Un’indagine è stata avviata a seguito delle gravi denunce di un detenuto italiano di 23 anni, originario dell’Est Europa, che sostiene di essere stato vittima di violenti maltrattamenti e pestaggi nel carcere di Venezia da parte di agenti della polizia penitenziaria del Santa Maria Maggiore. Il pestaggio, avvenuto il 19 febbraio, è stato denunciato solo dopo il trasferimento del detenuto al carcere di Montorio a Verona, dove i medici hanno riscontrato lesioni significative, tra cui costole rotte, un occhio tumefatto, lesioni all’orecchio e una milza spappolata che ha causato un’emorragia interna.
Il giovane è stato ricoverato d’urgenza, ma la sua testimonianza ha sollevato interrogativi sulla gestione della sua incolumità durante il trasferimento. L’inchiesta aperta dalla Procura di Venezia sui pestaggi nel carcere di Venezia indagherà sulle circostanze e sulla responsabilità degli agenti coinvolti. La vicenda solleva questioni sulla sicurezza dei detenuti nelle carceri italiane e ha già portato a interrogazioni parlamentari per chiedere chiarezza su quanto accaduto.
Inchiesta aperta su presunti maltrattamenti e pestaggi nel carcere di Venezia
Un’inchiesta è stata avviata a seguito della denuncia di un detenuto, un italiano di 23 anni, presso il carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia. L’uomo ha accusato alcuni agenti della polizia penitenziaria di averlo picchiato brutalmente in cella, ed essere stato quindi vittima di violenti pestaggi nel carcere di Venezia. Sebbene il pestaggio risalga al 19 febbraio, la denuncia è stata presentata solo recentemente, dopo che il detenuto è stato trasferito da Venezia al carcere veronese di Montorio.
Al suo arrivo a Verona, i medici hanno riscontrato costole rotte, lesioni a un orecchio, un occhio tumefatto e lesioni alla milza, causando un’emorragia interna. Questo ha portato a un ricovero d’urgenza in ospedale e ha reso possibile la testimonianza dell’uomo sui presunti maltrattamenti subiti.
Le denunce del detenuto
Il detenuto, un uomo originario dell’Est Europa, era in carcere per rapina a mano armata, commessa nel 2019. La sua versione dei fatti sostiene che il pestaggio sia scaturito in seguito a una sua protesta in cella, in cui aveva dato fuoco a alcuni fogli di giornale. Dopo il trasferimento a Montorio, ha raccontato ai medici di essere stato portato in una stanza a Santa Maria Maggiore e picchiato dalle guardie del penitenziario. L’avvocato del giovane ha annunciato l’intenzione di presentare una denuncia contro i pestaggi nel carcere di Venezia.
Ricovero e gravi condizioni
Le gravi condizioni, tra cui una milza spappolata e un’emorragia interna, hanno sollevato interrogativi sulla gestione della sua incolumità durante il trasferimento da Venezia a Verona. Nonostante sia ora fuori pericolo, i medici ritengono che il giovane sia ancora troppo fragile per essere rimandato in carcere.
Indagini e richieste di giustizia
La Procura di Venezia ha aperto un’inchiesta per lesioni nei confronti dei tre agenti coinvolti nei pestaggi nel carcere di Venezia. La famiglia del detenuto ora chiede giustizia e verità sulle circostanze del pestaggio. Il garante dei detenuti del Comune di Verona ha sollevato dubbi sulla decisione di trasferire il giovane in uno stato così precario, sottolineando la necessità di indagare sulla gestione sanitaria dell’area di Venezia. Le autorità di polizia penitenziaria hanno presentato un esposto alla procura, chiedendo un’indagine approfondita sull’accaduto.
Le riflessioni dell’avvocato
L’avvocato del detenuto ha comparato il caso a quello di Stefano Cucchi, sottolineando la fragilità dei detenuti nelle carceri italiane. Ha sottolineato come il carcere potrebbe non essere sempre il luogo adatto per la ricostruzione di una persona. La prossima mossa dipenderà dall’esito delle indagini e dalla chiarezza che verrà fatta sul presunto pestaggio premeditato da parte degli agenti di polizia penitenziaria.
Intanto però sono tante le voci che rimangono nascoste tra le mura carcerarie e che non riescono a farsi sentire né dai familiari né tantomeno dalla magistratura italiana.
Le prossime interrogazioni parlamentari sui pestaggi nel carcere di Venezia
Il Partito Democratico ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia Carlo Nordio sulla vicenda. La responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, insieme ai componenti della commissione Giustizia di Montecitorio, ha evidenziato la gravità della situazione e la necessità di chiarire i fatti. Il caso solleva interrogativi su come le autorità carcerarie abbiano gestito il trasferimento del detenuto in condizioni così gravi e sulla sicurezza complessiva dei detenuti nelle carceri italiane.
Resta comunque il fatto che i pestaggi nel carcere di Venezia non rappresentano un unicum, uno sbaglio casuale di qualche distratto carcerato o violento poliziotto. Il problema delle torture nelle carceri è sistematizzato: non può essere sostenibile la retorica e la teoria della “mela marcia”, proprio perché quello carcerario è un sistema malato sin dalle sue radici e fondamenta. Non può esserci il carcere senza la repressione.