Trama spettacolare e un personaggio memorabile come Lily sono gli ingredienti dell’ultimo thriller di Peter Swanson. Lo scrittore statunitense, già abituato al successo con Il lungo inganno, ha di nuovo colpito nel segno.
Il romanzo dal titolo Quelli che meritano di essere uccisi, edito in Italia da Einaudi, ha già superato le 400 mila copie in Gran Bretagna e in autunno diventerà un film grazie alla regista Agniesa Holland.
Quelli che meritano di essere uccisi: la trama
Nell’aeroporto di Heatrow un uomo e una donna fanno conoscenza in attesa del volo che li porterà a Boston. Lui si chiama Ted ed è uno che ha fatto tanta grana lavorando con il Web. Lei si chiama Lily, bella e misteriosa, capelli rossi e occhi di un verde difficile da dimenticare. L’alcool scioglie i freni inibitori e un luogo come l’aeroporto favorisce le confidenze tra perfetti sconosciuti, nella sicurezza di non rivedersi più.
Il gioco delle verità porta a galla le intenzioni omicide di Ted e l’adolescenza inquietante di Lily. Ted vuole uccidere sua moglie, una donna così bella da scatenare lo sguardo famelico degli uomini in un batter di ciglio. Ted le sta regalando una casa faraonica, ma lei va a letto con il capo cantiere. Lily, prima ascolta la storia in silenzio, e poi giustifica il desiderio malsano di Ted, sostenendo che il problema non è uccidere chi è colpevole, ma farlo in modo da non farsi beccare. E come se non bastasse, aiuta Ted nella progettazione dell’omicidio.
Così viene fuori l’animo inquietante della vera protagonista del romanzo. Figlia di due artisti, fin da piccola Lily ha visto passare nella sua casa del Maine un’infinità di intellettuali, artisti più o meno affermati e parassiti. E già da allora la sua vita è stata costellata da istinti violenti e morti. Ma lei ne parla senza problemi, perché la sua morale non ha nulla di umano. Se per difendersi ed essere al sicuro è necessario uccidere, allora bisogna farlo senza pensarci troppo. Il primo a farne le spese fu lo pseudopittore Chet, troppo zelante nei suoi approcci verso Lily ancora tredicenne. La filosofia che la muove è semplice quanto agghiacciante. Se tutti devono morire, allora non è un problema se le mele marce cadono prima del previsto. Esattamente come la moglie di Ted.
Superato il momento delle confessioni, la formidabile storia di vendetta partorita da Peter Swanson prosegue senza un attimo di respiro fino alla conclusione, spettacolare anch’essa, dove la natura si farà beffe dell’essere umano proclamatosi carnefice.
Quelli che meritano di essere uccisi: i temi
Il thriller procede con forza ipnotica. Il ritmo è sostenuto da un intreccio diabolico. I capitoli sono in realtà i racconti alternati dei personaggi. Pervasa da atmosfere hitchcockiane, la scrittura di Peter Swanson è talmente precisa da trascinare il lettore nel lato oscuro dell’animo umano, togliendogli ogni forma di certezza. Concentrandosi sul tema della vendetta, riesce a mostrare come questo sentimento possa essere così potente da spingere le persone a compiere gli atti più impensabili.
Ma Quelli che meritano di essere uccisi ha un’altra qualità che lo rende imperdibile. Spesso si trasforma in una commedia nera. Il merito è di Lily, che pur non essendo l’unica assassina della storia, descrive la pianificazione dei suoi delitti con una naturalezza che turba e avvince.
Lily è un personaggio letterario formidabile. La sua morale animalesca, che non contempla il senso di colpa e non teme il giudizio degli uomini e di dio, è uno degli aspetti più intriganti del thriller. L’indole di questa donna che non ama uccidere o manipolare gli uomini, ma che non esita a schiacciarli come vermi se lo ritene necessario, ripropone in maniera dirompente una questione irrisolta. L’esistenza di un legame, anche biologico, tra la violenza e la natura umana. Swanson non può di certo rispondore al quesito. Ma lo indaga senza tregua, fino all’epilogo più inaspettato che potesse regalarci.
Michele Lamonaca