La peste nera, che al tempo della sua diffusione veniva chiamata dalla gente dell’epoca “grande moria” o “grande pestilenza“, si è sempre pensato provenisse dai topi. Da un recente studio emerge invece che la causa non furono i ratti, bensì gli uomini.
La peste nera
La storia ci insegna che la peste nera fu trasmessa dai ratti. Questo lo si apprende sui banchi di scuola ma pare che una nuova teoria ribalterà tutto. Probabilmente i libri di storia dovranno essere riscritti perchè è emerso un nuovo ed importante dettaglio. Capiamo innanzi tutto cos’è esattamente la peste. È una malattia infettiva di origine batterica causata appunto dal batterio di nome Yersinia pestis.
L’unico vettore, si è sempre pensato, sono le pulci dei topi che potevano facilmente attecchire sull’uomo. Il batterio va ad attaccare il sistema linfatico, motivo per cui si sviluppavano questi grandi “bubboni” in particolar modo sotto le ascelle, sul collo e sull’inguine (zone dove vi sono presenti i linfonodi). Il periodo di incubazione della malattia va dai 2 ai 12 giorni e i sintomi più comuni sono febbre alta, debolezza, nausea, delirio e vomito.
La peste nera, il vero contagio
La morte di circa un terzo della popolazione europea è sempre stata affidata ai topi ma recentemente, in un articolo pubblicato da Enrico Franceschini, si parla di un’altra teoria. Grazie agli studi congiunti dell’Università di Oslo e quelli di Ferrara è emerso un nuovo dato che potrebbe cambiare la storia. Il contagio sarebbe dunque avvenuto non tramite le pulci dei ratti bensì tramite quelle degli uomini.
Pulci e pidocchi erano molto diffusi anche sull’uomo, data la scarsissima igiene in cui le persone vivevano nel 1300. I ricercatori norvegesi ed italiani, per arrivare a questa conclusione, si sono serviti dei dati sulla mortalità della peste di nove città europee. Il professor Nils Stenseth ha dichiarato alla BBC che questi dati sono stati confrontati con i modelli di simulazione della diffusione della malattia. Questo ha così permesso di ricostruire con precisione la dinamica dell’espansione del morbo.
Le simulazioni
Gli studiosi, utilizzando questa tecnica, hanno potuto elaborare tre modelli. Uno prevedeva la diffusione della peste tramite i ratti, l’altro prevedeva la diffusione per via aerea e l’ultimo prevedeva invece la diffusione della peste nera tramite le pulci e pidocchi che si trovavano sull’uomo e sui suoi vestiti. Secondo i dati emersi da queste simulazioni in sette casi su nove la diffusione da parte dei pidocchi e pulci umani risulta essere la più fedele al modo in cui la peste si è realmente diffusa e con cui ha mietuto le sue vittime.
Il professore quindi conclude con certezza che la peste è stata diffusa dall’uomo e non dai ratti perchè è improbabile che la peste si sia diffusa così rapidamente grazie ai topi. È più plausibile che la trasmissione sia avvenuta da persona a persona. Lo studio a cui si fa rirerimento è stato pubblicato sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Science“.
La peste oggi
Anche se la peste nera sembra un ricordo lontano purtroppo si sono riscontrati alcuni casi anche nella nostra epoca. Dal 2010 al 2015 sono emersi ben 3248 casi in tutto il mondo che hanno provocato 584 morti. L’unico continente in cui non sono stati riscontrati casi è l’Oceania. Questa malattia è quarantenaria e per il regolamento sanitario internazionale è assoggettata a denuncia internazionale da parte dell’OMS, sia in casi accertati che in quelli sospetti.
Rebecca Romano