Piante in cambio di licenze. La trovata ‘eco-friendly’ dei funzionari del distretto di Punjab.
Per ottenere il porto d’armi il candidato dovrà innanzitutto piantare dieci alberelli, dando prova di aver compiuto ciò che gli era stato richiesto con altrettanti selfie. Ma non è tutto. Dovrà anche dimostrare di essersi preso cura delle piantine per almeno un mese, innaffiandole e proteggendole dai parassiti. Solo allora le autorità valuteranno la sua richiesta e decideranno se considerarlo idoneo al porto d’armi o meno. Questo è l’iter del sistema sperimentale ‘piante in cambio di licenze’ ideato dalle autorità indiane per incrementare la presenza di vegetazione all’interno del proprio territorio.
Intervistato dalla CNN, il commissario del distretto di Ferozepur Chander Gaind ha parlato dello scopo del sistema e delle caratteristiche degli abitanti del luogo: “vanno pazzi per gli smartphone, le auto e le armi. Facciamoli diventare pazzi per il giardinaggio”. Ha detto una punta di ironia.
Il problema del disboscamento
Il sistema ‘piante in cambio di licenze’ è stato lanciato il 5 giugno scorso, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente. In un paio di mesi ha già raccolto una ventina di adesioni.
L’iniziativa è frutto di una presa di coscenza sul problema dell’abbattimento degli alberi in India.
Tra il 2000 e il 2018 infatti l’India ha perso il 4,3% della sua copertura arborea. Le autorità vorrebbero invertire questa tendenza. Il loro obiettivo è arrivare a ricoprire di arbusti un terzo della superficie totale del Paese. Tuttavia stanno ancora valutando la fattibilità del progetto.
Attualmente solo il 24% del territorio nazionale è ricoperto da foreste. Per questo motivo, come molti paesi africani e asiatici, anche l’India si sta mettendo in moto per fermare il disboscamento che è una delle principali cause dei cambiamenti climatici.
Gli sforzi dell’India sono stati riconosciuti anche dalla Nasa che l’ha identificata come una delle due nazioni responsabili del più grande incremento di aree verdi del pianeta. Cina e India infatti hanno fortemente contribuito all’aumento della vegetazione globale con progetti di potenziamento dell’agricoltura e nuove piantagioni. Tuttavia questo dato positivo non neutralizza l’impatto della deforestazione altrove.
L’iniziativa del distretto di Punjabe, a prima vista piuttosto bizzarra, è perfettamente coerente con il piano dell’India e con i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Un tentativo di trasformare un fenomeno sociale pericoloso come il sovrannumero delle licenze per il porto d’armi in qualcosa di positivo per la comunità.
Betty Mammucari