Pete Buttigieg, l’ex sindaco di South Bend, Indiana, si è ritirato dalle primarie dei Democratici per le elezioni presidenziali americane del 2020. Lo ha annunciato domenica, dopo il disastroso quarto posto ottenuto in South Carolina.
L’altra ragione principale sembra essere la mancanza di fondi in vista del competitivo Super Tuesday (3 marzo) dove si voterà in 15 stati contemporaneamente.
Da sconosciuto sindaco di una cittadina del Midwest a Mayor Pete, il nomignolo affibbiatogli dalla stampa, anche per un cognome abbastanza impronunciabile. Ne ha fatta di strada Pete Buttigieg, 38 anni, primo candidato apertamente gay alle primarie democratiche, e un passato da soldato in Afghanistan. E’ un politico decisamente carismatico e la sua retorica ricorda moltissimo il presidente Obama, a cui si ispira in modo abbastanza palese, come fa notare questo video:
If imitation is the sincerest form of flattery, then @PeteButtigieg must really be trying butter up @BarackObama. pic.twitter.com/zqcxiccs1i
— John Heilemann (@jheil) February 25, 2020
LA NUOVA STELLA DEM
I sorprendenti risultati raggiunti nelle prime due votazioni – è arrivato primo in Iowa, e secondo in New Hampshire a un passo dal front runner Sanders – lo hanno designato come rivelazione di queste primarie. Ma è caduto negli stati meno bianchi, come Nevada e South Carolina, tradendo le sue difficoltà nel raccogliere i voti degli elettori latini e afroamericani. Buttigieg ha comunque fatto meglio di Elizabeth Warren ed Amy Klobuchar, che nonostante abbiano ottenuto meno voti e delegati, al momento rimangono in corsa.
Per ora gli unici veri candidati credibili rimangono Joe Biden (forte della schiacciante vittoria in South Carolina), Bernie Sanders e il miliardario Michael Bloomberg, che sarà votabile per la prima volta da domani.
IL DISCORSO DI RITIRO
Annunciando la sospensione della sua campagna Buttigieg ha spiegato di non vedere una strada percorribile verso la vittoria della nomination. Per ora non ha voluto dare endorsement, ma ha promesso a Biden di prendere in considerazione l’idea di farlo in futuro a suo favore. Sicuramente ha già fatto un enorme favore all’ex veep ritirandosi dalla corsa, lasciandogli così campo libero per la conquista del voto dei moderati.
FERMATE BERNIE SANDERS
Tutto il discorso è un chiaro ammonimento sulla possibile vittoria del socialdemocratico Bernie Sanders, ad oggi il favorito per la nomination tra i dem:
Abbiamo bisogno di una leadership per guarire una nazione divisa, non di uno che si perda nell’ideologia per dividerci ulteriormente. Dobbiamo vincere per riconquistare la Casa Bianca, ma anche per tenere la Camera, vincere il Senato e mandare in pensione Mitch McConnell.
Si è anche detto molto fiero di aver dimostrato che una persona apertamente gay possa arrivare così in alto, auspicando che sia di incoraggiamento a tutti quei bambini che si sentono diversi.
Gloria Cadeddu