Piazza Magione, Palermo: da luogo degradato, abbandonato a una movida giovanile abituata al suo abbandono, rinverdisce e si riattiva peri bambini del quartiere che ogni giorno, a qualsiasi ora, la abitano e la vivono.
Alla Magione si respira movimento e senso civico. È un luogo, Piazza Magione –la Maciuni– conosciuto da tutti e punti di riferimento per grandi e piccoli.
È il luogo della movida palermitana in estate, nei giorni in cui basta sedersi sul prato e bere una birra per una serata in compagnia; è lo stesso luogo da movida che ha suscitato tante perplessità e opinioni contrastanti quando ha subìto modifiche a causa del controllo più ferreo da parte della finanza e della polizia, quando la presenza dei venditori ambulanti è stata estirpata del tutto.
È la piazza delle contraddizioni proprio per questo motivo, poiché vissuta da chi il cambiamento lo vuole ma non lo fa (e sa) attuare; da chi avrebbe dato priorità ad altro e da chi la vive passivamente, abituato alla condizione attuale. Un volto, dunque, senza trucchi e inganni di Palermo.
Chi vuole cambiare le cose, però, inizia sempre passo dopo passo. Tra coloro che stanno pensando a un modo diverso di vivere la città, Addiopizzo e l’istituto comprensivo Amari-Roncalli-Ferrara, con le associazioni del territorio e il Comune, sono tra questi.
A settembre ha avuto inizio l’investimento collettivo ideato da Addiopizzo per la riqualificazione del quartiere. La palestra San Basilio,collocata proprio in piazza Magione, ancora ora è in crescendo per l’arredamento e l’aggiunta di strutture sportive attualmente assenti.
Questo sarà un luogo che permetterà a chi vive il rione, soprattutto bambini e ragazzi che altrimenti sgommerebbero in motorino tutto intorno senza fare altro, di impiegare il proprio tempo con attività sportive e giochi.
La realtà che muove questa riqualificazione è composta da diverse associazioni per il sociale e culturali che già da tempo muovono le acque per coinvolgere la popolazione in prima persona verso quello che potrebbe diventare davvero un cambiamento radicale del vivere in città.
Proprio in questi quartieri del centro storico, in cui il degrado è non solo strutturale, ma anche e soprattutto socio-culturale è necessario un investimento del genere ancora più significativo è che parta da istituzioni minori (non certo irrilevanti o piccole) perché è dal basso che parte il vero coinvolgimento.
Così, con una palestra ancora work in progress, i bambini del quartiere hanno un luogo dove praticare dello sport e crescere il senso di appartenenza e integrazione.
Due cose che tutti dobbiamo accrescere e sviluppare; ancora meglio se si ha un luogo dove giocare per apprenderle, no?
Gea Di Bella