. Ma, probabilmente – per quanto arduo possa essere – la tristezza, lo scoramento, la disperazione non sono gli assoluti padroni di questi momenti. C’è dell’altro. A ricordarlo è proprio chi ci sembra un nostro amico di vecchia data. E che, in quest’ultima occasione, si rivolge a noi definendoci proprio amici.

Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi.

BORDI FISICI, ORIZZONTI PROSPETTICI

Inizia così una lettera di commiato, dai cui bordi tracima pienezza. Bordi fisici, perché il testo inizia e finisce nell’arco di poche righe. Orizzonti prospettici perché il saluto di Piero Angela parla e continuerà a parlarci nel tempo con sconcertante ma consolatoria modernità.

Anche la natura ha i suoi ritmi. L’esistenza è un passaggio, un soffio, una fenditura, una soglia. La sapiente consapevolezza di chi prima si presentava suonando il pianoforte e adesso si manifesta nella sua profonda sensibilità umana e scientifica. E che in un’intervista rilasciata all’Huffpost nel 2019, aveva dichiarato in merito alla paura o meno della morte:

Seneca ha detto una cosa interessante. Che noi siamo stati morti per millenni. E continueremo a essere morti. Quindi, è la situazione normale. La vita è un attimo in cui si è vinta la lotteria, per una mezzoretta. Quindi bisogna cercare di viverla al meglio, questo sì.




RICERCA, ARTE, SCIENZA

La profonda gittata teoretica e vitale delle parole di chi alla ricerca, alla scienza, all’arte, ha consacrato la propria vita. In un ininterrotto ed asintotico lavoro di leggera ma profonda comunicazione, mediazione, divulgazione del sapere umano.

Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana. Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano.

La ricerca, un ambiente ricettivo, un’impresa collettiva che coinvolge la comunità umana. Ma anche un paese difficile che, negli ultimi anni, a detta dello stesso Piero Angela si è assuefatto «al degrado e alla crisi».

E che, quindi, ha bisogno di una strattonata, di una svolta, di un cambio di direzione. Da parte di ognuno. In vista di sintesi diverse, di rinnovati itinerari ed orizzonti, di una crescita globale.

Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio.

Piero Angela: ricordo e progettualità. Ricordo è progettualità. Nell’impegno, sulla scorta del patrimonio che ha lasciato in eredità, di fare la nostra parte per questo nostro difficile Paese.

Mattia Spanò

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