Inchiesta shock della procura emiliana. Pesanti le accuse: tortura, spaccio ed estorsione le più gravi
Un’intera caserma sequestrata a Piacenza. Sei carabinieri arrestati (di cui uno ai domiciliari). Altri tre con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e un decimo con obbligo di dimora.
Ventidue persone complessivamente coinvolte, accusate di reati che vanno dall’estorsione allo spaccio di droga, fino ad arrivare alla tortura. È il clamoroso risultato di un’inchiesta condotta dalla procura della città emiliana.
CASO SENZA PRECEDENTI
La caserma Levante, che si trova in via Caccialupo, è la prima in Italia a subire un provvedimento di questo tipo. L’operazione Odysseus è stata portata avanti, per sei mesi, da Guardia di Finanza e polizia locale sotto la supervisione del procuratore di Piacenza Grazia Pradella. Utilizzando principalmente intercettazioni telefoniche e informatiche, compreso il trojan, le forze dell’ordine hanno ricostruito le attività criminali che ruotavano attorno alla caserma. Sarebbero iniziate nel 2017.
UNA SFILZA DI REATI
Neppure durante i mesi peggiori della pandemia, che ha colpito Piacenza in modo pesante, la situazione è migliorata. Al contrario, proprio a lockdown in corso, alcuni dei carabinieri coinvolti avrebbero fornito certificati falsi, attestanti controlli mai avvenuti, a favore di pusher che così potevano andare a Milano per rifornirsi di droga. E in qualche occasione gli stessi militari l’avrebbero anche custodirla.
All’interno della caserma sequestrata a Piacenza sarebbero avvenuti anche dei pestaggi, come quello di un uomo arrestato ingiustamente proprio con l’accusa di spaccio di droga, e nei confronti del quale sarebbero state costruite prove false per legittimare il fermo. L’elenco dei reati è lunghissimo: oltre a quelli già citati, si parla, tra gli altri, di violenza privata aggravata, lesioni personali aggravate, truffa ai danni dello stato, arresto illegale, peculato, abuso d’ufficio.
SEQUESTRI E SOSPENSIONI
Nel corso dell’operazione, avvenuta all’alba, sono stati sequestrati numerosi conti correnti, una villa con piscina e alcune auto. Elementi che dimostrerebbero come gli arrestati conducessero un tenore di vita anomalo rispetto alle loro possibilità. Il comando generale dell’Arma ha immediatamente sospeso i carabinieri coinvolti. Molto dure le parole del procuratore di Piacenza Grazia Pradella:
Si parla di reati impressionanti, se si pensa che a compierli sono stati carabinieri. Questi appartenenti all’Arma hanno disonorato la divisa, commettendo atti al pari di criminali veri e propri. La maggioranza dei carabinieri che svolge con lealtà e onestà il proprio lavoro tutti i giorni non merita questo.
DINO CARDARELLI