Ieri è stato pubblicato su Nature un articolo relativo alla scoperta del pianeta gigante più caldo mai osservato, un tale inferno in confronto al quale Venere potrebbe essere paragonato a una classica località di ritiro per pensionati in Florida.
La scoperta è stata effettuata col Kilodegree Extremely Little Telescope (KELT) un sistema formato da due telescopi robotici, uno nell’emisfero boreale e uno nell’emisfero australe. Vale la pena innanzitutto spendere due parole sul sistema KELT perchè si tratta di un sistema formato da telescopi piccoli e molto economici rispetto ai grandi telescopi. A che possono servire telescopi del genere nell’astronomia moderna? Coi telescopi più grandi e potenti ci si focalizza su piccole porzioni di spazio cercando oggetti che fino a poco tempo fa erano inosservabili perchè troppo deboli (che fosse per debolezza intrinseca o per l’enorme distanza), con un telescopio KELT si prendono in esame grande porzioni di cielo osservando gli oggetti che brillano di più. Che cosa ne può venire fuori? Per esempio in questo caso scoprire qualcosa che non si era mai osservato prima, un pianeta gigante con temperatura superficiale (perlomeno sul lato esposto alla sua stella) di 4.600 gradi Kelvin (i gradi Kelvin sono come i gradi Celsius ma si comincia a contare dallo zero assoluto, cioè –273,15° C).
Il pianeta gigante KELT-9b una nuova definizione di inferno
A circa 650 anni luce da noi, osservando il cielo nella costellazione del Cigno, si trova una stella denominata HD 195689 ma conosciuta anche come KELT-9, si tratta di una stella di tipo A quasi al confine col tipo B, in altre parole “scotta proprio tanto” (10.170 gradi Kelvin) e la sua luce è di un bianco tendente al bluastro, il nostro Sole per fare un raffronto è una stella di tipo G con temperatura superficiale di 5.772 Kelvin e luce gialla tendente al bianco.
Gli scienziati si sono accorti che la luce di KELT-9, si affievoliva con periodicità costante, segno inequivocabile che qualcosa le gira attorno e periodicamente si pone fra lei e noi, ma volete sapere quant’è il periodo? Un giorno e mezzo, dunque potete facilmente immaginare quanto deve essere vicino questo pianeta se il suo periodo di rivoluzione (il suo “anno”) dura così poco.
Nessuna meraviglia che KELT-9b (questo il nome assegnato al pianeta) sia un inferno, non è il primo esopianeta gigante caldissimo che si scopre, ma nessuno raggiunge queste temperature, la temperatura del pianeta, o perlomeno del lato rivolto verso la stella (perchè le mostra sempre lo stesso lato come la nostra Luna fa con noi) è stimata in 4.600 Kelvin cioè “solo” circa 1.200 Kelvin più freddo del nostro sole e caldo come una stella arancione (tipo stellare K). La massa di KELT-9b è 2,8 volte quella di Giove, ma è molto meno denso, perchè riceva talmente tanta radiazione da KELT-9 che gonfia la sua atmosfera gassosa come un palloncino. Se vi chiedete ma se è un pianeta gassoso così caldo perchè non si è acceso come una stella? allora vi manca qualche base di fisica e, cosa più grave, non avete letto tutti i miei articoli precedenti!
Tornado seri: le reazioni nucleari in una stella iniziano quando questa per effetto della gravità collassa sempre più vincendo la naturale repulsione fra gli atomi, già 2,8 volte la massa di Giove non sarebbe abbastanza perchè è ancora lontana dalla massa minima stellare, come non bastasse abbiamo detto che KELT-9b è gonfio come un palloncino.
Adesso varrà la pena fare osservazioni con telescopi più grandi e costosi perchè ci sono diverse cose da scoprire, ad esempio si ipotizza che sotto il bombardamento da parte della radiazione della sua stella KELT-9b potrebbe avere una coda come una cometa.
Perché è interessante studiare un pianeta gigante come KELT-9b
Gli astronomi di tutto il mondo sono impegnati nel cercare sistemi solari con esopianeti che potrebbero ospitare la vita come il celeberrimo sistema Trappist-1, aldilà della curiosità scientifica per i posti più estremi dell’universo che valore ha osservare un inferno del genere? Semplice: per capire meglio come si formano e come muoiono i pianeti il che migliorerà le nostre prospettive su ogni tipo di ricerca planetaria. Sì ho scritto come muoiono, perchè per dirlo con una battuta fatta da Keivan Stassun fisico dell’università di Vanderbilt (autore principale dello studio insieme a Scott Gaudi della Università di stato dell’Ohio) le prospettive per il real estate (beni immobili) su KELT-9b non sono buone, probabilmente la sua atmosfera sarà dissipata prima ancora che KELT-9 diventi una gigante rossa e lo inglobi. Certo non è un evento che, ci aspettiamo, questi stessi scienziati saranno in grado di osservare nell’arco della loro vita, ma quando accadrà, la totale dissoluzione di un pianeta gigante gassoso di queste dimensioni, potrebbe confermare la teoria che vuole che al centro di questi pianeti ci sia un nucleo roccioso. Quindi KELT-9b potrebbe o disperdersi completamente o lasciare un sasso bruciato vicinissimo alla sua stella, come Mercurio.
Fonte immagine: eos.org
Roberto Todini