La notizia arriva dal Center for Astrophysics, Harvard & Smithsonian (CfA), la ricerca accettata per la pubblicazione su The Astrophysical Journal Letters (ma per ora disponibile qui) propone un metodo per stabilire se il Pianeta Nove è un buco nero.
Se non conoscete l’argomento a questo punto sarete confusi, quel titolo solleva almeno tre interrogativi: che diavolo è il pianeta nove? come fa un buco nero che è un oggetto enorme a essere scambiato per un pianeta? Cosa diavolo è LSST?
Iniziamo dall’ultimo quesito LSST sta per Legacy Survey of Space and Time, si tratta di un’ambizioso progetto di sorveglianza del cielo australe che durerà 10 anni. LSST si terrà presso un osservatorio, il Vera C. Rubin, attualmente in costruzione su un picco nel nord del Cile.
Cos’è il Pianeta nove?
Con una battuta: il pianeta X che ha cambiato nome. A parte gli scherzi, gli oggetti che osserviamo nella parte più esterna del nostro sistema solare sono raggruppati in una maniera “strana”, per quello che sappiamo della gravità la spiegazione ipotizzata è che nella nube di Oort deve esserci un corpo di dimensione planetaria che con la sua massa influenzi l’interazione gravitazionale in quella zona di spazio. Prima che Plutone fosse declassato e dunque i pianeti del Sistema Solare erano già nove, veniva chiamato pianeta X giocando sull’ambivalenza tra dieci in numeri romani e X come incognita ad indicare l’elusività alla scoperta del misterioso pianeta.
Ma di che razza di buco nero parliamo?
Possibile che se ci fosse un buco nero ai margini del sistema solare avrebbe effetti solo su quella zona? Sì se fosse un buco nero di massa planetaria. Fermi tutti direte voi, un buco nero deriva dal collasso di stelle molto più grandi del Sole, non può esistere un buco nero di massa planetaria. Avete ragione, ora i buchi neri si formano così, ma poco dopo il Big Bang, quando l’universo era ancora denso l’eterogeneità delle condizioni avrebbe potuto portare alcune zone a collassare, questi buchi neri sono infatti detti buchi neri primordiali. Il primo a teorizzarli fu Igor Dmitriyevich Novikov nel 1967, il primo a studiare a fondo la questione fu Stephen Hawking nel 1971.
Nel 2019 James Unwin e Jakub Scholtz hanno proposto l’ipotesi che il Pianeta Nove possa essere in realtà un piccolo buco nero.
Perché LSST per stabilire se il Pianeta Nove è un buco nero
Ora Amir Siraj e Abraham Loeb, studente di scienze ad Harvard il primo e suo professore il secondo, propongono che quando LSST sarà ultimato uno dei primi compiti in cui dovrebbe essere utilizzato è indagare il Pianeta Nove. Sappiamo che per definizione un buco nero non può essere osservato direttamente, possiamo scoprirlo rilevando i lampi generati dalla materia che va verso il buco nero. In questo caso però non si tratta di stelle che vengono risucchiate da un buco nero, qui si tratta di comete che vengono spappolate dalle forze mareali del piccolo buco nero e poi la materia finisce nel disco di accrescimento. Si tratta quindi di lampi relativamente flebili e molto brevi, Con i nostri attuali mezzi noi possiamo o aguzzare la “vista” su una precisa regione di spazio in un dato momento, oppure sorvegliare ampie regioni di spazio ma non con la dovuta sensibilità. LSST sorveglierà un’ampia regione di spazio per due volte la settimana con una sensibilità senza precedenti.
Roberto Todini