L’amministrazione di Donald Trump ha introdotto una nuova serie di ordini esecutivi riguardanti le forze armate, tra cui la revisione della politica sui militari transgender. La misura, che potrebbe portare a un divieto di servizio per le persone trans nell’esercito, si inserisce in una più ampia strategia di riforma delle forze armate statunitensi, comprendente anche il reintegro dei soldati congedati per il rifiuto del vaccino anti-Covid e l’eliminazione dei programmi di diversità e inclusione. La decisione ha riacceso il dibattito sulla presenza delle persone transgender nell’esercito, già oggetto di oscillazioni tra diverse amministrazioni.
Trump firma un ordine esecutivo sul servizio militare delle persone transgender
Un nuovo provvedimento sulle persone trans nell’esercito statunitense è in corso. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha firmato un ordine esecutivo che impone una revisione della politica sulle persone transgender nelle forze armate.
Il provvedimento, che rientra in una serie di misure riguardanti l’esercito, prevede anche la reintroduzione dei militari congedati per il rifiuto del vaccino anti-Covid, l’eliminazione dei programmi sulla diversità e l’adozione di un sistema di difesa missilistico ispirato all’Iron Dome israeliano.
L’obiettivo è quello di “garantire la forza di combattimento più letale al mondo, con l’eliminazione dell’ideologia transgender dal nostro esercito” ha tuonato il Presidente durante un incontro a Miami.
La posizione di Trump sulle persone trans nell’esercito
L’ordine esecutivo non impone un divieto immediato, ma incarica il Pentagono di elaborare una nuova politica che escluda chiunque abbia un’identità di genere diversa dal sesso biologico assegnato alla nascita.
Trump ha motivato questa decisione affermando che l’“ideologia transgender” contrasta con i principi di disciplina e onore richiesti ai membri dell’esercito. Secondo il presidente, le forze armate devono concentrarsi sulla sicurezza nazionale piuttosto che su questioni di identità di genere.
L’oscillazione delle politiche tra le amministrazioni
Negli ultimi anni, la politica sulle persone transgender nell’esercito ha subito numerosi cambiamenti. Nel 2016, l’amministrazione Obama aveva consentito loro di prestare servizio apertamente, introducendo anche il rimborso per le cure mediche legate alla transizione di genere.
Nel 2017, Trump aveva tentato di reintrodurre un divieto, che venne bloccato in tribunale fino al 2019, quando la Corte Suprema permise alla sua amministrazione di attuare restrizioni.
Nel 2021, il presidente Joe Biden aveva nuovamente revocato tali limitazioni, riaffermando il principio che ogni cittadino idoneo ha diritto a servire nelle forze armate.
Ad oggi, secondo i dati rilasciati dal Dipartimento della Difesa, ci sono circa 1,3 milioni di persone trans nell’esercito, che agiscono e lavorano attivamente per la difesa del territorio. Non sono però le stesse cifre che vengono rivendicate dai movimenti per le persone trans, che hanno affermato che i numeri rasentano appena le 15.000 presenze.
Le critiche e le reazioni
L’ordine esecutivo, che per il momento si limita al congelamento delle reclute, ha suscitato forti reazioni da parte delle associazioni per i diritti civili, che lo considerano una misura discriminatoria. I gruppi per i diritti LGBTQ+ sostengono che il provvedimento metta a rischio la carriera di migliaia di militari transgender attualmente in servizio.
Dall’altra parte, esponenti della destra conservatrice hanno accolto con favore la decisione di Trump, ritenendola necessaria per garantire l’efficienza e la coesione dell’esercito.
Il nuovo segretario alla Difesa e il futuro della misura
Il provvedimento è stato firmato nello stesso giorno della cerimonia di insediamento del nuovo segretario alla Difesa, Pete Hegseth, ex giornalista di Fox News. Hegseth, noto per le sue posizioni conservatrici, ha espresso in passato pareri contrari alla presenza di persone trans nell’esercito, ritenendola una distrazione dagli obiettivi militari.
Il Pentagono dovrà ora elaborare le linee guida per attuare l’ordine presidenziale, mentre si prevede che la questione continuerà a essere oggetto di dibattito politico e legale nei prossimi mesi.