Una parola di troppo, poi uno spintone nella discoteca Camillo. Così è iniziato nella notte tra sabato e domenica scorsa, 3 febbraio 2018, il pestaggio a Pavia a danno di 5 ragazzi nordafricani. Dei cinque, due hanno la cittadinanza italiana. Uno dei ragazzi, Salem Bikarbas, ha affidato ai social il racconto dell’aggressione.
Coincidenza o tempismo perfetto?
Se confermato, il tempismo del pestaggio è in perfetta sincronia con quanto accaduto a Macerata. Al momento i carabinieri della Digos stanno vagliando le riprese delle telecamere per confermare la versione rilasciati dai nordafricani. Nessuno dei cinque, infatti, si è presentato in ospedale per ricevere delle cure dopo il pestaggio.
Salem Bikarbas, poche ore dopo l’aggressione, ha postato una foto su Facebook dove si ritrae con un cappuccio nero in mano e scrive:
Chiedo umilmente scusa a uno dei VENTI militanti di casapound/forza nuova a cui poche ore fa ho strappato il cappuccio mentre gonfiavano la faccia a me e altri 5 miei amici in centro a Pavia e sotto le telecamere dopo una serata in discoteca, se fossi interessato a riprendertelo scrivimi in privato
Chiamato in questura a deporre sui fatti, Bikarbas ha ricostruito l’intera serata. Lo screzio tra i due gruppi sarebbe iniziato in discoteca per uno spintone. E poi Birkabas avrebbe reagito e sarebbe stato preso a schiaffi. Prontamente i buttafuori hanno allontanato gli aggressori. Uscito fuori per chiarire, il gruppo di nordafricani si è trovato a diventare vittima del pestaggio a Pavia. Gli skinheads hanno chiamato altri amici a far loro da supporto fino a ritrovarsi in 25 contro 5.
Dure come pietre e cariche di odio le parole rivolte ai giovani nordafricani. Sempre secondo la testimonianza di Birkabas le frasi usate dagli skin sarebbero:
Vi ammazziamo perché negri come voi non dovrebbero comandare.
Li abbiamo trovati questi negri di merda.
Ricostruzione del pestaggio a Pavia
Secondo la ricostruzione, fatta grazie al racconto di Birkabas, la discoteca Camillo è il punto dove iniziano i litigi. Cinque ragazzi nordafricani, di cui con cittadinanza italiana, contro 4 o 5 ragazzi dalla testa rasata e con addosso dei giubbotti neri. Il classico dress code di chi è di estrema destra, per capirci. Allontanati gli skin dalla discoteca, anche i nordafricani escono e si dirigono verso il centro del capoluogo pavese, più precisamente all’altezza del Teatro Fraschini. Ma la loro serata sta per prendere una brutta piega. Gli skinheads infatti sono tornati più numerosi, adesso sono circa 25, e le loro intenzioni sono tutt’altro che pacifiche. Così accerchiano il gruppo che si trova in netta minoranza e iniziano il loro pestaggio. Pestaggio che finirà poi, soltanto quando Salem troverà la forza di urlare che la polizia sta arrivando. Ecco allora che gli skin si dileguano.
Se confermati, i fatti, sono l’ennesima prova di quanto la tensione razzista in Italia sia alta. Il termometro dell’ingerenza popolare contro gli immigrati si sta pericolosamente alzando e i politici non fanno altro che aizzare e fomentare l’odio.
Lorena Bellano